Dal complesso di lancio numero 40 di Cape Canaveral, SpaceX ha lanciato la sua ventitreesima missione del 2022. Il Falcon 9 è decollato alle 23:04 dell’8 giugno e a bordo vi era il satellite egiziano per le telecomunicazioni NileSat-301, sviluppato e costruito da Thales Alenia Space. È solamente la quarta volta in cui vediamo l’azienda di Musk portare in orbita un satellite per conto di un ente esterno quest’anno. Questo numero sale a sette se si considerano anche i lanci facenti parte del programma Rideshare.
Sono esclusi dal conteggio le missioni con le capsule Dragon e quelle per portare in orbita i satelliti Starlink, poiché commissionate della stessa SpaceX. I lanci di Starlink rappresentano circa il 61% di tutte le missioni del 2022 effettuate fino ad adesso. Nel 2021 sono state invece il 55% del totale.
Abbiamo dovuto attendere due settimane per vedere un nuovo decollo di un Falcon 9 dopo il successo di Transporter-5 avvenuto il 25 maggio. SpaceX ci ha abituato a una elevata cadenza di lancio e queste “lunghe” pause sembrano quasi anomale. Quest’anno è accaduto solamente 3 volte che passassero più di dieci giorni tra una missione e l’altra. L’attesa maggiore in questo 2022 è stata di poco meno di 18 giorni, avvenuta tra due lanci Starlink a febbraio. SpaceX mantiene comunque la media di una missione ogni 6.9 giorni.
La collaborazione tra Thales Alenia Space e NileSat
NileSat-301 è un satellite per le telecomunicazioni che servirà a fornire servizi radio, televisivi e per il trasferimento dati nel Medio Oriente e nel Nord Africa. La struttura principale del satellite è basata sullo Spacebus-4000B2 sviluppato da Thales Alenia Space.
Il contratto per la realizzazione di NileSat-301 è stato firmato a dicembre 2019 ed è il quarto satellite dell’operatore NileSat e decimo egiziano. Questo nuovo satellite ha una vita operativa di 15 anni e inizialmente affiancherà il NileSat-201 prossimo alla pensione, lanciato nel 2010 grazie a un vettore Ariane. Thales Alenia Space si è occupata della costruzione di entrambi questi satelliti e gestirà anche le fasi iniziali che porteranno al raggiungimento dell’orbita operativa.
Stunning images of Nilesat-301 #satellite’s solar panels being deployed in @Thales_Alenia_S’ clean rooms of Cannes. Nilesat’s geostationary satellite will be launched in the months to come. We are looking forward to it! Stay tuned for upcoming program milestones. @NilesatSocial pic.twitter.com/XxetQ6qzur
— Thales Alenia Space (@Thales_Alenia_S) February 3, 2022
NileSat-301 ha una massa di circa 4 tonnellate e parte di questa è composta dal carburante necessario ad alimentare i motori del satellite. Il Falcon 9 ha rilasciato il satellite su un’orbita geostazionaria di trasferimento e non su quella finale da dove poi potrà iniziare a trasmettere. Ciò significa che serviranno alcuni mesi di viaggio prima di raggiungere l’orbita operativa e per farlo dovrà utilizzare il proprio sistema propulsivo.
Per NileSat è il quarto satellite che arriva nello spazio, il primo era stato lanciato nel 1998. Si tratta anche della prima collaborazione con SpaceX.
Il Falcon 9 dei satelliti geostazionari e dei due equipaggi privati
L’azienda di Musk ha completato con successo la missione utilizzando il primo stadio con numero di serie B1062, uno dei 12 attualmente attivi nella flotta. I primi due lanci di questo booster sono serviti per portare in orbita due satelliti GPS di nuova generazione. Tali missioni sono avvenute una a novembre 2020 e la successiva a giugno dello scorso anno.
In seguito, proprio grazie al B1062 SpaceX ha completato con successo la storica missione Inspiration4, portando in orbita il primo equipaggio interamente privato. Il primo lancio del 2022 è stato effettuato proprio utilizzando questo Falcon 9, con un carico di satelliti Starlink. SpaceX poi ha stabilito un nuovo primato sempre con il B1062, portando sulla ISS il primo equipaggio privato, ovvero gli astronauti di Ax-1. Prima di NileSat-301, questo booster aveva completato un’altra missione con satelliti Starlink.
Siccome NileSat-301 deve raggiungere l’orbita geostazionaria, il satellite necessita più spinta rispetto quelli che giungono in orbita terrestre bassa. Ciò comporta un maggiore consumo di carburante e implica il fatto che il booster non riesca a tornare sulla terraferma. Il Falcon 9 dopo 8 minuti e 42 secondi è quindi atterrato senza problemi sulla chiatta Just Read The Instructions. Questa si trovava a circa 678 km dal punto di partenza del booster.
Continua a seguire Astrospace.it sul canale Telegram, sulla pagina Facebook e sul nostro canale Youtube. Non perderti nessuno dei nostri articoli e aggiornamenti sul settore aerospaziale e dell’esplorazione dello spazio.