Il 18 settembre l’Agenzia Spaziale Italiana ha comunicato il raggiungimento di un nuovo obbiettivo nella realizzazione del MPH (Multi Purpose Habitation module). La NASA ha infatti dato una nuova conferma al progetto, ritenendo pienamente soddisfatti i requisiti del programma Artemis e valutando un livello di maturità del progetto tale da consentire il via libera alla fase successiva.
Questa valutazione è stata condotta da un speciale comitato (MCR Board) incaricato dalla NASA e presieduto da Catherine Koerner (Associate administrator for the Exploration Systems Development Mission Directorate). La valutazione positiva darà inizio ai lavori verso la definizione e progettazione del modulo lunare. Occorreranno ora circa due anni per arrivare alla fase di sviluppo per la futura casa degli astronauti.
MPH sarà realizzato da Thales Alenia Space joint venture fra Thales (67%) e Leonardo (33%), si occuperò della realizzazione del modulo in Italia, primariamente negli stabilimenti di Torino. La società Altec, sempre a Torino, si occuperebbe della gestione e del mantenimento del centro operativo di controllo del modulo. In Altec stanno già costruendo un simulatore dell’ambiente lunare, come già era presente uno del terreno marziano. Qui ci sarà infatti anche il centro di controllo della missione Exo Mars su Marte.
MPH, una casa italiana sulla Luna?
MPH, o Multi Purpose Habitation module, è stato di recente definito “una casa italiana sulla Luna”. Un nominativo adeguata, dato che a tutti gli effetti potrebbe essere una delle prime postazioni fisse sulla superficie lunare della storia, e sarà costruito prevalentemente in Italia. Il progetto è creato in collaborazione fra l’ASI e la NASA, che lo ha inserito come asset primario del programma Artemis nel prossimo decennio.
Il presidente dell’ASI, Teodoro Valente ha ricordato, in merito a questa nuova valutazione positiva della NASA, che: “Si è trattato di un esame complicatissimo, un evento che riconosce ancora una volta la grande capacità dell’industria nazionale e della capacità dell’ASI di coordinare programmi complessi in un contesto di collaborazione internazionale che contribuirà a consolidare i rapporti tra Italia e USA anche tramite la collaborazione ASI-NASA.
Non consideriamo questo risultato come un punto di arrivo, bensì il punto di partenza: da ora in avanti ci attendono sfide ingegneristiche, scientifiche e tecnologiche per confermare la validità del progetto italiano e proseguire verso la fase di realizzazione. Una corsa contro il tempo per fare in modo che il nostro modulo abitativo MPH sia il primo elemento del processo di installazioni permanenti sulla superficie lunare”.
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