Benvenuti alla nuova stagione di “Spazio all’Oriente”, la rubrica che esplora le dinamiche e le innovazioni nel settore aerospaziale asiatico. Dopo una pausa estiva rigenerante, siamo entusiasti di tornare per offrirvi analisi approfondite, interviste esclusive e aggiornamenti sulle ultime novità che stanno modellando questo settore in rapida crescita.
La regione asiatica è stata negli ultimi anni un polo di grande attività e sviluppo nel campo aerospaziale, sia civile che militare. Paesi come la Cina, il Giappone, l’India e la Corea del Sud stanno investendo grandemente in tecnologie avanzate, lanci spaziali, satelliti, e anche in missioni interplanetarie.
In questa prima edizione della stagione 2, ci prenderemo un momento per fare un recap sugli eventi più significativi che hanno avuto luogo durante la pausa estiva. Dall’annuncio di nuovi programmi spaziali alle missioni di lancio riuscite e non, fino ai progressi nella tecnologia dei satelliti, l’estate è stata una stagione ricca di sviluppi importanti nel settore aerospaziale asiatico.
Vi ringraziamo per averci seguito nella scorsa stagione e non vediamo l’ora di condividere con voi nuove e stimolanti informazioni. Questo prodotto è possibile solo grazie a voi abbonati ad astrospace Orbit, Grazie!
L’India è sulla Luna
La missione indiana Chandrayaan-3 è infine atterrata sulla Luna, segnando così un momento storico per il paese e per la comunità scientifica globale. La missione è stata un trionfo per l’Organizzazione di Ricerca Spaziale Indiana (ISRO), specialmente dopo il fallimento della missione Chandrayaan-2 nel 2019. Con una missione che aveva un budget di circa 6.15 miliardi di rupie (circa 75 milioni di dollari), l’India è diventata il quarto paese a effettuare un atterraggio lunare di successo, unendosi al ristretto club che comprende Stati Uniti, Unione Sovietica e Cina.
Il lander Vikram e il rover Pragyan sono atterrati in una regione inesplorata della Luna, vicino ai crateri permanentemente in ombra nella regione polare sud, dove potrebbero esserci depositi di ghiaccio d’acqua. Questi depositi sono vitali per future missioni umane, poiché possono essere utilizzati come propellente e acqua. La missione ha anche portato con sé strumenti scientifici per analizzare le proprietà termiche del suolo lunare e altri aspetti.
Il Primo Ministro indiano Narendra Modi ha elogiato il successo della missione, definendolo un “grido di vittoria” per una “nuova India”. Il successo della missione rafforza la posizione dell’India come leader del “Sud Globale” e come potenza tecnologica, nonostante le sfide interne come la povertà e le disuguaglianze. La notizia è arrivata mentre Modi era impegnato nell’annuale ritrovo del gruppo di paesi “BRICS” dando un grande segnale di forza anche in vista del successivo G20, ospitato a Nuova Delhi.
Il successo della missione è stato anche visto come un segno della crescente influenza dell’India nel panorama spaziale globale. A differenza della Russia, che ha recentemente fallito nel suo tentativo di atterraggio lunare, l’India ha dimostrato di avere la capacità tecnologica per missioni spaziali complesse. Il prossimo passo per l’ISRO è la missione congiunta con il Giappone, conosciuta come LUPEX, prevista per il 2025 o il 2026 di cui abbiamo parlato nel dettaglio in occasione della scorsa edizione dell’IAC 2022 di Parigi.
Un importante lancio per il Giappone
All’inizio di questo mese, il Giappone ha lanciato un lander, denominato Smart Lander for Investigating Moon (SLIM), con l’obiettivo di effettuare un atterraggio morbido sulla superficie lunare l’anno prossimo. SLIM è stato inviato nello spazio con un razzo H-IIA, marcando il primo lancio nipponico dell’anno dopo un fallimento del razzo H3 a marzo. Il lancio, originariamente previsto per il 26 agosto, è stato posticipato tre volte a causa di un tifone vicino al sito di lancio, il Tanegashima Space Center.
La missione si svolge in un contesto di crescente competizione spaziale asiatica, con l’India, Corea del Sud e Cina con i rispettivi progetti per i prossimi anni a venire. Il Giappone realizza con SLIM la prima missione indipendente per allunare sulla superficie del nostro satellite.
SLIM trascorrerà un mese in orbita terrestre prima di dirigersi verso la luna. L’obiettivo principale della missione è dimostrare una tecnologia di atterraggio di precisione. SLIM è stato sviluppato da Mitsubishi Electric ed è progettato per atterrare entro 100 metri da un sito target specifico, utilizzando una navigazione basata sulla visione per identificare un punto di atterraggio e evitare ostacoli.
