Fra l’8 e il 9 gennaio 2023 è previsto il rientro in atmosfera di un satellite della NASA chiamato ERBS, lanciato dallo space shuttle Challenger il 5 ottobre 1984. L’arrivo a Terra è previsto per le 00:40 italiane del nove gennaio, con un’incertezza di diverse ore. Il satellite, in orbita a circa 600 km di quota da quarant’anni, ha una massa di circa 2500 kg ed è previsto che si distrugga per gran parte durante l’impatto con l’atmosfera. Questo rientro incontrollato di satelliti è una operazione abbastanza comune, soprattutto per quelli lanciati in passato, non più funzionanti e la cui orbita decade in alcune decine di anni.
Il satellite ERBS è rimasto attivo per 21 anni e ha studiato il bilancio energetico della Terra, cioè quanto il nostro pianeta è irraggiato dal Sole, e quanta di questa energia viene riflessa. Inoltre, il satellite ha studiato per tutti i suoi anni di attività la salute dello strato dell’ozono sulla Terra. Queste due ricerche sono state particolarmente importanti negli anni, in quanto entrambi (bilancio energetico e stato dello strato dello ozono) sono importanti indicatori dello stato di salute del clima.
I dati raccolti dal 1984 al 2005 hanno inoltre permesso di creare modelli con dati costanti e su scale di tempo prolungate. Quelli sull’ozono, ad esempio hanno permesso di osservare la parziale chiusura del buco nello strato dell’ozono e fornire dati per stilare il Protocollo di Montreal nel 1989. In particolare il satellite era dotato di uno strumento, chiamato Stratospheric Aerosol and Gas Experiment II (SAGE II). Il SAGE III è ora montato sulla ISS e continua a studiare lo status dello strato di ozono.
Il rientro e decommissione di un satellite
Il satellite ERBS rientrerà in atmosfera, distruggendosi quasi completamente, con una probabilità che alcuni pezzi arrivino a Terra stimata in circa 1 su 9400. Questo rientro avverrà in modo completamente incontrollato, proprio perché il satellite non è più attivo dal 2005.
Nel 2002 la NASA, proprio in programma del rientro di questo satellite, aveva abbassato il suo perigeo di circa 50 km. Questo è bastato per portare ERBS in un’orbita più bassa, dove il costante attrito con gli strati più alti dell’atmosfera avrebbe abbassato la sua quota, fino ad un rientro in atmosfera entro i 25 anni.
Questa scelta è stata efficace in quanto nel 2005, quando il satellite è stato spento e la missione conclusa, i sistemi di propulsione e alimentazione erano talmente degradati che una manovra di accensione per rientrare in modo controllato avrebbe potuto portare ad una distruzione del satellite e all’origine di detriti spaziali più pericolosi, questo in virtù anche del fatto che il satellite, attivo per 21 anni era previsto durasse per 1 anno, con due anni di estensione missione.
Ora questa situazione di rientro incontrollato, ma comunque previsto, non è più la norma. Per i satelliti americani ed europei che vengono lanciati in questi anni è previsto un rientro controllato più sicuro alla fine della vita operativa.
Eventuali altri aggiornamenti sul rientro incontrollato di questo satellite saranno forniti sul canale telegram di Astrospace.it
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