Durante il National Space Symposium di Colorado Springs, che si è svolto a inizio aprile in Colorado, Axiom Space ha annunciato il lancio imminente dei suoi primi due nodi Orbital Data Center (ODC), previsto entro la fine del 2025. Si tratta di un passo decisivo verso la creazione di una nuova infrastruttura digitale in orbita bassa terrestre (LEO), destinata a rivoluzionare il modo in cui gestiamo e proteggiamo i dati nello spazio.
Gli ODC rappresentano una piattaforma di cloud computing spaziale scalabile, sicura e indipendente dalle infrastrutture terrestri. Progettati per offrire servizi di storage, elaborazione dati e soluzioni di intelligenza artificiale e machine learning (AI/ML), questi nodi saranno in grado di comunicare direttamente con satelliti, costellazioni e altri asset spaziali, migliorandone le capacità operative in tempo reale.
Axiom si sta preparando quindi a entrare in un altro settore dell’esplorazione spaziale, oltre alle missioni sulla ISS, la realizzazione della Axiom Station e delle tute per le attività sulla Luna della NASA. L’azienda punta a espandere progressivamente la propria rete di ODC nei prossimi anni, aumentando la capacità da kilowatt a megawatt di potenza di calcolo in orbita.
La necessità di data center spaziali
La crescente domanda di elaborazione dati in orbita e la vulnerabilità delle infrastrutture terrestri hanno spinto Axiom Space a sviluppare una soluzione alternativa.
Tra le principali funzionalità offerte dai nodi ODC ci sarà la capacità di elaborare e distribuire in tempo reale i dati provenienti da satelliti commerciali e di sicurezza nazionale. A ciò si aggiunge la possibilità di effettuare fusioni di dati multisensore a bassa latenza, fondamentali per il rilevamento e il tracciamento di minacce sia terrestri che spaziali. I nodi supporteranno inoltre l’implementazione di modelli di intelligenza artificiale e machine learning, compresi i Large Language Models, per permettere decisioni autonome o semi-autonome direttamente in orbita. Infine, questi sistemi garantiranno una protezione avanzata contro le minacce informatiche, offrendo soluzioni di cybersecurity completamente indipendenti dalla rete terrestre e applicabili a migliaia di asset spaziali civili e governativi.
“Dal 2022 abbiamo avviato i test delle nostre capacità cloud con il lancio di un AWS Snowcone sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS)”, ha dichiarato Jason Aspiotis, direttore globale dei dati e della sicurezza in orbita per Axiom Space. “Con ODC Nodes 1 e 2 acceleriamo i nostri piani per creare una costellazione autonoma di nodi cloud in LEO, con un focus particolare sulle applicazioni per la difesa.” Per questa primavera è previsto il lancio sulla ISS di AxDCU-1, un data center che permetterà di effettuare i primi test in orbita.
Il modello degli ODC nasce anche come risposta ai limiti dei data center terrestri: consumo energetico, raffreddamento, vincoli normativi e vulnerabilità fisiche. Lo spazio offre energia abbondante e ambienti naturalmente isolati, ideali per aumentare la resilienza e la sovranità digitale globale.
Collaborazione con Kepler Communications
I due nodi iniziali useranno collegamenti laser a 2,5 Gbps compatibili con gli standard SDA per comunicare con asset spaziali e stazioni terrestri. Axiom e Kepler sviluppano insieme collegamenti laser da 10 Gbps per aumentare la capacità di traffico dati.
Dal 2023, le due aziende collaborano per creare una rete interoperabile di trasmissione ottica. Kepler venderà capacità di elaborazione in orbita tramite la sua rete satellitare Kepler Network. Questa costellazione interconnessa ospita payload per elaborazione, archiviazione e trasmissione sicura dei dati. I clienti possono noleggiare o acquistare unità di calcolo con capacità avanzate di AI, fusione di dati e protezione informatica.
Ogni satellite Kepler si integra con i nodi ODC per offrire prestazioni potenziate. Axiom ha già acquistato due payload per i primi nodi, che saranno installati sulla rete ottica di Kepler. Questa integrazione costruirà un cloud spaziale a supporto di clienti della difesa, civili e commerciali. Le aziende intendono acquistare ulteriori payload e ampliare la rete a livello globale. Il primo lancio Kepler, previsto per fine 2025, includerà nove satelliti e uno di riserva in orbita eliosincrona. Una seconda tranche espanderà la copertura globale e supporterà il programma Hydron dell’Agenzia Spaziale Europea. Axiom e Kepler puntano a trasformare l’elaborazione dati in LEO con soluzioni cloud innovative.