Con l’avvento dell’amministrazione Trump l’accelerazione delle policy nel settore spaziale è stata evidente. L’ultimo mese e mezzo ha segnato un punto di svolta che promette di avere un forte impatto sugli anni a venire. Infatti, ad inizio aprile la Casa Bianca ha firmato un ordine esecutivo riguardante l’estrazione e l’utilizzo delle risorse presenti nello spazio.
Sul canale Youtube di Astrospace.it abbiamo realizzato un approfondimento apposito sugli Accordi Artemis:
L’ordine esecutivo di Aprile non ha cambiato nulla nella sostanza, poiché ha semplicemente messo nero su bianco ciò che già si sapeva. Gli Stati Uniti ritengono che lo spazio non debba essere inteso come un bene comune. Pochi giorni dopo, Washington ha aperto alla cooperazione con i suoi alleati storici per il superamento del Trattato sullo Spazio del 1967.
We go, together! We’re building a coalition of nations that will help land the first woman and next man on the Moon. The Artemis Accords establish a shared vision for international partners that join in humanity’s return to the lunar surface:
Noi andremo, insieme! Stiamo costruendo una coalizione di nazioni che aiuterà la prima donna ed il prossimo uomo a mettere piede sulla Luna. Gli Accordi Artemis stabiliranno una visione condivisa per i partner internazionali che vorranno unirsi a noi nel ritorno dell’uomo sulla superficie lunare.
Jim Bridenstine, amministratore NASA
L’obiettivo degli Accordi Artemis è evidente, la NASA è intenzionata a chiedere a tutti i paesi interessati a cooperare al raggiungimento del programma Artemis di impegnarsi a seguire una serie di principi orientati al supporto di un futuro spaziale più sicuro, prospero e pacifico. Saranno quindi, una serie di patti bilaterali tra gli Stati Uniti ed i paesi interessati a cooperare. Verranno regolamentate tutte le attività inerenti l’esplorazione lunare con l’eccezione del lunar Gateway, la cui cooperazione internazionale verrà regolamentata tramite una estensione dell’accordo intergovernativo (IGA) già in uso per la Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Non era pensabile l’estensione dello stesso per i fini del programma Artemis. Il Gateway infatti già nel marzo scorso è stato separato dal programma Artemis per via dei rallentamenti che avrebbe prodotto. Tuttavia, verrà utilizzato come supporto logistico, almeno fino ad Artemis III, previsto nel 2024.

Gli accordi prevedono la creazione delle “Safety Zones” come trapelato qualche giorno fa. Saranno così definite le aree circondanti i luoghi delle attività condotte dagli Stati Uniti e dai loro partner con l’intento di evitare interferenze che possano mettere a rischio la sicurezza delle operazioni. Il tutto in totale accordo con i precedenti trattati.
Viene sancito il diritto all’estrazione e all’utilizzo delle risorse presenti sulla superficie lunare. L’ordine esecutivo del 6 aprile andava proprio in questa direzione incoraggiando gli altri paesi ad adottare la posizione sposata da Washington. Una posizione riassumibile nel riconoscimento del diritto all’uso delle risorse spaziali sia da parte del pubblico sia da parte di attori privati.
Gli Accordi Artemis comprenderanno una serie di dieci principi, la maggior parte dei quali volti ad implementare precedenti aspetti del Trattato sullo Spazio del 1967 e dei successivi trattati. Vengono infatti riaffermati l’uso pacifico dello spazio, l’obbligo di registrazione degli oggetti che si intende immettere in orbita ed il principio riguardante il mutuo soccorso degli astronauti in caso di emergenza. Novità rispetto ai principi più affermati riguarderanno l’interoperabilità dei sistemi, la condivisione delle scoperte scientifiche e la preservazione dei siti storici lunari come quello dell’allunaggio dell’Apollo.
Questo vero e proprio decalogo rappresenta e riassume la chiara visione che gli Stati Uniti hanno dello spazio. Traspare un forte pragmatismo condito da una visione di lungo periodo di quelle che possono essere sia le potenzialità che i rischi. Si cerca di anticipare ove possibile le criticità che si verranno a creare fra attori pubblici e privati e fra partner stessi, mantenendo tuttavia una certa flessibilità che lasci spazio di manovra nei negoziati bilaterali.
I Principi degli Accordi Artemis
Uso pacifico
In accordo con il Trattato sullo Spazio del 1967, rimane centrale l’uso pacifico dello spazio. Inoltre, si intende la cooperazione riguardante il programma Artemis come un punto di partenza per migliorare anche la cooperazione a terra.
Trasparenza
Concetto molto pragmatico, si prevede infatti che le politiche ed i piani delle nazioni partner vengano descritti pubblicamente.
