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Blue Origin ha fornito alla FAA un (critico) commento sui permessi per i lanci di Starship dalla Florida

Stefano Piccin di Stefano Piccin
Giugno 25, 2024
in Agenzie Spaziali, Esplorazione spaziale, NASA, News
La rampa di lancio LC-36A di Blue Origin.

La rampa di lancio LC-36A di Blue Origin.

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In questo periodo è in fase di analisi l’impatto ambientale delle infrastrutture e dei lanci di Starship da Cape Canaveral. La FAA infatti, ha ritirato i permessi concessi nel 2019 a SpaceX per il lancio di Starship dalla Florida, in virtù del fatto che il progetto è cambiato da allora, compreso il design e le prestazioni dell’enorme razzo di SpaceX.

Nel corso dell’analisi di impatto ambientale, la FAA richiede una serie di commenti e opinioni anche da tutti i cittadini, aziende, associazioni ed enti coinvolti. Quando venne fatto a Starbase venne chiesto ad associazioni animaliste, associazioni di tutela del territorio e ad aziende locali. Ora che l’analisi viene fatta per i lanci a Cape Canaveral, i commenti vengono richiesti anche alle aziende che lavorano e lanciano dalla Florida. Una di queste è Blue Origin.

L’azienda di Jeff Bezos ha così presentato la sua serie di commenti, che sono particolarmente critici nei confronti delle attività di Starship, soprattutto nei numeri richiesti da SpaceX. L’azienda di Musk ha infatti richiesto i permessi per eseguire fin da subito fino a 44 lanci all’anno di Starship da Cape Canaveral.

I commenti di Blue Origin

Blue Origin ha attualmente sede in Florida, e sta lavorando alla rampa LC-39A per i lanci del razzo pesante New Glenn. Qui lavorano fino a 2700 dipendenti a tempo pieno nella contea di Brevard, di cui 449 direttamente coinvolti nelle attività di lancio. Blue Origin ha inoltre affermato di aver investito più di un miliardo di dollari nello sviluppo della rampa LC-36.

Blue Origin ha suggerito diverse misure di mitigazione che non sono attualmente incluse nella proposta di azione. Tra queste:

  • Limitare il numero di lanci, atterraggi e operazioni di Starship per minimizzare l’impatto ambientale e sui lavoratori locali.
  • Investire in nuove piattaforme di lancio e migliorare il trasporto di grandi strutture per evitare conflitti operativi.
  • Limitare le operazioni di Starship a periodi specifici e garantire la priorità di lancio per altri operatori in caso di conflitti.
  • Richiedere che SpaceX e/o il governo indennizzino terzi per perdite causate dalle operazioni di Starship.
  • Istituire penalità obbligatorie per SpaceX in caso di operazioni non conformi alle restrizioni ambientali attive o alle licenze di lancio.
  • Migliorare le infrastrutture per mitigare gli effetti delle operazioni di Starship che richiedono evacuazione o pause operative presso altri siti di lancio.
  • Conservare le risorse storiche e ambientali sotto il controllo di Blue Origin, inclusi quelli di proprietà della USSF, della NASA o di altre entità governative statunitensi.
  • Garantire accesso sicuro e continuo alle risorse aeree e marittime necessarie per le operazioni di Blue Origin.
  • Implementare misure per garantire la sicurezza del personale e delle proprietà in caso di anomalie durante il lancio, l’atterraggio, il trasporto a terra e altre operazioni.
  • Valutare e mitigare gli impatti sulla qualità dell’aria, dell’acqua e delle risorse terrestri, compreso il rilascio di materiali tossici o pericolosi.

Inoltre, la FAA, secondo Blue Origin dovrebbe valutare i seguenti impatti che causerebbe un’alta frequenza di lancio di Starship:

  • La salute e la sicurezza della popolazione locale, inclusi i dipendenti di Blue Origin e del governo, e la qualità delle risorse aeree, idriche e terrestri.
  • La capacità e la sicurezza delle infrastrutture di trasporto e delle utility, inclusi i percorsi di evacuazione durante le emergenze.
  • L’operabilità dello spazio aereo e marittimo necessario per altri operatori di lancio e per l’aviazione e la navigazione commerciale e militare che sarebbero pesantemente modificate da una frequenza così alta di lanci di Starship.

Un’altra causa di Blue Origin?

Blue Origin in passato si è dimostrata particolarmente attiva nell’avviare cause e aprire commenti agli enti federali americani contro SpaceX. In questo caso però, è importante sottolineare che i commenti dalle aziende ed enti che saranno coinvolti dai lanci di Starship, sono stati espressamente richiesti dalla FAA, ed è legittimo per Blue Origin fornirli.

Inoltre, è anche ovvio che 44 lanci del razzo più grande e potente mai costruito dall’Umanità porteranno conseguenze per chi è presente a Cape Canaverale, una situazione molto diversa da quella di Starbase.

44 lanci all’anno per Starship richiederanno infatti anche minimo 44 rientri di Super Heavy e 44 rientri di Starship. Questi ultimi saranno eseguiti giorni dopo il lancio iniziale, il che comporterà almeno due chiusure aeree per ogni lancio, per un totale di 88 giorni all’anno. Giusto per fare un esempio.

Blue Origin, che prevede di eseguire decine di lanci all’anno di New Glenn da Cape Canaveral, potrebbe essere limitata nelle sue attività da questa alta frequenza, soprattutto se il Governo non garantisce infrastrutture e regolamentazioni adeguate a gestire questa situazione.

Oltre a Blue Origin, da Cape Canaveral partiranno anche il Vulcan, i vari Falcon, i razzi di Relativity Space e probabilmente altri nei prossimi anni. È quindi probabile aspettarci ulteriori commenti come quello di Blue Origin provenienti da altre aziende (quelli di ULA sono già arrivati, sulla linea di quelli di Blue Origin), e questo forse porterà a un rilascio dei nuovi permessi per SpaceX più tardi di quanto previsto.

Il documento originale con i commenti di Blue Origin si può trovare qui. 

Tags: Blue OriginNew Glenn

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