Il 20 aprile 2025, la sonda Lucy della NASA ha effettuato il suo secondo sorvolo di un asteroide, dopo l’incontro con Dinkinesh nel novembre 2023. Si è avvicinata a 960 km dall’asteroide (52246) Donaldjohanson, nella Fascia Principale di asteroidi tra Marte e Giove, mentre viaggiava a una velocità relativa di 13.4 km/s.
Donaldjohanson è un asteroide di tipo C, con una forma allungata e molto particolare, e si è formato circa 150 milioni di anni fa. Il suo nome onora il paleoantropologo Donald Johanson, co-scopritore del fossile “Lucy” di Australopithecus afarensis.
Poco prima del flyby, mentre si avvicinava all’asteroide, la camera Lucy Long-Range Reconnaissance Imager (L’LORRI) a bordo di Lucy ha scattato una serie di immagini, che sono state unite a formare l’animazione che vediamo di seguito. Si tratta di un timelapse di scatti effettuati circa ogni 2 secondi a partire dalle 19:50 italiane del 20 aprile, mentre Lucy si muoveva da una distanza di 1600 a una di 1100 km. Circa 40 secondi dopo l’ultima immagine, la sonda si è trovata al punto di massimo avvicinamento, a 960 km.

Cosa ci dicono questi dati su Donaldjohanson
I dati di Lucy raccolti durante il flyby ci raccontano preziose informazioni sull’asteroide Donaldjohanson, svelando un oggetto molto più complesso di quanto inizialmente previsto. Già prima del sorvolo, gli scienziati avevano osservato forti variazioni di luminosità in un periodo di dieci giorni, suggerendo una forma irregolare.
Le prime immagini inviate da Lucy hanno confermato l’ipotesi che Donaldjohanson fosse un binario di contatto, ovvero un corpo unico formatosi dalla fusione di due oggetti più piccoli dopo una collisione. Tuttavia, ciò che ha sorpreso maggiormente il team è stata la forma insolita del “collo” che unisce i due lobi principali, simile a due coni gelato sovrapposti. Hal Levison, responsabile scientifico della missione presso il Southwest Research Institute, ha commentato:
Donaldjohanson ha una geologia sorprendentemente complicata. Le sue strutture potrebbero aiutarci a comprendere meglio i materiali e i processi che hanno portato alla formazione dei pianeti del Sistema Solare.
Dalle prime immagini acquisite con lo strumento L’LORRI, l’asteroide risulta più grande del previsto, con una lunghezza stimata di circa 8 km e una larghezza massima di 3.5 km. Tuttavia, il corpo celeste è talmente esteso che non è stato possibile catturarlo per intero all’interno del campo visivo della camera.
Il team di Lucy continuerà ad analizzare i dati nelle prossime settimane, completando la ricostruzione della sua forma complessiva e approfondendo la sua composizione e morfologia. Le informazioni ottenute da questo incontro forniranno indizi chiave per ricostruire le fasi primordiali della storia del Sistema Solare.
La “vera” missione di Lucy
Anche se il flyby di Donaldjohanson è stato ricco di sorprese, questo asteroide — come Dinkinesh — non è uno degli obiettivi scientifici principali della missione. La sonda Lucy, infatti, è progettata per esplorare i misteriosi asteroidi troiani di Giove, considerati fossili del Sistema Solare primordiale.

Questi incontri, però, hanno avuto un ruolo cruciale nel testare e ottimizzare i sistemi di bordo: Dinkinesh come prova iniziale, Donaldjohanson come vera e propria prova generale. Durante l’incontro con Donaldjohanson, il team ha simulato le operazioni scientifiche previste per gli obiettivi principali, conducendo osservazioni serrate per affinare le tecniche di acquisizione dati.
La navicella ha sonda tutti i suoi strumenti principali: l’imager ad alta risoluzione L’LORRI, l’imager a colori e lo spettrometro a infrarossi L’Ralph, e lo spettrometro termico L’TES. I dati raccolti saranno analizzati nelle prossime settimane, contribuendo a perfezionare le procedure in vista degli obiettivi futuri.
Il cuore della missione inizierà nel 2027, quando Lucy raggiungerà Eurybates, il primo degli asteroidi troiani che orbita nella stessa traiettoria di Giove intorno al Sole. Nei successivi anni, Lucy visiterà altri sei troiani, tra cui Patroclus e Menoetius, due corpi binari. Questi oggetti sono ritenuti residui dei mattoni fondamentali della formazione planetaria, e la loro esplorazione potrà fornire indizi cruciali sull’origine e l’evoluzione del nostro Sistema Solare. Al momento, si prevede che Lucy prosegua questo viaggio di esplorazione ben oltre il 2030.