Nella notte del 19 febbraio, nei cieli dell’Europa Settentrionale, sono state avvistate numerose scie luminose che, secondo quanto documentato dall’astronomo Jonathan McDowell, erano i detriti del secondo stadio del Falcon 9 utilizzato per la missione Starlink-11.4, lanciata il 2 febbraio. Dopo il rilascio dei satelliti, il secondo stadio avrebbe dovuto accendere il motore Merlin, ottimizzato per il vuoto, e deorbitare, distruggendosi nell’Oceano Pacifico.
Tuttavia, a causa del mancato avvio del motore, il secondo stadio ha continuato a orbitare attorno alla Terra in modo incontrollato. Al termine della missione, si trovava su un’orbita con apogeo di circa 281 km. A tale altezza, l’attrito con il sottile strato di atmosfera terrestre ha progressivamente rallentato il secondo stadio, causandone il rientro.
Secondo McDowell, il rientro in atmosfera è iniziato intorno alle 04:43 (ora italiana), mentre il secondo stadio si trovava sopra il Mare d’Irlanda. In diverse nazioni, tra cui Germania, Polonia e Paesi Bassi, la popolazione ha osservato i detriti incandescenti illuminare il cielo.
In Polonia, nei pressi della città di Poznań, è stato rinvenuto un COPV (Composite Overwrapped Pressure Vessel) del Falcon 9. Si tratta di un serbatoio in materiale composito, utilizzato per contenere il gas necessario alla pressurizzazione dei serbatoi principali. Il COPV ha colpito e danneggiato un piccolo magazzino, ma fortunatamente non si sono registrati feriti. È possibile che nelle prossime ore o giorni vengano ritrovate altre componenti del vettore di SpaceX.
Dal luglio dello scorso anno, questo è il terzo problema riscontrato con un secondo stadio del Falcon 9. A differenza dei casi precedenti, però, la FAA non ha aperto un’indagine sull’accaduto, consentendo a SpaceX di proseguire con i lanci.
L’azienda, molto probabilmente, ha rapidamente individuato la causa del guasto e implementato le necessarie modifiche. Dopo la missione Starlink-11.4, SpaceX ha effettuato un lancio per conto di Maxar, che ha richiesto quattro accensioni del motore del secondo stadio. Una volta rilasciati i satelliti, il motore Merlin è stato avviato per la quinta e ultima volta, permettendo un rientro controllato.
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