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La scoperta della Hale-Bopp, una “Grande Cometa” che rimarrà nella storia

Mariasole Maglione di Mariasole Maglione
Luglio 23, 2024
in Approfondimento, Astronomia e astrofisica, News, Scienza, Sistema solare
La cometa C/1995 O1, meglio nota come Hale-Bopp, il 14 marzo 1997, in una foto ottenuta con un teleobiettivo. Credits: ESO/E. Slawik

La cometa C/1995 O1, meglio nota come Hale-Bopp, il 14 marzo 1997, in una foto ottenuta con un teleobiettivo. Credits: ESO/E. Slawik

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Il 23 luglio 1995 segnò l’inizio di uno dei più straordinari spettacoli celesti degli ultimi decenni. Fu il giorno della scoperta della cometa Hale-Bopp, un evento astronomico che non solo catturò l’immaginazione del pubblico, ma si rivelò anche una rara opportunità per gli scienziati di studiare da vicino uno dei corpi celesti più affascinanti del nostro Sistema Solare.

La Hale-Bopp, con la sua luminosità eccezionale e la sua lunga permanenza nel cielo notturno, si è guadagnata il titolo di “Grande Cometa“, un termine riservato solo alle comete più spettacolari. La sua scoperta e il suo passaggio vicino alla Terra hanno rinnovato l’interesse pubblico per l’astronomia, e hanno fornito preziose informazioni sulla formazione e l’evoluzione del nostro Sistema Solare.

Da quell’iniziale avvistamento fino al suo divenire visibile ad occhio nudo, la cometa Hale-Bopp ha scritto un capitolo indimenticabile nella storia dell’astronomia moderna, lasciando un’impronta duratura sia nella comunità scientifica che nell’immaginario collettivo.

La scoperta della Hale-Bopp

La cometa Hale-Bopp fu scoperta indipendentemente da due astronomi amatoriali americani, Alan Hale e Thomas Bopp, nella notte del 23 luglio 1995.

Hale, un astronomo con un dottorato in astronomia e anni di esperienza nell’osservazione di comete, stava osservando il cielo dal suo cortile a Cloudcroft, New Mexico. Utilizzando un telescopio riflettore da 16 pollici, Hale notò un oggetto sfocato vicino all’ammasso globulare M70, nella costellazione del Sagittario. Inizialmente pensò si trattasse di una cometa già nota, ma dopo aver consultato un catalogo, si rese conto di aver fatto una nuova scoperta.

Schizzo realizzato da Alan Hale della cometa Hale-Bopp al momento della sua scoperta, poco dopo la mezzanotte del 23 luglio 1995. Credits: Alan Hale
Schizzo realizzato da Alan Hale della cometa Hale-Bopp al momento della sua scoperta, poco dopo la mezzanotte del 23 luglio 1995. Credits: Alan Hale

Quasi contemporaneamente, a circa 700 km di distanza, Thomas Bopp stava osservando il cielo con alcuni amici nel deserto dell’Arizona. Utilizzando un telescopio riflettore da 17.5 pollici, Bopp notò lo stesso oggetto sfocato. Entrambi gli osservatori inviarono rapidamente le loro osservazioni all’Unione Astronomica Internazionale (IAU), che confermò la scoperta.

La cometa fu ufficialmente designata come C/1995 O1 e prese il nome dai suoi scopritori. Al momento della scoperta, la cometa si trovava a una distanza eccezionale di circa 7.2 unità astronomiche dal Sole, ben oltre l’orbita di Giove.

Una cometa che non sembrava spettacolare…

Quando la cometa Hale-Bopp fu scoperta, gli astronomi iniziarono immediatamente a fare previsioni sulla sua futura luminosità e visibilità. Le prime stime erano caute, ma ottimistiche. La cometa era già sorprendentemente luminosa per la sua distanza, il che suggeriva che potesse essere un oggetto di dimensioni considerevoli.

Gli scienziati ipotizzarono che il nucleo della cometa potesse avere un diametro di circa 40 km (ora sappiamo che erano circa 60 km), molto più grande della media. Basandosi su modelli matematici e sull’esperienza con comete precedenti, gli astronomi previdero che Hale-Bopp avrebbe potuto raggiungere una magnitudine apparente di circa 0 o -1 al suo perielio, ovvero il punto più vicino al Sole nella sua orbita. Questo l’avrebbe resa visibile ad occhio nudo, ma non necessariamente spettacolare.

