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Satelliti che deorbitano e supporto mancato alle isole Tonga. Gli ultimi sviluppi di Starlink

Andrea D'Urso di Andrea D'Urso
Febbraio 21, 2022
in News, Space economy, SpaceX
Lancio della missione Starlink 4-8.

Lancio della missione Starlink 4-8.

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Dopo una breve pausa riprendono i lanci di SpaceX. Oggi sono partiti 46 satelliti della costellazione Starlink. Il Falcon 9 è partito dal complesso di lancio numero 40 di Cape Canaveral alle 15:44 secondo il fuso orario italiano. La missione è denominata Starlink-4.8. Si tratta del lancio numero sette del 2022 per SpaceX, con il precedente, avvenuto il 3 febbraio. In quell’occasione SpaceX è stata molto sfortunata dato che ha perso quasi la totalità dei satelliti lanciati per le conseguenze di una tempesta solare. Ha inoltre rischiato di perdere il booster dopo l’atterraggio.

Oggi invece, sono state prese le dovute precauzione per evitare nuovamente incidenti simili. Per la seconda volta, il carico ha raggiunto l’orbita terrestre a bordo di un primo stadio al suo undicesimo volo, riutilizzato in tempi record. Con questi ultimi 46 Starlink il numero di satelliti lanciati raggiunge quota 2135, ma oltre 250 sono già rientrati in atmosfera distruggendosi o sono in procinto di farlo.

Le precauzioni adottate per le tempeste solari

A inizio febbraio una tempesta geomagnetica ha causato l’aumento di densità dell’atmosfera alla quota alla quale SpaceX aveva da poco rilasciato i suoi Starlink. I satelliti quindi hanno iniziato a perdere velocità a causa dell’attrito. L’azienda ha così perso nel giro di un giorno 38 Starlink su 49 lanciati.

Ciò è accaduto perché il secondo stadio del Falcon 9 rilascia i satelliti a una quota molto bassa, 210 km. In questo modo i satelliti che presentano malfunzionamenti possono deorbitare in breve tempo senza lasciare detriti. Per evitare di ritrovarsi nuovamente in una situazione di questo tipo, SpaceX ha modificato il profilo di volo, rilasciando i satelliti a una quota maggiore. Gli Starlink si sono separati dal secondo stadio quando si trovavano a un’altezza di 325 km. Per completare la missione l’azienda ha impiegato poco più di un’ora, mentre con il profilo di lancio precedente erano sufficienti 15 minuti. Nel seguente video una ripresa del rientro distruttivo di alcuni satelliti Starlink.

Come ha confermato ad Astrospace Matteo Miluzio, astronomo e divulgatore scientifico, il Sole nell’ultimo periodo ha aumentato la sua attività, con quattro regioni attive e rivolte verso la Terra. A causa di questa maggiore attività SpaceX ha deciso di giocare d’anticipo e rilasciare i satelliti a una quota più alta, dove difficilmente saranno affetti da un’amento di densità dell’atmosfera. Una manovra per evitare rischi non necessari. Gli Starlink poi proseguiranno verso la loro destinazione finale, posta a 550 km di altezza, grazie ai loro motori. L’aumento di quota ha costretto SpaceX a ridurre il numero di satelliti lanciati, che sono passati da 49 a 46, per alleggerire il carico.

Rapporto tra Gateway e satelliti.

Le stazioni di terra, chiamate Gateway, sono il cuore dell’intera infrastruttura Starlink. È proprio grazie ai Gateway che il segnale arriva ai satelliti per poi essere indirizzato verso le parabole. Questa stazioni di terra potrebbero rappresentare il collo di bottiglia per le comunicazione una volta che la diffusione di Starlink avrà preso piede. Per tale ragione SpaceX ne sta costruendo diversi sparsi per il mondo. Non sempre i diversi Stati rilasciano però i permessi per commercializzare il servizio, come successo recentemente in India, o per costruire nuovi Gateway. In un piccolo villaggio a nord della Francia, più precisamente a Saint-Senier-de-Beuvron, il sindaco ha negato a SpaceX i permessi per la costruzione delle antenne. Secondo il primo cittadino l’azienda non ha fornito tutti i dati relativi all’impatto che le antenne avrebbero sulla salute.

Attualmente, per poter trasmettere i dati agli utenti i satelliti devono essere in grado di “vedere” sia le parabole che i Gateway contemporaneamente. Questo è uno dei motivi per cui il servizio non è ancora attivo in diverse zone del pianeta. Nel sud Italia infatti, non è ancora possibile utilizzare Starlink, perché i satelliti non sarebbero in grado di collegarsi ai Gateway presenti attualmente solo in nord Europa. Sembrerebbe inoltre che SpaceX abbia risolto i problemi legati alla produzione dei kit di connessione. Lo stesso Musk ha dichiarato che i terminali attivi sono oltre 250 mila, rispetto ai 145 mila di fine 2021. Questi ritardi, nel 2021 avevano portato anche a 10 mesi di attesa per la consegna di alcuni kit di connessione.

Il supporto di SpaceX a Tonga

A seguito dell’eruzione del vulcano Hunga Tonga-Hunga Haʻapai del 15 gennaio, Musk aveva dichiarato che avrebbe aiutato a ristabilire le connessioni tramite Starlink. Diverse isole infatti, sono rimaste completamente isolate poiché l’eruzione ha danneggiato i cavi sottomarini usati proprio per le telecomunicazioni. L’aiuto proposto da Musk ha riscontrato diversi problemi, poiché in quella zona non sono presenti Gateway.

Per tale ragione alcuni ingeneri di SpaceX si sono recati nelle isole Fiji per installare dei Gateway temporanei. In seguito a questa operazione Musk ha donato 50 parabole per aiutare la popolazione nelle operazioni di ricostruzione delle infrastrutture. Trovandosi vicino all’equatore, il passaggio degli Starlink non è continuo e gli utenti riscontreranno però diverse interruzioni del servizio. Nonostante questo, il servizio Starlink provvisorio non è ad oggi ancora attivo nelle isole Tonga, mentre procede la riparazione delle comunicazioni via cavo sottomarine.

The clock is ticking for @elonmusk. Will @SpaceX provide Starlink service from their temporary gateway in Fiji to Tonga before the submarine cable it lit up again tomorrow? So far no evidence of a working Starlink user terminal has emerged. https://t.co/ME2bcyY2IL

— Megaconstellations ???️?️?️?️?️?️ (@Megaconstellati) February 21, 2022

Undici voli anche per il B1058

Per la seconda volta SpaceX riesce a riutilizzare con successo un Falcon 9 che aveva già supportato 10 lanci. Si tratta del primo stadio con numero di serie B1058, un booster particolare in quanto porta la scritta NASA, ormai coperta dalla fuliggine. La scritta è stata fatta per la prima missione del B1058: Demo-2. In quell’occasione è stato portato in orbita il primo equipaggio di una capsula Dragon. In seguito SpaceX ha riutilizzato questo Falcon 9 per le missioni ANASIS-2 e CRS-21. Ha supportato due lanci rideshare, ovvero Transporter 1 e 3, e ben sei missioni Starlink, compresa l’ultima.

Nonostante il B1058 non ha raggiunto per primo gli undici voli, lo ha fatto nel minor tempo. È trascorso poco più di un mese dalla sua precedente missione, in quanto SpaceX lo aveva utilizzato il 13 gennaio. Come ormai di consueto, SpaceX ha riutilizzato anche le coperture che proteggono il carico durante la prima fase di volo. Starlink-4.8 è stata per le due metà del fairing, la quarta missione.

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Tags: SpaceXstarlink

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