Concluso il 2021 con 31 missioni portate a termine con successo, SpaceX inizia un nuovo anno di lanci oggi 6 gennaio, con una missione Starlink partita dal pad 39A del Kennedy Space Center quando in Italia erano le 22:49. A bordo del Falcon 9 c’erano 49 Starlink, che portano così a 1991 il numero di satelliti che hanno raggiunto l’orbita terrestre. Ora, se SpaceX riuscirà a mantenere il ritmo dello scorso anno potrebbe arrivare a effettuare 40 lanci. Di questi, cinque sono quelli previsti che vedranno l’utilizzo del Falcon Heavy, il lanciatore pesante dell’azienda e attualmente il razzo più potente al mondo attivo sul mercato.
L’andamento degli ordini e la diatriba con l’India
SpaceX ha chiuso il 2021 con circa 150 mila utenti attivi al servizio di connessione satellitare. Durante il lancio SpaceX ha annunciato che attualmente sono oltre 145000 gli utenti attivi. Inoltre, a ottobre Starlink è anche uscita dalla fase beta divenendo un servizio attivo a tutti gli effetti. La connessione satellitare però, non ha ancora raggiunto le prestazioni ottimali, in quanto servono ancora un gran numero di satelliti per una adeguata stabilità. La prima fase infatti, prevede di avere in orbita 4408 satelliti, mentre quelli attualmente attorno alla terra sono 1842, di cui operativi 1468. Molti Starlink sono ancora in viaggio per raggiungere la loro orbita di destinazione, situata a 550 km di altezza.
Un problema riscontrato da SpaceX, e da molte altre aziende durante questi ultimi anni, è la mancanza di componenti per costruire apparecchi elettronici. La scarsità di microchip ha rallentato la produzione dei kit di connessione, con conseguente ritardo nelle consegne. Alcuni utenti che avevano effettuato il proprio ordine a febbraio 2021 hanno ricevuto la parabola solo in questi giorni. Con loro sorpresa però, SpaceX ha inviato la nuova versione della parabola, più performante e dalle dimensioni più contenute.
Starlink nel corso del 2021 è divenuto un servizio attivo in più di 20 Paesi, ma c’è una nazione dove ancora fatica a ottenere i permessi. Si tratta dell’India, dove a novembre il Dipartimento delle Telecomunicazioni dissuadeva i cittadini dal sottoscrivere contratti per l’utilizzo di Starlink. Il governo indiano infatti non ha ancora rilasciato i permessi a SpaceX per poter utilizzare il servizio di connessione e non si sa se e quando tali concessioni verranno rilasciate.
Potrebbe trattarsi di una mossa politica per favorire l’azienda indiana Bharti Airtel che ha investito in OneWeb, il principale concorrente di Starlink. A inizio anno quindi, SpaceX si è vista costretta a dover rimborsare i circa 5000 utenti che avevano depositato i 99 dollari iniziali per ricevere il kit. Si tratta di un duro colpo per l’azienda di Musk, che prevedeva di avere 200,000 utenti attivi entro la fine del 2022 solamente in India.
Un nuovo anno che parte con alcune difficoltà
Per portare in orbita il secondo stadio con in cima i 49 Starlink SpaceX ha utilizzato il Falcon 9 B1062, che aveva già supportato tre missioni in precedenza. Il lancio, denominato Starlink-4.5, è stato quindi il suo quarto volo. Il booster aveva già gestito due missioni per portare in orbita due satelliti GPS di terza generazione: il SV04, lanciato il 6 novembre 2020, e lo SV05 partito il 17 giugno 2021. Successivamente è stato utilizzato per la storica missione Inspiration4, con i 4 astronauti che hanno raggiunto l’orbita terrestre il 16 settembre.
Il profilo della missione Starlink-4.5 era molto differente rispetto quanto visto in passato. L’orbita di destinazione dei satelliti ha un’inclinazione di 52,3° e quindi il Falcon 9 non è partito dalla Florida in direzione nord-est come suo solito. Questa volta ha viaggiato verso sud-est. L’azienda non ha commentato la scelta di effettuare questo cambio di profilo missione. L’ipotesi più probabile riguarda il luogo del rientro del booster. Il B1062 infatti è atterrato sulla chiatta A Shortfall Of Gravitas situata a 637 km di distanza, poco al largo delle coste di Nassau. Qui le acque dovrebbe essere più tranquille rispetto al solito punto selezionato nell’Oceano Atlantico per posizionare la chiatta. Sembrerebbe infatti che proprio a causa del mare agitato SpaceX abbia rischiato di perdere un Falcon 9 anche durante l’ultima missione del 2021, la CRS-24.
In quell’occasione il booster, che non aveva mai volato prima, ha fatto ritorno in porto inclinato e con alcuni motori danneggiati. Anche l’Octagrabber, il robot che ha il compito di ancorare il primo stadio alla chiatta ha subito danni. È possibile che durante le operazione di ancoraggio le onde abbiano fatto muovere il booster sulla chiatta, che ha rischiato di finire fuori bordo per poco. A causa di questo piccolo incidente quindi, SpaceX deve effettuare alcune riparazioni sulla Just Read The Instructions e sul suo Octagrabber. Ciò potrebbe richiedere tempo, costringendo l’azienda a utilizzare una sola chiatta presente in Florida e quindi rallentando la velocità con cui effettua le missioni.
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