Lunedì 28 novembre nel corso del Korea Space Forum 2022, tenutosi a Seoul, il presidente della repubblica coreana Yoon Suk-Yeol ha delineato una roadmap sul futuro programma spaziale della nazione coreana. Yoon ha posto due grandi obiettivi: arrivare su Marte entro il 2045 e sulla Luna nel 2032, con due missioni robotiche.
Per raggiungere questi risultati e ampliare la presenza coreana nello spazio, il presidente ha dichiarato che entro il 2023 intende creare una nuova agenzia, la KASA (Korea Aerospace Administration). Questa nuova entità avrà il compito di raccogliere i diversi progetti spaziali della corea del Sud oggi sparsi in diversi enti.
La neonata KASA opererà al di sotto del ministero delle scienze e delle ICT e dovrebbe incorporare i programmi di ricerca civile e militare. Questa mossa è stata accompagnata da un ulteriore annuncio, ossia un raddoppio del budget spaziale per i prossimi cinque anni. Nel 2021 il parlamento coreano aveva approvato un budget per lo spazio di oltre 600 milioni di dollari. In questo nuovo pacchetto d’investimenti, uno degli sforzi principali riguarda lo sviluppo di un motore per un nuovo razzo di classe geostazionaria, necessario per il lancio della missione lunare del 2032.
Nel corso della conferenza Yoon ha stimato che entro il 2045 la Corea del Sud dovrebbe attrarre 75 miliardi di dollari in investimenti per la space economy. Infine, il presidente ha dichiarato di voler proseguire sulla strada del trasferimento tecnologico da agenzie pubbliche a compagnie private. Questa decisione, già oggi applicata su diversi altri settori tecnologici, mira a rendere le aziende aerospaziali coreane più competitive sul mercato internazionale.
Il significato politico
Gli annunci di Yoon hanno il chiaro intento di porre la Corea del Sud a futura potenza della space economy. Nel 2022 la repubblica coreana ha lanciato per la prima volta con successo Nuri, il primo lanciatore sviluppato internamente, divenendo quindi la settima nazione al mondo ad avere un accesso indipendente allo spazio. Un ulteriore grande risultato della Corea è anche la prima missione lunare, KPLO, oggi in viaggio verso la Luna.
Queste ambizioni sono espresse chiaramente nelle parole di Yoon: “Il sogno di diventare una potenza spazio non è lontano. Sarà un’opportunità e una speranza per i bambini ed i giovani”.
Per quanto riguarda il traguardo del 2045, non si tratta di un anno casuale, ma l’anno del 100esimo anniversario dell’indipendenza della Corea dall’occupazione giapponese. Una data simbolica che legare ad un traguardo tecnologico e/o spaziale non è una novità per i paesi asiatici. Esprimere una data simbolo o un periodo per fare delle cose, è spesso un modo tutto orientale per misurare il tempo e scandire il progresso.
La corsa allo spazio si colloca poi in un più ampio contesto di rivalità tra i paesi della regione, ma dove si inserisce sempre lo storico alleato, gli Stati Uniti. Yoon ed il suo partito sono la parte dell’arco parlamentare coreano più fortemente orientata verso gli USA. Nel corso del forum, Yoon ha ribadito molto chiaramente questo concetto anche per lo spazio: “L’alleanza Corea-USA sarà estesa ad un alleanza spaziale Corea-USA, inoltre amplieremo la cooperazione con la società internazionale nella sicurezza spaziale”.
Gli altri progetti strategici
Oltre ai progetti esplorazione spaziale, l’attuale agenzia spaziale della Corea, la KARI, è impegnata in una serie di programmi di massima importanza per il paese. Tra questi, due sono dedicati a migliorare, e poi rendere indipendente i servizi di navigazione satellitare.
Infatti, la Corea del Sud non possiede un sistema di navigazione globale/regionale, pertanto deve fare totale affidamento sulla rete americana GPS. Il risultato di questa dipendenza è l’impossibilità di usare il segnale criptato e più preciso, fornito solo agli enti governativi americani. Un secondo inconveniente sono le continue azioni di jamming da parte della Corea del Nord che rendono il segnale molto impreciso o in certi casi inutilizzabile.
La risposte a questi due problemi vitali sono due progetti. Il primo, di breve periodo, consiste nell’impiego di un satellite geostazionario per il miglioramento del segnale di GPS, noto anche come SBAS (Satellite Based Augmentation System). Tale sistema non è molto diverso da quello europeo EGNOS, da cui la Corea del Sud avrà parte delle tecnologie necessarie, ossia la infrastrutture di terra che sono state appaltate a Thales Alenia Space.
Il secondo sistema è invece una costellazione dei navigazione coreana regionale totalmente indipendente. Nota anche come KPS (Korea Positioning System), la rete sarà composta da otto satelliti posti in orbita geosincrona, un’architettura simile alla giapponese QZSS. In questo grande progetto, la Corea dovrebbe spendere oltre 3.3 miliardi di dollari per un primo lancio nel 2027 ed un servizio completo nel 2035.
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