Nonostante sia stato ritirato a dicembre del 2022, con i dati dell’osservatorio stratosferico per l’astronomia a infrarossi SOFIA, la comunità scientifica continua a produrre risultati. Un nuovo studio ha fornito la prima mappa dettagliata della distribuzione dell’acqua nel polo sud della Luna. La zona osservata copre circa un quarto della superficie lunare del lato rivolto verso la Terra al di sotto dei 60 gradi di latitudine, fino ad arrivare al polo sud.
La ricostruzione della mappa
La distribuzione dell’acqua è stata mappata grazie all’osservazione della radiazione solare riflessa dalla superficie lunare nell’infrarosso. Altre missioni hanno studiato diverse lunghezze d’onda della luce proveniente dalla Luna, non distinguendo però quella riflessa dall’acqua con quella riflessa da molecole simili, come l’idrossile.
Il risultato di questa ultima ricerca, unito ad altre due precedenti condotte sempre sulla base di osservazioni di SOFIA svolte nel 2022, permette di rilevare una particolare ed unica firma luminosa dell’acqua.
Gli scienziati hanno combinato i dati presi da SOFIA con un modello accuratamente illuminato del terreno lunare per distinguerne le zone d’ombra. Nella mappa, in prossimità di questi luoghi, sono evidenziate delle aree di colore blu. Queste sono le zone in cui la telecamera a infrarossi per onde corte FORCAST di SOFIA ha rilevato maggiormente la firma luminosa dell’acqua nella banda dei 6,1 μm.
La distribuzione dell’acqua
Grazie alla nuova mappa, i ricercatori possono capire più facilmente come l’acqua si adatta alle condizioni morfologiche della superficie lunare, distinguendo meglio i bordi dei crateri e le singole montagne. Inoltre, in base alla maggiore concentrazione di acqua in diversi luoghi, si possono individuare le differenze tra le zone calde colpite dalla radiazione solare con quelle fredde all’ombra.
Di conseguenza, la morfologia del territorio gioca un ruolo fondamentale nella quantità di acqua presente sulla superficie lunare: l’acqua è stata trovata, come previsto, in maggiori concentrazioni sui lati in ombra dei crateri e delle montagne rispetto ai pendii o pianure colpite dal sole.
I ricercatori hanno confrontato i dati di una zona più arida vicino all’equatore con quelli raccolti vicino al polo Sud, per capire come cambia l’abbondanza di acqua nelle varie zone. Non è stata osservata però solo la regione vicino al polo, ma anche altre zone che adesso si trovano in fase di analisi e che saranno fondamentali per future missioni.
L’utilità della mappa
La ricerca suggerisce quindi come l’acqua potrebbe essere distribuita sulla superficie lunare, in particolare vicino al polo Sud. Quest’area risulta essere di rilevante interesse non solo per le missioni Artemis ed una eventuale permanenza umana futura sulla superficie del satellite, ma anche per le missioni scientifiche robotiche che precederanno.
Un esempio è la missione VIPER (Volatiles Investigating Polar Exploration Rover), che allunerà nella regione studiata da SOFIA a fine 2024. L’acqua sulla Luna può essere presente nel suolo sotto forma di cristalli di ghiaccio o molecole di acqua legate chimicamente ad altri materiali.
Da dove provenga questa acqua però rimane ancora un mezzo-mistero: questa è antica ed esiste da sempre sulla Luna? Probabilmente come risultato dei primi processi geologici lunari o è relativamente attuale, portata sul nostro satellite da fenomeni meteorici? VIPER, supportata dai dati di SOFIA, cercherà di rispondere a questa domanda. Tuttavia, è chiaro che la Luna ospiti quantità d’acqua molto maggiori rispetto a quanto si pensasse.
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