Scrivo questo articolo l’8 di Marzo. Scrivo per omaggiare una grande missione europea diretta su Marte, metà della quale il pianeta rosso lo ha già raggiunto. Ad una parte di questa missione è stato dato il nome di una grande scienziata, una donna che purtroppo come altre incarna una delle problematiche più grandi della scienza dello scorso secolo: l’assenza del riconoscimento del loro lavoro.
Rosalind Franklin è stata una scienziata inglese che ha lavorato principalmente negli anni ’40 e ’50 nel campo della cristallografia, chimica e biochimica. Nel 1953 Rosalind fu vittima di uno dei peggiori “furti scientifici” della storia della scienza. Le sue analisi dati e le sue fotografie furono infatti utilizzate per formulare l’ipotesi dell’esistenza del DNA senza che a lei venissero realmente attribuite. In più sembrerebbe che da alcune foto Rosalind avesse già ampiamente scoperto la doppia elica del DNA prima di Francis Crick, Maurice Wilkins e James Dewey Watson che per questa scoperta ricevettero il premio Nobel e fama internazionale.
ExoMars2020
Non è un caso se questo rover ha preso il nome da una grande scienziata come Rosalind Franklin. Oltre all’intenzione di omaggiarla, la missione del rover è particolarmente legata alla scienza e alle scoperte della scienziata inglese. ExoMars2020 fa parte infatti di una missione più ampia progettata dall’agenzia spaziale europea e dall’agenzia spaziale russa con l’obiettivo di cercare tracce di vita e di molecole organiche su Marte.

Tre sono i mezzi che fanno parte di ExoMars2020. Il primo è una sonda che dal 2016 è in orbita intorno a Marte chiamata TGO, Trace Gas Orbiter. Questa sonda trasportava la seconda parte della missione, il lander Schiapparelli, fungerà poi da ponte radio per il rover e studierà l’atmosfera e la superficie di Marte alla ricerca di tracce di molecole organiche.
La seconda parte della missione, arrivata su Marte nel 2016 è purtroppo fallita. Il lander Schiapparelli doveva essere una stazione meteo per studiare l’atmosfera marziana ma purtroppo un errore all’accensione dei retrorazzi lo ha fatto schiantare sulla superficie. I razzi avrebbero dovuto rimanere accesi fino quasi al contatto con la superficie ma un errore software li ha fatti spegnere quando il lander era ancora all’altezza di qualche centinaio di metri.
La parte più corposa, interessante e complicata della missione, deve invece ancora arrivare sul pianeta rosso. Il rover di ExoMars 2020, che appunto si chiamerà Rosalind Franklin, dovrà partire a Luglio di quest’anno ma per alcuni problemi ai paracadute si teme un rinvio di ben 26 mesi. La decisione definitiva è prevista per metà marzo. Rosalind Franklin è il primo tentativo dell’ESA di mandare un rover così grande e complesso su Marte. E’ molto differente da quelli della NASA, sia per dimensioni che per obiettivi.
Per fare un paragone, Perseverance, il rover americano che partirà nel 2020, pesa poco più di 1000 Kg ed ha una strumentazione scientifica talmente ampia da necessitare di un RTG per essere alimentato. Questo vuol dire che come il suo predecessore Curiosity, ha al suo interno un campione radioattivo di Plutonio che decadendo produce calore, a sua volta poi convertito in energia elettrica. Il rover Europeo supera invece i 300Kg di peso ed è alimentato a pannelli solari. La ricerca di ExoMars 2020 è però più specifica e focalizzata e nonostante sia più piccolo dispone di una serie di tecnologie innovative e mai viste prima su Marte. Una su tutte il suo trapano.
Il rover Rosalind Franklin sarà il primo ad arrivare su Marte in grado di effettuare dei carotaggi in varie zone. Per la prima volta nella storia viene infatti montato un trapano in grado di raggiungere profondità superiori a qualche centimetro su di un rover. Quello montato su ExoMars2020 sarà in grado di recuperare campioni di terreno di 1cm di diametro e di 3cm di lunghezza e arriverà fino a due metri di profondità. In più è dotato di uno spettrometro a infrarossi miniaturizzato per osservare e studiare le pareti del foro effettuato col trapano.

Rosalind Franklin
Rosalind Franklin è stata una donna simbolo della scienza dello scorso secolo. Il problema? Lo è stata a posteriori, dopo la sua morte prematura il 15 Aprile del 1958. L’importanza di aver scelto questo nome per la missione del rover europeo non è da trascurare. Ricordare quello che è successo alla carriera scientifica di Rosalind Franklin ci insegna ancora una volta quanto la situazione delle donne nella scienza fosse problematica.
La scienziata inglese non è stata infatti un caso isolato. Le scoperte effettuante da scienziate e a loro non accreditate sono tantissime. Jocelyn Bell Burnell scoprì per prima le pulsar, stelle di neutroni in rapida rotazione. Il suo supervisore, Antony Hewish, fu premiato con il premio Nobel senza nessuna citazione al lavoro fatto da Jocelyn. Lise Meitner fu una fisica austriaca-svedese che insieme a Otto Hahn e Otto Robert Frisch scoprì la fissione nucleare nel 1939. Questa scoperta portò successivamente alla costruzione della bomba atomica. Nel 1944 solo Otto Hahn vinse il premio nobel per questa scoperta.
Alcune donne sono riuscite sopra ogni pregiudizio a imporre il loro incredibile talento e le loro capacità. La difficoltà con cui lo hanno fatto è però l’altra faccia della stessa medaglia. Basti pensare alla storia di Maria Curie, unica donna ad aver vinto due premi Nobel e unica persona al mondo ad averlo fatto in due materie scientifiche (chimica e fisica). O ancora pensiamo a Katherine Johnson, matematica della NASA che ha contribuito a portare l’uomo sulla Luna, scomparsa pochi giorni fa. Di lei John Glenn, primo astronauta americano a raggiungere lo spazio doveva nel 1962: “Portatemi la ragazza. Se lei dice che i calcoli sono giusti sono pronto a partire”.
Rosalind Franklin è raccontata nel bellissimo libro scritto dalla fisica italiana Gabriella Greison: Sei donne che hanno cambiato il mondo: Le grandi scienziate della fisica del XX secolo.