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| On 3 anni ago

Rientrata la Dragon, questa notte si è conclusa la storica missione Inspiration4

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Con l’ammaraggio della Dragon Resilience, avvenuto al largo della Florida alle 1:07, termina con successo Inspiration4, partita il 16 settembre. È stata la prima missione della storia oltre l’atmosfera terrestre i cui partecipanti erano tutti cittadini privati, inaugurando così il settore del turismo in orbita.

Inspiration4 inoltre, ha stabilito molti nuovi record, non solo per SpaceX che l’ha condotta ma per l’esplorazione spaziale in generale. Hayley Arceneaux è diventata l’astronauta americana più giovane ed il primo essere umano a raggiungere lo spazio con una protesi. La dottoressa Sian Proctor invece è la quarta donna di colore a raggiungere l’orbita e la prima che lo abbia fatto con il ruolo di pilota. La missione ha dimostrato che anche privati cittadini possono viaggiare nello spazio e farlo in totale sicurezza grazie agli enormi sviluppi della tecnologia.

Per 2 giorni 23 ore e 3 minuti SpaceX ha avuto ben 3 diverse Dragon in orbita. Due attraccate alla ISS, ovvero Endeavour della missione Crew-2 e la Cargo di CRS-23, e la capsula di Inspiration4.

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I giorni in orbita

Il traffico attorno alla Terra è stato decisamente elevato durante questo breve periodo. Fra il 16 e 17 settembre erano presenti ben 14 persone, distribuite su tre diversi mezzi spaziali. Oltre ai 4 astronauti di Inspiration4 infatti vi erano anche i sette astronauti presenti sulla ISS ed i tre taikonauti sulla Stazione Tiangong. Questi ultimi hanno fatto ritorno il 17 settembre, dopo 92 giorni nello spazio.

Jared Isaacman, Sian Proctor, Hayley Arceneaux e Chris Sembroski durante il loro soggiorno hanno effettuato diverse video conferenze, ufficiali e non. La prima è stata con l’ospedale St. Jude, per la quale la missione aveva l’obbiettivo di raccogliere fondi. I 4 astronauti hanno parlato con alcuni bambini malati che si trovano nella struttura, rispondendo alle loro domande e mostrando loro la vita in assenza di peso.

Successivamente hanno presenziato al momento del suono della campana alla Borsa di New York per poi tenere una conferenza sul canale ufficiale di SpaceX. Tra coloro che hanno potuto parlare privatamente con i passeggeri della Dragon c’è stato anche Tom Cruise. Il famoso attore americano ha chiesto informazioni sulla vita in orbita, dato che presto intraprenderà anche lui un viaggio simile per girare un film sulla ISS.

L’equipaggio di Inspiration4 durante un collegamento con la Terra. Credits: SpaceX

Durante il loro soggiorno hanno effettuato anche alcuni esperimenti, incentrati sullo studio del comportamento umano nello spazio. Nonostante queste diverse attività, i 4 astronauti hanno potuto godere anche di diverso tempo libero. La capsula offriva loro tutte le comodità di cui avevano bisogno, anche se mancava uno scaldavivande. I pasti infatti sono stati consumati freddi, tra cui anche una pizza. Musk riguardo ciò ha dichiarato che lo implementeranno per il prossimo viaggio.

Il rientro. Le incredibili capacità della Dragon

Le manovre che hanno portato la capsula ad ammarare con successo sono iniziate circa un giorno prima del rientro, per evitare di sollecitare troppo la struttura. La Dragon infatti ha viaggiato a un’altezza molto maggiore, 575 km, rispetto a quanto accaduto con le missioni verso la ISS. Per questa ragione, la quota è stata abbassata gradualmente prima di entrare nella fase finale del rientro. Resilience infatti si è portata prima a 365 km, per poi stabilizzare l’orbita ed eseguire gli ultimi controlli.

La fase finale è durata circa un’ora, con molti eventi che si sono susseguiti velocemente e tutti effettuati in automatico. Il primo di questi eventi è stata la separazione tra capsula e trunk, la sezione cilindrica con i pannelli solari e gli scambiatori di calore. In seguito, i 16 motori Draco hanno orientato la capsula e le hanno permesso di abbassare l’orbita per poi iniziare la discesa.

Sono seguiti poi 7 minuti di assenza delle comunicazioni, a causa dell’impatto della Dragon con l’atmosfera. Il plasma generato infatti va a interferire con le comunicazioni con le stazioni di Terra. Durante questa fase si raggiungono temperature di circa 1926°C, calore che viene assorbita dallo scudo termico posizionato sul fondo. Circa 4 minuti prima dell’ammaraggio la Dragon ha liberato i due piccoli parafreni utilizzati per iniziare a rallentare la discesa. Successivamente è stata la volta dei 4 paracadute principali che hanno permesso ai 4 astronauti di tornare a casa sani e salvi.

La nave GO Searcher poi ha proceduto al recupero in mare di Resilience e del suo equipaggio a circa 44 km dalla costa della Florida, nell’Oceano Atlantico. Si tratta del secondo rientro di successo per questa specifica Dragon, in quanto in precedenza era stata utilizzata per la missione Crew-1. Ora sarà ricondizionata e usata per un nuovo volo. 

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La cupola, vera protagonista

L’obbiettivo di SpaceX era quello di offrire ai propri passeggeri un’esperienza unica. Proposta l’idea della cupola, l’azienda ha impiegato solamente 6 mesi per progettarla, testarla e prepararla al volo. Le prove effettuate sono servite a verificarne la resistenza strutturale non solo alle diverse sollecitazioni del volo ma anche al vuoto dello spazio. SpaceX ha così portato in orbita la più grande finestra realizzata in un pezzo unico che abbia mai raggiunto l’orbita.

 

Da qui l’equipaggio ha potuto godere di una vista unica sul nostro pianeta, scattare foto e tenere conferenze con la Terra a fare da sfondo. È possibile che in futuro vedremo missioni simili utilizzando cupole di questo tipo.

La missione Inspiration4 aveva inoltre una missione secondaria, ma fondamentale: raccogliere 200 milioni di dollari di donazioni per l’ospedale St. Jude. Al momento del rientro sono stati raccolti un totale di 160 milioni di dollari. La campagna si concluderà a novembre, quando verrà eseguita l’asta degli oggetti portati in orbita. Ieri sera però, dopo il rientro della Dragon, lo stesso Elon Musk ha annunciato una sua donazione di 50 milioni di dollari. 

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