Agenzie Spaziali
| On 3 anni ago

La NASA vuole far volare l’SLS fino al 2050 e oltre, ma a metà del prezzo

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L’Agenzia Spaziale Americana ha pubblicato ieri, 26 ottobre 2021, una Request for Information (RFI) per allungare la vita operativa dello Space Launch System fino al 2050, e oltre. Una RFI è una richiesta formale d’informazioni che la NASA fa, in questo caso, al settore industriale privato americano. L’obbiettivo è capire se l’industria privata coinvolta nella costruzione dell’SLS è interessata e riuscirebbe a mantenere attivo il razzo fino e oltre il 2050.

Attualmente il primo SLS si trova all’interno del VAB del Kennedy Space Center, in preparazione per il suo primo lancio con la capsula Orion, previsto per la prima metà del 2022. Il vettore pesante è sviluppato da una serie di aziende americane, guidate da Boeing come main partner e società che ha sviluppato il core centrale e il secondo stadio. Aerojet- Rocketdyne ha prodotto i motori RS-25 che alimentano lo stadio di Boeing, e Northrop Grumman i booster laterali a propellente solido. L’SLS è però caratterizzato da una storia complessa. Inizialmente avrebbe dovuto volare nel 2016, ed essere sviluppato e costruito con meno di 12 miliardi di dollari, attualmente sono stati superati i 30 miliardi.

Perché allora la NASA intende richiedere un prolungamento della vita operativa di questo vettore? La caratterista principale dell’SLS è che esso rimane un vettore di proprietà della NASA. In questa RFI l’Agenzia afferma invece che intenderebbe traslare la proprietà intellettuale alle aziende coinvolte, compresa quella delle attività di terra necessarie al funzionamento e al trasporto del vettore, attualmente anche sviluppate dalla stessa NASA.

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Schema dei vari anelli e che compongono il core centrale dell’SLS. Credits: NASA.

In cerca di sconti

In questo passaggio, la NASA si riserva però di rimanere il cliente principale e privilegiato, con un volo all’anno garantito, per il trasporto di astronauti verso la Luna. Sarà però possibile per le altre aziende vendere servizi di lancio con l’SLS anche ad altri enti governativi e di ricerca internazionali. Allo stesso tempo viene però richiesto un abbassamento del prezzo del 50% per ogni lancio. Il costo per ogni SLS non è ancora stato comunicato, ma alcuni documenti lo stimano in circa due miliardi per ogni missione. Una diminuzione del prezzo sarà quindi del tutto sensata, anche in virtù del mercato.

Sempre il mercato rischia di essere una incognita pesante. Sviluppare l’SLS per altri 20 anni con un lancio garantito all’anno, potrebbe essere una manna dal cielo per le aziende coinvolte. Se però il venderlo alla NASA al 50% del prezzo non sarà conveniente, potrebbero non ritenere possibile ammortizzare i conti con  lanci per clienti internazionali. Come citato in un articolo di Eric Berger, un programma del genere non è una novità. All’inizio degli anni ’90 la NASA cedette la gestione completa dello Shuttle alla ULA, una joint venture fra Rockwell International e Lockheed Martin, che nacque per l’occasione.

Un passo avanti e uno indietro

Se un’operazione di questo tipo andasse a buon fine, si perderebbe uno dei motivi principali di esistenza dell’SLS: il mantenimento strategico di un mezzo per gli interessi nazionali. Avere un mezzo di uso esclusivo della NASA per raggiungere la Luna, garantirebbe infatti una parziale sicurezza agli USA, invece che affidarsi completamente a privati. Sembra invece che i tempi siano quasi maturi anche per questo passaggio.

Dall’altro lato, lo sviluppo dell’SLS per altri due decenni garantirebbe una quasi certezza che ne vengano sviluppati degli upgrade. In primo luogo un nuovo secondo stadio, chiamato Exploration Upper Stage. Questo sarà dotato di 4 motori RL 10, invece che del singolo montato sull’ICPS. In questo modo si alzerà il carico utile verso la Luna dai 26 000 kg della versione attuale, ai 35 000 kg nella versione Block 1b in versione Crew (con la capsula Orion) e a 40 000 kg nella versione Block 1b cargo.

Versioni attualmente previste per l’SLS (le prime due) e quelle ipotizzate.

La seconda versione, chiamata Block 2, prevede la sostituzione dei booster a propellente solido con una nuova versione a propellente liquido. Per ora è stata accennata come possibile upgrade da sviluppare dopo il 2030. Un ente privato interessato a rendere competitivo l’SLS nel mercato dei lanciatori commerciali pesanti (mercato che attualmente non esiste) potrebbe avere tutto l’interesse allo sviluppo di queste nuove versioni.

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