Inoltre, il razzo H-IIA trasporta un satellite di astronomia a raggi X, sviluppato in collaborazione con la NASA e l’ESA, destinato allo studio delle galassie. XRISM (X-Ray Imaging and Spectroscopy Mission), è stato sviluppato nell’ambito di una collaborazione internazionale di ISAS/JAXA, NASA/GSFC ed ESA. A bordo di XRISM ci saranno un imager a raggi X ad ampio campo e uno spettrometro a raggi X criogenico ad alta risoluzione. Con questi due strumenti complementari, il telescopio misurerà con precisione le condizioni del plasma (gas caldo ionizzato) su target selezionati in tutto l’Universo.
La missione nominale prevede 3 anni di operatività, fino all’esaurimento dei serbatoi di elio, utilizzato per il raffreddamento dello strumento Resolve. Nei primi tre mesi dopo il lancio le operazioni saranno di checkout e di calibrazione iniziale. Successivamente, tra 3 e 9 mesi dopo il lancio si terrà la fase Performance & Verification, durante la quale si testeranno le capacità del telescopio. Dopo 9 mesi dal lancio inizierà la missione operativa di XRISM.
Tutto ciò che c’è da sapere sul nuovo telescopio spaziale XRISM in partenza dal Giappone
Dopo il fallimento del lancio di H3 a marzo, sono state apportate alcune modifiche al razzo H-IIA che ha lanciato queste due missioni. La causa dell’incidente è stata attribuita a un problema elettrico nel secondo stadio. Con questo lancio riuscito, c’è un rinnovato ottimismo per il prossimo lancio dimostrativo dell’H3 previsto entro la fine dell’anno. La riuscita del prossimo lancio è cruciale per l’accesso indipendente allo spazio del Giappone che oggi si ritrova senza un vettore vista la fine del programma H-IIA e, come abbiamo visto nella scorsa edizione, anche senza il lanciatore piccolo Epsilon.
La Cina ha grande ambizioni anche d’estate
La notizia più calda di questa estate viene dalla Cina dove Shanghai ha annunciato il sostegno per un mega costellazione di banda larga composta inizialmente da 1.296 satelliti. Nominato “G60 Starlink”, il progetto prevede la costruzione di una costellazione che potrebbe comprendere più di 12.000 satelliti. Questa iniziativa è distinta dal piano satellitare nazionale cinese “Guowang”, considerato la risposta della Cina al Starlink di SpaceX.
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Nel 2021, il governo cinese ha istituito un’impresa statale per coordinare la costruzione della costellazione di 13.000 satelliti Guowang. Mentre Guowang è un progetto nazionale, G60 Starlink è focalizzato su Shanghai, in particolare nel distretto di Songjiang. Il progetto G60 Starlink è in sviluppo dal 2016 e fa parte di un’iniziativa chiamata Science and Technology Innovation Valley.
Una fase chiave del progetto include un centro di produzione satellitare con la capacità di produrre 300 satelliti all’anno, previsto per entrare in servizio nel 2023. È stato anche annunciato che il costo di un singolo satellite sarà ridotto del 35%, sebbene non sia stato specificato un punto di riferimento.
Entrambi i progetti, Guowang e G60 Starlink, sono avvolti nel mistero e non è chiaro come saranno regolamentati o approvati a livello nazionale. La possibile richiesta all’ITU per le frequenze sembra essere stata trovata dall’account su X “Megaconstellations”. La documentazione stabilisce piani per 36 piani orbitali polari, ciascuno riempito con 36 satelliti, per un totale di 1.296 satelliti che opererebbero nelle bande Ku, Q e V.
Complicazioni legali emergono anche dalla partecipazione degli azionisti cinesi nel progetto KLEO Connect, un’ex joint venture sino-europea ora al centro di dispute legali. La società di tecnologia statunitense Rivada sta pianificando di utilizzare le frequenze assegnate per la sua propria costellazione dopo aver acquisito i diritti di spettro dai maggiori azionisti cinesi di KLEO.
Infine, è stato riportato che satelliti sperimentali sono già stati lanciati e connessi con successo alla rete. G60 Starlink sta anche pianificando un centro di tracciamento e controllo, aggiungendosi all’espansione delle capacità cinesi in materia di piccoli satelliti. Il primo gruppo di satelliti per Guowang dovrebbe essere lanciato più avanti nell’anno, forse utilizzando un razzo Lunga Marcia 5B.
Questo nuova megacostellazione nasce su delle basi molto opache è non chiaro stabilire la fattibilità del progetto. Come nel caso del fallito progetto dello spazioporto cinese in Gibuti consigliamo la massima prudenza su questo genere di notizie.
L’oriente in un link e poche righe
- Il Giappone svilupperà un motore a metano entro il 2030 sulla scia di SpaceX e altre aziende.
- Dopo il successo sulla Luna, L’India ha lanciato anche un missione per l’osservazione del Sole.
- Un pezzo del China Daily riflette sulla competizione nella spazio tra Cina e USA.
- L’azienda giapponese Astroscale ha presentato alla stampa ADRAS-J con lancio previsto entro marzo 2024.