Il 15 ottobre del 2003, dallo spazioporto di Jiuquan situato in Mongolia, veniva lanciato un vettore Lunga Marcia 2F destinato a cambiare per sempre la storia del programma spaziale cinese. Per la prima volta sulla cima di un razzo costruito in Cina, si trovava un cittadino cinese: Yang Liwei, che diventò così il primo cinese a raggiungere l’orbita e fece del suo Paese il terzo a disporre di un razzo e una capsula in grado di trasportare esseri umani nello spazio.
La missione si chiamava Shenzhou 5, e fece definitivamente della Cina la quarta potenza spaziale al mondo dopo USA, Russia ed Europa. Una classifica che nei due decenni successivi ha continuato a scalare, fino a raggiungere l’attuale secondo posto. Il volo di Yang Liwei durò in totale 21 ore e 23 minuti, durante le quali compì 14 orbite attorno alla Terra, mentre l’atterraggio avvenne nel deserto della Mongolia.
La missione fu la quinta del programma Shenzhou, iniziato formalmente nel 1999 e che fino ad allora aveva lanciato solo capsule senza equipaggio. La Shenzhou era in produzione da inizio degli anni ’90, da quando la Cina decise di abbandonare l’idea di produrre un proprio Space Shuttle. Su questa storia è presente un approfondimento dedicato su Astrospace.it: Uno spazioplano per Pechino – Spazio d’Oriente.
Era un progetto troppo rischioso, troppo costoso e complesso per uno Stato le cui competenze e tecnologie spaziali derivavano ancora in gran parte da quelle Sovietiche e Russe. Fra gli anni ’70 e ’80 però, i primi successi dello Space Shuttle e i test del Buran sovietico sembrava che avessero dimostrato che il futuro del trasporto spaziale appartenesse agli spazioplano riutilizzabili. Non fu così.
La stessa capsula Shenzhou, ancora oggi utilizzata, derivava pesantemente dal progetto della Soyuz russa. Entrambe queste capsule sono state modificate e aggiornate negli anni e ancora oggi utilizzate. Attualmente nello spazio, attraccata alla Stazione Spaziale Tiangong è presente la Shenzhou-16.
L’importanza di Shenzhou 5
Per la Cina il volo di Yang Liwei fu un grande successo e un momento storico, non solo per il settore spaziale. Quando venne eseguita la missione Shenzhou 5 la Cina stava attraversando uno dei momenti storici più importanti degli ultimi decenni. Dall’11 dicembre 2001, la Cina era parte della World trade organization (Wto), un passaggio durato 15 anni di negoziati, e nei primi anni ‘2000 si andava consolidando il suo ruolo di “fabbrica del mondo”. Dal 1990 al 2004 l’economia cinese crebbe con una media del 10%, e sempre sopra questa soglia dal 2004 al 2010.
La missione di Yang Liwei quindi, mise in questo contesto di crescita economica e sviluppo sociale anche delle ambizioni più grandi e “lontane”. Dotò i cinesi, oltre che il Partito Comunista, di un argomento per sentirsi un po’ più ambiziosi. Nonostante questo in patria la missione non fu così tanto pubblicizzata, complice il fatto che il settore spaziale rimane di competenza strettamente militare in Cina. Una situazione che ancora oggi non sta cambiando con la velocità prevista.

Vent’anni di progresso e ambizioni
A partire dalla missione Shenzhou-5 la Cina è stata però in grado di costruire un programma di esplorazione umana talmente ambizioso da essere forse anche più grande di quello americano, che dopo il pensionamento dello Space Shuttle ha dovuto aspettare le capsule private e le attività commerciali per riprendersi, ma poi per ripartire in quarta.
Dal 2003 la Cina ha portato nello spazio 18 persone, compiendo in totale 10 missioni con taikonauti (la Shenzhou 8 non ebbe passeggeri). Sono state costruite tre stazioni spaziali abitate, l’ultima delle quali è modulabile e composta da tre moduli. Attualmente la Stazione, chiamata Tiangong, è abitata dai tre membri della missione Shenzhou 16, e dal 2022 è iniziato il suo periodo di costante abitabilità. Da circa un anno e mezzo infatti, gli equipaggi si danno il cambio direttamente all’interno della Stazione, creando così un periodo di costante permanenza a bordo che dovrebbe durare almeno fino alla fine del decennio.
Attualmente la Cina, come già detto, è il terzo player al mondo in grado di portare propri cittadini nello spazio solamente con i propri mezzi. Dispone di un programma di esplorazione lunare e marziano. È stato il primo Paese a muovere un rover sulla faccia nascosta e il secondo a muovere un rover su Marte, rispettivamente con le missione Chnag’e 4 e Tianwen-1.
Nonostante i grandi successi e le ambizioni particolarmente ampie, la Cina dispone ancora di particolari carenze, una su tutte un settore commerciale che fa difficoltà a nascere. Allo stesso tempo la quasi totalità del settore spaziale rimane sotto competenza militare. La strada è ancora
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