Immagine scattata dal telescopio spaziale Hubble nell'ottobre 1995, poche settimane dopo la scoperta, che mostra materiale espulso dalla cometa. Credits: NASA
Immagine scattata dal telescopio spaziale Hubble nell’ottobre 1995, poche settimane dopo la scoperta, che mostra materiale espulso dalla cometa. Credits: NASA

Tuttavia, c’era molta incertezza in queste previsioni iniziali. Le comete sono notoriamente imprevedibili, e il loro comportamento può cambiare drasticamente man mano che si avvicinano al Sole. Alcuni astronomi più ottimisti suggerirono che, date le sue dimensioni apparenti, Hale-Bopp avrebbe potuto superare queste stime iniziali.

Nonostante ciò, la comunità scientifica rimase cauta nelle sue previsioni pubbliche. Già in passato altre comete promettenti si erano rivelate deludenti.

…che invece diventò una Grande Cometa

Nessuno poteva prevedere con certezza che Hale-Bopp sarebbe diventata una delle comete più spettacolari mai osservate nell’era moderna.

Man mano che si avvicinava al Sole, divenne chiaro che avrebbe superato anche le previsioni più ottimistiche. Nel luglio 1996, un anno dopo la sua scoperta, era già visibile ad occhio nudo, un fenomeno estremamente raro per una cometa così distante.

La sua luminosità continuò ad aumentare costantemente nei mesi successivi. Al suo perielio, l’1 aprile 1997, Hale-Bopp raggiunse una magnitudine apparente di -1, rendendola uno degli oggetti più luminosi nel cielo notturno.

La cometa Hale Bopp sopra il Passo Valparola, nelle montagne dolomitiche che circondano Cortina d'Ampezzo. Credits: Alessandro Dimai (Associazione Astronomica Cortina).
La cometa Hale Bopp sopra il Passo Valparola, nelle montagne dolomitiche che circondano Cortina d’Ampezzo. Credits: Alessandro Dimai (Associazione Astronomica Cortina)

La cometa sviluppò due code distinte: una blu, composta da gas ionizzato, e una bianca, formata da polveri, entrambe estese per milioni di chilometri nello spazio. Questa spettacolare visualizzazione durò per un periodo eccezionalmente lungo, rimanendo visibile ad occhio nudo per 18 mesi, un record per una cometa.

La sua luminosità e persistenza le valsero il titolo di “Grande Cometa”, un termine riservato solo alle comete più spettacolari. Hale-Bopp divenne un fenomeno culturale globale, attirando l’attenzione di milioni di persone in tutto il mondo. Parchi e osservatori organizzarono eventi di osservazione pubblica, e la cometa fu oggetto di innumerevoli articoli, programmi televisivi e discussioni. Per molti, fu la prima e unica opportunità di vedere una cometa così luminosa ad occhio nudo, un’esperienza che ha lasciato un’impressione duratura e ha stimolato un rinnovato interesse per l’astronomia.

Il destino della Hale-Bopp

La cometa Hale-Bopp ha un’orbita estremamente ellittica, che la porta ben oltre i confini del Sistema Solare interno.

Dopo il suo passaggio nel 1997, gli astronomi hanno calcolato con precisione la sua traiettoria e il suo periodo orbitale. Secondo queste stime, Hale-Bopp dovrebbe tornare nelle vicinanze del Sole tra circa 2530 anni, intorno all’anno 4385. Questo lungo periodo orbitale la classifica come una cometa a lungo periodo.

Animazione dell'orbita della cometa Hale-Bopp (in fuxia) dall'1 gennaio 1996 all'1 gennaio 2002. In azzurro l'orbita di Mercurio, in rosso di Venere, in blu della Terra, in giallo di Marte e in verde di Giove. Credits: NASA/JPL
Animazione dell’orbita della cometa Hale-Bopp (in fuxia) dall’1 gennaio 1996 all’1 gennaio 2002. In azzurro l’orbita di Mercurio, in rosso di Venere, in blu della Terra, in giallo di Marte e in verde di Giove. Credits: NASA/JPL

Tuttavia, è importante notare che le previsioni a così lungo termine sono comunque soggette a incertezze. L’orbita di una cometa può essere influenzata da vari fattori, tra cui l’attrazione gravitazionale di altri corpi celesti e l’effetto dei getti di gas emessi dal nucleo della cometa stessa.

Inoltre, durante il suo lungo viaggio nello spazio profondo, Hale-Bopp potrebbe subire cambiamenti significativi. Il degassamento continuo potrebbe alterarne la massa e la composizione, influenzando potenzialmente la sua futura luminosità.

Nonostante queste incertezze, la probabilità che Hale-Bopp torni è alta, grazie alla sua grande massa che la rende meno suscettibile a perturbazioni orbitali rispetto a comete più piccole. Quando tornerà, offrirà alle future generazioni l’opportunità di osservare uno spettacolo celeste paragonabile a quello che ha affascinato il mondo nel 1997.

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Tags: CometaHale-BoppSistema solare

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