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Il Regno Unito sceglie Astroscale e Clearspace per la rimozione di detriti in orbita bassa terrestre

L'agenzia britannica stanzia 4 milioni di sterline per maturare il design di una missione che deorbiterà due satelliti nel 2026

Nicolò Bagno di Nicolò Bagno
Ottobre 7, 2022
in Agenzie Spaziali, News, Nuove imprese, Space economy
Clearspace mission

Render del satellite di rimozione di Clearaspace, probabilmente simile a quello di Astroscale nei bracci robotici. Credit: Clearspace

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L’agenzia spaziale del Regno Unito (UKSA) ha selezionato Astroscale e Clearspace per la seconda fase di un programma finalizzato a rimuovere due satelliti non più operativi. La missione si svolgerà nel 2026. Le due aziende hanno superato con successo una fase preliminare in cui era presente anche un terzo consorzio con a capo la britannica SSTL. 

In questa seconda parte del progetto l’UKSA intende maturare il design delle missioni, quindi selezionare una sola azienda vincitrice che effettuerà la missione di rimozione in orbita bassa terrestre. Per questo studio l’agenzia britannica ha stanziato 4 milioni di sterline che copriranno un periodo di lavoro fino a ottobre 2023. Entrambe le startup partecipano allo studio tramite le rispettive divisioni britanniche.

Clearspace ha presentato la missione CLEAR “Clearing the LEO Environment with Active Removal” di cui non è stato ancora presentato un design generale. Astroscale intende realizzare COSMIC “Cleaning Outer Space Mission through Innovative Capture”, il cui veicolo sarà basato sul progetto di ELSA-M.

Quest’ultima è una missione in collaborazione sempre con UKSA, ESA e l’azienda OneWeb la quale intende rimuovere diversi satelliti tramite il sistema di cattura magnetico dell’azienda giapponese. Questo è proprio il meccanismo che Astroscale sta sviluppando durante la missione ELSA-d appena conclusa, e la futura ELSA-M.

COSMIC ASTROSCALE
Fasi della missione COSMIC di Astroscale nello studio preliminare del 2021. Credit: Astroscale

Con COSMIC, Astroscale intende riutilizzare il bus satellitare di ELSA-M ma aggiungere dei bracci robotici che saranno forniti da MDA. Questa è una variazione molto importante in quanto i satelliti target non sono muniti di alcuna superficie adatta al meccanismo di aggancio magnetico di Astroscale. La tecnologia di ELSA-M è l’evoluzione a sua volta della missione dimostrativa ELSA-d che Astroscale ha in orbita dal 2021.

La rimozione di detriti è sempre più importante per le agenzie spaziali

Nel corso degli ultimi anni l’interesse delle agenzie spaziali verso il problema dei detriti è aumentato notevolmente, catalizzato anche dall’avvento delle megacostellazioni. Questi progetti rischiano di creare un serio problema all’accesso dell’orbita bassa terrestre a causa del grande numero di satelliti e quindi di un conseguente aumento della probabilità di collisione.

Tra i progetti in cantiere, c’è la già citata ELSA-M programmata nel 2024, ma anche ADRAS-J, una missione della JAXA in due fasi per la rimozione di un stadio superiore di un razzo giapponese H-II. La prima parte è già in fase di realizzazione sempre da Astroscale che programma il lancio del satellite nel 2023, a bordo di un Electron di Rocketlab. Una missione simile è in corso anche per ClearSpace che grazie ai fondi dell’ESA mira a rimuovere nel 2026 un adattatore VESPA di un Vega C, un pezzo del razzo europeo rimasto in orbita dal 2013. 

Infine c’è anche un grande interesse parallelo alla rimozione dei detriti che riguarda l’estensione della vita operativa di satelliti. Operatori come Northrop Grumman hanno già satelliti in orbita che svolgono questa funzione, ed in futuro hanno un strategia molto articolata. Le tecnologie di Life Extension sono infatti molto simili a quelli impiegate per il dorbiting. Non è un caso che anche Astroscale abbia nei piani un sistema simile a Northrop, chiamato LEXI, di cui abbiamo parlato nel dettaglio qui.

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Tags: AstroscaleClearSpaceRegno UnitoUKSA

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