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Sono (finalmente) rientrati i primi quattro astronauti commerciali di Axiom Space

Andrea D'Urso di Andrea D'Urso
Aprile 25, 2022
in Esplorazione spaziale, News, Space economy, SpaceX
La Dragon e i suoi quattro paracaduti fotografati poco dopo l'apertura.

La Dragon e i suoi quattro paracaduti fotografati poco dopo l'apertura.

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I quattro astronauti della missione Ax-1, la prima sulla Stazione Spaziale Internazionale completamente gestita da aziende private hanno fatto ritorno sulla Terra. L’equipaggio ha trascorso ben 17 giorni in orbita e durante questo periodo di tempo ha condotto più di 25 esperimenti. Inizialmente la missione sarebbe dovuta durare circa 10 giorni, ma il maltempo ha causato diversi ritardi.

Non vi erano le condizioni necessarie per permettere un ammaraggio in sicurezza, e i quattro astronauti hanno dovuto prolungare il loro soggiorno sulla ISS. NASA, SpaceX e Axiom avevano già preso in considerazione l’ipotesi di rinviare la partenza dell’equipaggio e per tale motivo Axiom non dovrà pagare un supplemento.

La capsula Dragon Endeavour è decollata l’8 aprile alle 17:17 dal complesso di lancio 39A del Kennedy Space Center. L’attracco alla ISS è poi avvenuto alle 14:29 del giorno seguente, con circa 45 minuti di ritardo a causa di un problema con le comunicazioni fra la capsula e la stazione. La difficoltà è stata superata in pochi minuti, facendo passare le comunicazioni attraverso le stazioni di terra. Una volta iniziata la missione Ax-1, l’azienda americana ha dato il via anche a un nuovo tipo di business spaziale.

Un nuovo modo di essere astronauti

Uno degli obbiettivi dell’intero equipaggio di Axiom era quello di avvicinare i giovani all’esplorazione spaziale e agli studi scientifici. Per tale motivo hanno effettuato diverse videoconferenze con diverse scuole. Durante uno di questi incontri, un bambino di 9 anni di una delle scuole nell’area di Houston in Texas ha chiesto loro come trascorressero il loro tempo libero. Larry Connor ha risposto scherzando, affermando che non avevano tempo libero. La battuta di Connor ha un fondo di verità, in quanto i membri di Ax-1 avevano molti compiti da svolgere durante le loro giornate.

Sulla ISS hanno condotto molte ricerche, proprio come gli astronauti della Expedition 67. La stessa capacità di condurre esperimenti in orbita era esso stesso un esperimento da parte di Axiom. È infatti la prima volta che viene portata a termine una spedizione interamente gestita da privati sulla ISS e ciò implica anche la gestione dei diversi esperimenti.

Un test di olotrasporto a bordo della ISS durante la missione Ax-1. Credits: Axiom Space
Un test di olotrasporto a bordo della ISS durante la missione Ax-1. Credits: Axiom Space

Molti degli esperimenti portati avanti dai quattro astronauti hanno come obbiettivo lo studio del comportamento del corpo umano nello spazio. Invecchiamento cellulare, trattamento dei dolori cronici dovuti ai viaggi spaziali e i problemi legati alla vista. L’equipaggio ha potuto testare anche nuove tecnologie come il sistema per l’olotrasporto, simile a quanto utilizzato durante la missione Crew-2.

Tramite l’utilizzo di un visore è possibile vedere l’immagine della persona con cui si sta parlando come se i due interlocutori fossero vicini. Tecnologia di questo tipo sarà molto importante per le missioni lontane dalla Terra, come le future spedizioni lunari. Sarà possibile dare maggiore supporto agli astronauti non solo sui compiti da svolgere ma sarà anche un aiuto psicologico.

Per Axiom si tratta di una dimostrazione molto importante. L’azienda infatti sta sviluppando una proprio stazione spaziale, la Axiom Station, con i primi moduli che prevedono di lanciare nel 2024. Una volta che questa sarà operativa diverse aziende ed enti di ricerca potranno affidare i propri esperimenti agli astronauti che voleranno su questa nuova stazione. Presto effettuare studi in condizioni di microgravità sarà possibile anche senza doverlo richiedere agli astronauti delle diverse agenzie nazionali, dando il via a un nuovo tipo di business spaziale.

Il terzo rientro di Endeavour

L’ammaraggio è avvenuto senza problemi alle 19:05 al largo della Florida. Con il rientro della Dragon e la fine della missione Ax-1, NASA e SpaceX possono procedere al lancio di Crew-4. Potete seguire tutte le fasi di questa nuova missione attraverso il nostro live blog. SpaceX porta così a termine la terza spedizione supportata con la Dragon Endeavour, raggiungendo un nuovo importante traguardo. È la prima volta infatti che una capsula per equipaggio vola per così tante volte e ciò permetterà all’azienda di Musk di analizzare la struttura per poterne migliorare la riutilizzabilità.

Questo è un aspetto molto importante per SpaceX e per il futuro delle capsule Dragon, dato che l’azienda ha deciso d’interromperne la produzione, realizzando solamente le parti per ripristinarle al volo. Il terzo viaggio di ritorno sulla Terra della Endeavour è iniziato alle 3:10 del 25 aprile. Utilizzando i 16 motori Draco, la capsula ha progressivamente diminuito la sua velocità e la sua orbita. Prima d’iniziare la fase più critica del rientro, la Dragon ha sganciato il trunk, la sezione cilindrica con i pannelli solari, liberando in questo modo lo scudo termico.

Il rientro di Ax-1

Ha così avuto inizio la prima importante fase, ovvero l’impatto della Dragon con l’atmosfera. Durante questa fase gli astronauti non erano in grado di comunicare con il centro di controllo di SpaceX a causa delle interferenze dovute al plasma che circondava la capsula. Questa fase è definita black out e dura circa 7 minuti. Successivamente la Dragon ha dispiegato i primi due parafreni per rallentare ulteriormente e arrivare alla velocità adeguata per aprire i quattro paracadute principali. Nessun problema nemmeno in questa fase e gli astronauti sono ammarati con successo, concludendo la missione AX-1.

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Tags: axiomDragonSpaceSpaceX

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