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Blue Origin ha effettuato lo static fire test del secondo stadio di New Glenn

Stefano Piccin di Stefano Piccin
Settembre 24, 2024
in Blue Origin, Esplorazione spaziale, News, Space economy
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Blue Origin ha effettuato uno static fire test (o hot fire test) completo del secondo stadio del New Glenn, in preparazione al volo inaugurale del nuovo razzo di Blue Origin. Il test si è svolto alla rampa SLC-36 a Cape Canaveral. Il test è servito a dimostrare le capacità dello stadio e dei due motori BE-3U che lo spingono.

Si tratta della prima volta che viene acceso questo secondo stadio come sistema integrato, con i due motori BE-3U funzionanti. Questi sono una variante dei motori BE-3 che spingono il New Shepard, il razzo suborbitale di Blue Origin.

La versione U di questi motori è adattata per il funzionamento nel vuoto. Dispongono di un ugello più grande e una configurazione a turbina back-to-back, in cui due turbine sono posizionate una di fronte all’altra. Questo design ottimizza l’efficienza e contribuisce a bilanciare le forze interne.

Durante il test, durato 15 secondi, Blue Origin ha dimostrato il funzionamento di tre sistemi chiave: il controllo della pressurizzazione dei serbatoi, il sistema che controlla la direzione della spinta e le sequenze di accensione e spegnimento dei motori.

Per pressurizzare i serbatoi di idrogeno e ossigeno liquidi è stato utilizzato dell’elio. Testare questo aspetto è fondamentale, dato che lo stadio sarà alimentato da un propellente diverso da quello del primo stadio, che funziona a metano e ossigeno liquido. Trattare idrogeno e ossigeno liquido è infatti particolarmente complesso e una competenza che pochissime realtà private hanno sul mercato.

Durante il test è stata inoltre verificata la capacità dei motori BE-3U di essere riavviati fino a tre volte nel corso di una missione, una caratteristica di questi motori e del secondo stadio del New Glenn che sarà fondamentale per il successo del razzo. Oltre a verificare l’hardware di volo, il test ha permesso a Blue Origin di simulare le procedure che saranno seguite durante il lancio.

 

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Uno passo importante verso il primo volo

Il secondo stadio del New Glenn è uno dei componenti più avanzati del nuovo razzo di Bleu Origin. Ha un’altezza di 26.8 metri e un diametro di 7 metri. I due motori BE-3U avranno una spinta di circa 770 KN l’uno durante la missione NG-1. Blue Origin ha affermato che saranno tra i motori a idrogeno liquido con il più alto rapporto spinta-peso mai utilizzati in volo, ma non è conosciuto il valore preciso.

Con questo test Blue Origin ha sicuramente fatto un passo importante verso il primo lancio di New Glenn, che attualmente è previsto per novembre 2024. Questo sarà il lancio inaugurale del vettore, e a bordo è previsto ci sia il trasportatore spaziale Blue Ring, sempre costruito da Blue Origin. L’azienda ha comunicato che a bordo di Blue Ring ci saranno già satelliti di clienti paganti.

Prima del lancio però l’azienda ha già comunicato che dovrà essere eseguito anche uno static fire test del primo stadio del New Glenn. Lo stadio è alimentato da sette motori BE-4, alimentati a metano e ossigeno liquidi. Questi motori hanno già volato sul razzo Vulcan di ULA, il cui primo stadio è spinto da due di questi motori, ma non sono mai stati accesi sul primo stadio del New Glenn durante un test integrato completo.

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Tags: BE-3UBE-4Blue OriginNew Glenn

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