SpaceX ha ottenuto lo scorso luglio ulteriori 250 milioni di dollari da parte d’investitori privati, un dato emerso nel documento pubblicato venerdì 5 agosto 2022 sul sito della U.S. Securities and Exchange Commission. La società di Elon Musk raggiunge nuovi record, nonostante una contrazione generale degli investimenti nel mercato aerospaziale, osservata nella prima metà del 2022.
Le azioni SpaceX sono state sottoscritte da 5 investitori privati che non vengono nominati nel documento della SEC. Questo round è solo l’ultimo di una serie che negli anni ha portato la società ad accumulare una cifra di circa 9,6 miliardi di dollari, suddivisi in 28 round di finanziamenti sottoscritti da una settantina d’investitori, secondo i dati ricavati da Crunchbase.
Il grafico qui riportato mostra come i round di finanziamenti iniziano a intensificarsi, come numero e valore, in concomitanza con il raggiungimento di alcune delle milestone negli ultimi 10 anni di storia di SpaceX come, ad esempio, il primo atterraggio di un Falcon 9 sulla terraferma nel 2015 e la missione Crew Dragon Demo 2 del 30 maggio 2020.
Proprio grazie a questi traguardi, assieme ai numerosi contratti governativi di cui la compagnia è vincitrice, si deve il successo dei seguenti round di finanziamenti che hanno portato a raccogliere l’enorme cifra di 1,9 miliardi di dollari in un singolo round nell’agosto 2020; questo ha fatto balzare il valore dell’equity di SpaceX a 100 miliardi di dollari.
L’ultimo record lo scorso maggio quando, contestualmente a un nuovo round di 1,7 miliardi, il valore dell’equity della società ha raggiunto i 127 miliardi di dollari. Non sono ancora note eventuali variazioni di questo valore in seguito all’ultimo round da 250 milioni perciò si presume sia rimasto invariato.
Il rallentamento degli investimenti private equity
Mentre SpaceX, nei primi sette mesi del 2022 ha già raccolto 2 miliardi di dollari di finanziamenti con una variazione positiva del 73% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, gli investimenti privati nel settore aerospaziale nel suo complesso vedono un rallentamento.
L’ultimo report trimestrale di Space Capital ha evidenziato, infatti, un calo del 45% degli investimenti privati durante il primo semestre del 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021. Il 2021 è stato un anno record, con 45,3 miliardi di dollari investiti nel settore aerospaziale. Questo solamente per quanto riguarda il mercato azionario privato, le cui azioni sono sottoscritte principalmente da soggetti istituzionali quali i fondi Venture Capital.
Il rallentamento era previsto, ed è considerato anche una ovvia conseguenza di congiunture economiche sfavorevoli, come i rialzi dei tassi d’interesse e l’inflazione. Oltre a questi, lo spettro della recessione economica negli Stati Uniti e i problemi derivanti dalle interruzioni della supply chain globale dovuti a carenza di chip e semiconduttori nonché la delicata situazione geopolitica attuale.
Una situazione che, secondo gli analisti, non mette in pericolo il settore aerospaziale in sé, il quale per il suo carattere anticiclico, continua comunque ad essere sostenuto da finanziamenti attraverso fondi privati e pubblici.
La “sete” di SpaceX
Questa “sete” di liquidità da parte di SpaceX trova le sue ragioni principalmente nello sviluppo dei suoi progetti chiave: il programma Starship (qui tutti i progressi aggiornati) e la costellazione satellitare Starlink. Sono due progetti in grado di determinare le sorti di SpaceX, come abbiamo già avuto modo di vedere in approfondimenti dedicati sia a Starlink che ai problemi incontrati nello sviluppo dei motori Raptor, in quanto si tratta di programmi molto ambiziosi, ad alta intensità di capitale e i cui sviluppi risultano essere interconnessi tra loro.
Come è logico attendersi, allo stato attuale sia Starlink che Starship presentano elevatissimi costi di sviluppo che portano a passività pesanti nel bilancio di SpaceX. Per quanto riguarda Starlink, degli analisti di Morgan Stanley stimano che assorbirà 33 miliardi di dollari di gestione operativa nel corso del decennio, prima d’iniziare a generare flussi di cassa attorno al 2031. Stimano inoltre che il costo complessivo di sviluppo dell’intera rete satellitare dovrebbe aggirarsi intorno ai 240 miliardi di dollari.
Starship, dal canto suo, non solo è il veicolo interamente riutilizzabile designato all’esplorazione interplanetaria umana ma la sua enorme capacità di carico la renderebbe una tecnologia abilitante in grado di ridurre ulteriormente i costi di accesso allo spazio e non solo per i satelliti della società di Elon Musk. Secondo analisti di Morgan Stanley, il successo di questi programmi potrebbe addirittura portare il valore di SpaceX al trilione di dollari.
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