Recentemente sono emersi diverse informazioni in merito a una startup americana chiamata Interlune. L’interesse verso questa azienda era particolarmente alto in quanto non si sapeva molto, se non che a fondarla e a guidarla erano stati degli ex dirigenti e ingegneri di Blue Origin e di altre importante società spaziali.
Il fondatore di Interlune è Rob Meyerson, che per 15 anni è stato presidente di Blue Origin (presidente del consiglio di amministrazione) oltre che un prolifico investitore in diverse aziende spaziali americane.
Diverse informazioni sono state rilevate la scorsa settimana da Techcrunch, che ha preso possesso di due diverse presentazioni della startup. Si è così scoperto che l’obbiettivo di Interlune è quello di estrarre risorse dalla Luna per lo sfruttamento sulla Terra. In particolare l’interesse è per l’isotopo Elio 3 (He3).
Le precedenti informazioni risalivano al 2022 quando l’azienda raccolse un round di pre-seed di 1.8 milioni di dollari di finanziamento. A gennaio del 2024 poi, tramite i documenti depositati alla SEC si è scoperto che era stato concluso un altro round di finanziamento da 15.5 milioni di dollari. Nessun comunicato è stato rilasciato, e il sito web dell’azienda è tuttora praticamente vuoto.
Nell’ottobre del 2023, durante un discorso al Museo del Volo di Seattle, il CTO di Interlune Gary Lai affermava che l’obbiettivo della società era: “Vogliamo essere la prima azienda che raccoglie risorse naturali dalla Luna per utilizzarle qui sulla Terra”. Lai è stato per 20 anni in Blue Origin, dove era chief architect for space transportation systems.
Ha senso estrarre Elio dalla Luna?
Secondo le informazioni contenuto nelle presentazioni ottenute da Techcrunch, la richiesta di questo isotopo dell’Elio, molto raro sulla Terra ma relativamente comune sulla superficie lunare, crescerà fino a 4000 kg all’anno nel 2040, contro i 5 kg all’anno di oggi. Le applicazioni sono in ambito medico, nel quantum computing, nella propulsione spaziale, e ovviamente nella fusione nucleare.
Secondo i piani di Interlune, il primo test della loro tecnologia nello spazio è previsto per il 2026, e la prima missione sulla Luna nel 2028. A inizio del prossimo decennio ci sarà l’inizio dell’estrazione. La stima che è stata fatta è di avere circa 500 milioni di $ di ricavi all’anno dall’estrazione di He3 a partire dall’inizio del prossimo decennio (2030).
L’estrazione di He3 dalla Luna non è di certo una novità. È stata ipotizzata come possibilità fin dagli anni’70, quando questo isotopo venne trovato nelle rocce riportate sulla Terra dalle missioni Apollo. Lo stesso risultato venne ottenuto dalla Cina, quando trovò questo isotopo in un minerale dei campioni riportati a Terra durante Chang’e 5. La vera sfida sarà economica, e di conseguenza anche tecnologica.
Trovare un modo economicamente sostenibile per estrarre, conservare, trasportare e poi vendere questo isotopo sulla Terra sarà una sfida, e potrà essere superata solamente dopo una risposta adeguata del mercato, quando la richiesta inizierà a legittimare una attività di questo tipo.
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