Di notte, alzando lo sguardo verso il firmamento stellato, gli occhi si riempiono di meraviglia e senza rendercene conto, viaggiamo indietro nel tempo. In quel viaggio, siamo accompagnati da storie meravigliose: stelle che nascono ed esplodono, nebulose dalle mille sfumature che si espandono, pianeti che orbitano, buchi neri che si fondono, galassie che fuggono. Nel suo saggio “C’era una volta nel cielo. 30 brevi storie astronomiche“, edito da Carocci Editore, l’astrofisico italiano Massimo Capaccioli ci accompagna in un viaggio simile, regalandoci 30 racconti provenienti dallo scrigno senza fondo che è l’Universo.
Professore ordinario di astronomia a Padova e poi a Napoli, il dott. Capaccioli ha riempito questo breve volume di passione, spizzichi d’ironia e capacità di guardare oltre. Ci parla delle costellazioni dello Zodiaco, che sgrana una alla volta e alterna ad altre storie, raccontandoci le leggende e i miti che hanno dato loro nome e i popoli che per primi le hanno riconosciute in cielo.
Ma non solo, perché tra una pagina e l’altra, Capaccioli ripercorre anche leggendarie interpretazioni di fenomeni celesti, alcuni aneddoti riguardanti la relazione tra l’umanità e gli astri lassù, mescolando scienza e storia, astronomia e mitologia, con talvolta qualche dose (mai pesante) di cinismo e sarcasmo.

Questo libro è un vero e proprio assortimento di racconti, leggende e memorie. L’autore, nella nota iniziale, dice che la sua intenzione nello scriverlo era quella di fornire una breve evasione dal frenetico vivere quotidiano quando il lettore si fosse concesso la lettura di una delle storie. E ci è riuscito, almeno per me, anche se forse qualche intervento meno storico e più di carattere scientifico avrebbe reso il libro più affascinante per chi sceglie di leggerlo, appunto, per l’astronomia e quindi la scienza.
L’unica pecca rappresenta il linguaggio. Senz’altro l’italiano è perfetto e molto ricco, tuttavia talvolta difficile da leggere tutto d’un fiato, perché le frasi non si spezzano, sono tanto intriganti quanto lunghe e complesse, perciò non lo reputo un saggio adatto a tutte le età. Chi lo leggerà si sentirà però catapultato in una sorta di cavalcata tra astronomia e leggenda, attraverso una scrittura comunque appassionante e che rapisce l’attenzione.
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