Dal 15 al 17 ottobre, l’Agenzia Spaziale Italiana ha organizzato un tour di alcune fabbriche e centri di ricerca italiani nel Nord Italia per un gruppo di astronauti internazionali arrivati a Milano per l’International Astronautical Congress. Abbiamo accompagnato questi astronauti durante le loro visite, e il 15 ottobre siamo stati agli stabilimenti di Thales Alenia Space a Torino, dove l’azienda sta costruendo il modulo Halo del Lunar Gateway e i primi moduli della stazione spaziale di Axiom Space.
Dopo la visita abbiamo posto alcune domande all’astronauta Luca Parmitano.
Abbiamo visto oggi il Gateway, a Thales Alenia Space. A che punto è il nostro percorso verso la Luna?
Oggi abbiamo fatto due tappe molto diverse. Una a Thales Alenia Space a Torino, nell’aerospazio tra le più importanti al mondo devo dire, dove ci hanno dimostrato come la corsa verso la Luna si stia avvicinando in maniera sempre più rapida.
Perché un modulo del Gateway, questa stazione orbitante che verrà portata in orbita attorno alla Luna intorno al 2027, è già pronto per essere allestito negli Stati Uniti, il secondo è in costruzione e verrà portato dalla fine di quest’anno o all’inizio dell’anno prossimo. Questi due pezzi verranno mandati in orbita intorno alla Luna e diventeranno la postazione dalla quale gli astronauti prima si avvicineranno alla Luna, e poi torneranno sulla superficie.
Credo che sia davanti agli occhi di tutti quelli che oggi hanno potuto vedere questi moduli che è qualcosa di concreto. Mentre può sembrare ancora qualcosa di fantasioso tornare sulla Luna dopo tanti anni, oggi abbiamo visto che i pezzi fisici del puzzle sono già in costruzione, o addirittura pronti.
La seconda tappa è ancora più mirata al futuro, perché siamo passati al Politecnico di Torino a parlare con gli studenti. E per quanto mi riguarda è sempre un momento che ritengo importantissimo, lo trovo emozionante: mi piace il confronto con gli studenti, ascoltare le loro domande, cercare di dare le migliori risposte possibili. E soprattutto, vedere quella scintilla di entusiasmo che spero possa generare un fuoco di passione per tutta la loro vita.
E quanto è importante il contributo dell’Italia?
Sfortunatamente, l’Italia non sempre riesce a essere sulle prime pagine per motivi di cui essere orgogliosi. Ma lo spazio ha due caratteristiche: la prima è che quando arriviamo nelle news, lo spazio è “l’ora delle buone notizie”, e questo è qualcosa che fa molto piacere.
E l’altra è che l’Italia è davvero in prima fila, insieme all’Agenzia Spaziale Italiana e l’Agenzia Spaziale Europea, fa un ottimo lavoro di collaborazione internazionale, per spingere il sogno dell’esplorazione dello spazio sempre più lontano.
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Il 16 ottobre abbiamo posto due domande anche all’astronauta giapponese Akihiko Hoshide dopo un tour al centro spaziale del Lario di Telespazio. Akihiko Hoshide è un astronauta giapponese della JAXA (Japan Aerospace Exploration Agency). Hoshide ha all’attivo oltre 340 giorni nello spazio, ed è uno degli astronauti più esperti del Giappone, dato che ha partecipato sia a missioni NASA che ESA. Ha volato sia sullo Space Shuttle, che sulla Soyuz che sulla Dragon.
La missione CAVES dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) è un programma di addestramento per preparare astronauti e scienziati a operare in ambienti estremi simili a quelli dello spazio. CAVES (Cooperative Adventure for Valuing and Exercising human behaviour and performance Skills) si svolge in sistemi di grotte sotterranee in Italia e simula le sfide della vita in condizioni isolate e imprevedibili, proprio come accade nello spazio profondo.
Può parlarci della sua esperienza con la missione CAVES di qualche anno fa?
CAVES è stata la mia prima spedizione. Eravamo sei membri nell’equipaggio, provenienti da diverse agenzie, la NASA, l’ESA, l’Agenzia Spaziale Cinese, la Roscosmos e io. Si trattava di una spedizione di addestramento, ma abbinata alla scienza.
È stata una grande esperienza imparare la geologia, conoscere le grotte e vivere e lavorare insieme per una settimana all’interno delle grotte. Un’esperienza affascinante.
E ora che ci sono forti evidenze di grotte, lavatubes, sulla Luna, ti piacerebbe esplorarne una?
Sì, sicuramente, sì. Sto ancora imparando a conoscere i lavatubes, ma più imparo, più ne rimango affascinato. Non vedo l’ora di immergermi nei lavatubes sulla superficie lunare.
Abbiamo posto queste domande all’astronauta Akihiko Hoshide proprio per rimarcare il suo impegno nell’esplorazione lunare e nell’addestramento astronauti. Hoshide potrebbe essere un candidato per essere uno dei primi astronauti giapponesi a raggiungere la Luna. Attualmente infatti, grazie ai contributi giapponesi al Programma Artemis, il Paese del Sol Levante ha già stretto un accordo con gli USA per essere il primo Stato (dopo gli Stati Uniti) a portare un proprio cittadino sulla superficie lunare.
Allo IAC2024 sono successe tante cose. In questa pagina abbiamo raccolto tutte le notizie, annunci, interviste e contenuti relativi all’International Astronautical Congress 2024.