Interoperabilità
Questo principio è riferito ai sistemi spaziali, un altro principio molto pratico. L’utilizzo di standard internazionalmente riconosciuti sarà di fondamentale importanza per la creazione di partnership di lungo termine.
Soccorso d’emergenza
Nulla di nuovo, viene semplicemente riaffermato il principio cardine del trattato sul soccorso degli astronauti del 1968 (Agreement on the Rescue of Astronauts, the Return of Astronauts and the Return of Objects Launched into Outer Space).
Iscrizione nel registro degli oggetti spaziali
Una delle pratiche più importanti per assicurare uno spazio sicuro e aperto è rappresentata dal mantenimento di un registro centrale dove ogni oggetto in orbita venga segnato prima del lancio. In altre parole questo principio serve ad assicurarsi che ogni partner della NASA segua tale protocollo sancito dalla Registration Convention nel 1974.
Comunicazione di dati scientifici
La NASA si è sempre impegnata a condividere in maniera aperta i dati scientifici raccolti e si aspetta che i futuri partner seguano l’esempio per far si che tutti possano beneficiare delle scoperte fatte dal programma Artemis.
Protezione del patrimonio
Proteggere i siti storici e gli artefatti sarà importante sulla Luna tanto quanto lo è oggi sulla Terra. Partecipando agli Accordi Artemis, i partner si impegnano a proteggere questi siti di valore storico per l’intera umanità.
Utilizzo delle risorse spaziali
La possibilità di estrarre ed utilizzare le risorse della Luna, di Marte e degli asteroidi sarà chiave per supportare la vita degli astronauti e lo sviluppo dell’esplorazione spaziale. Gli Accordi Artemis puntano a riconoscere tale pratica come legale e a farla rientrare nella cornice più ampia sancita dal Trattato sullo Spazio del 1967, in particolare all’articolo II, VI, e XI.
Attività per la risoluzione dei conflitti
Evitare interferenze potenzialmente rischiose per gli astronauti è sicuramente di fondamentale importanza per ogni nazione. Gli Accordi Artemis vogliono risolvere la problematica con la creazione delle zone di sicurezza (“Safety Zones”), ovvero delle aree di interdizione motivata dagli scopi delle attività che si andranno ad operare. In tal modo si ritiene di poter abbassare le probabilità del verificarsi di situazioni conflittuali. In particolare si fa riferimento all’obbligo di notificare la scala e gli scopi delle operazioni al fine di migliorare il coordinamento, rispettando il principio della debita considerazione sancito all’articolo XI del Trattato sullo Spazio del 1967.
Detriti spaziali e dismissione dei veicoli spaziali
Preservare l’ambiente spaziale è essenziale tanto per gli attori pubblici quanto per quelli privati. Gli Accordi Artemis prevedono dunque di agire in accordo con le linee guida emanate delle Nazioni Unite (Space Debris Mitigation Guidelines of the United Nations Committee on the Peaceful Uses of Outer Space). In aggiunta, le nazioni partner si impegnano a mitigare la creazione di detriti con tutte le misure necessarie, compresa la pianificazione della dismissione dei veicoli a fine missione.

Per concludere, il responsabile per le relazioni internazionali e per quelle interagenzia della NASA (OIIR), Mike Gold, ha affermato in un’intervista che solamente adesso partiranno i negoziati con i potenziali partner. Infatti, la NASA ha appena completato la revisione interagenzia necessaria a ricevere il via libera per la condivisione di tale documentazione con le altre nazioni, pertanto al momento non c’è alcun partner da annunciare. Gold ha poi sottolineato che “gli Accordi Artemis sono intrinsecamente organici ed aperti. Ci permetteranno di collaborare con ogni paese che esprimerà un interesse in tal senso.” I dettagli di ogni accordo bilaterale verranno poi definiti tra le parti al fine di preservare la riuscita delle attività spaziali previste.
C’era da tempo il bisogno di norme chiare per l’utilizzo delle risorse spaziali e la Casa Bianca non si è fatta attendere. Cogliendo l’opportunità creata dal Programma Artemis sta promuovendo norme e principi per la regolamentazione internazionale superando l’impasse che si sarebbe prodotta in sede COPUOS. Sicuramente rimangono delle questioni che andranno affrontate più nel dettaglio, come il principio della trasparenza, o cosa viene considerato di valore storico e cosa no (nonostante la NASA abbia proposto una lista già nel lontano 2011). Tuttavia, Washington non lascerà nulla al caso. Il programma Artemis si appresta a diventare uno strumento di punta della politica estera americana. L’obiettivo dichiarato è di rimanere punto di riferimento nel settore spaziale, mantenendo la leadership costituita sia sul versante policy che sul versante tecnologico.