Il programma Landsat, creato in partnership fra NASA e il U.S. Geological Survey (USGS), da cinquant’anni fornisce dati e immagini per studiare i cambiamenti della nostra Terra, e non solo. Il primo satellite Landsat è stato lanciato nel 1972 e da allora, il programma ha fornito più di 8 milioni di immagini del nostro pianeta, realizzate da sette satelliti (il Landsat numero sei non riuscì a raggiungere l’orbita nel 1993). Ora la NASA si prepara al lancio del Landsat 9, la cui partenza è prevista per il 27 settembre alle ore 20:12 (orario italiano), dallo spazioporto di Vandenberg con un vettore Atlas V 401.
Il programma Landsat negli anni si è consolidato come uno dei più affidabili duraturi e utili programmi di osservazione terrestre dallo spazio. I dati e le immagini ricavate dai sette satelliti che finora hanno raggiunto lo spazio hanno aiutato a comprendere come il nostro pianeta sia cambiato in mezzo secolo. Inoltre, essendo tutte queste immagini e dati completamente pubblici, hanno aperto il mercato a molti sviluppi.
Questi variano dal controllo dei campi in agricoltura, al tracciamento degli incendi e del variare delle foreste oltre a servizi d’ingegneria urbana. Altri utilizzi comprendono il tracciamento di grandi popolazioni di alghe in mare e della variazione di dimensione dei ghiacciai. Con i dati e le immagini dei satelliti Landsat sono stati pubblicati più di 18000 studi scientifici in questi cinque decenni.
Il satellite Landsat 9
Il nuovo satellite Landsat 9 è stato costruito sulla base del numero 8, del quale è a tutti gli effetti una copia aggiornata. A bordo sono stati inseriti due diversi strumenti scientifici, il Plerational Land Imager 2 (OLI-2) e il Thermal Infrared Sensor 2 (TIRS-2). Il satellite verrà posizionato su un’orbita polare a 705 km di quota, in modo che completi un’orbita ogni 99 minuti. In questo modo sarà in grado di fotografare tutta la superficie terrestre ogni 16 giorni. Avrà una capacità di raccolta di oltre 700 immagini al giorno e coordinandosi con il satellite Landsat numero 8 saranno in grado di coprire e registrare tutti i cambiamenti del nostro pianeta.
Plerational Land Imager 2(OLI-2)
Lo strumento OLI-2 fotograferà la superficie, fornendo le foto vere e proprie, ma farà molto di più. Questa “fotocamera” è infatti sensibile a nove diverse lunghezze d’onda, che variano dal vicino infrarosso alle onde corte, comprendendo ovviamente la luce visibile. I dati rilevati alle diverse lunghezze d’onda possono essere combinati o esclusi per ogni foto, massimizzando le informazioni che verranno ricavate da ogni scatto. A seconda del fenomeno e della posizione che viene osservata potrebbe infatti essere più importante privilegiare la frequenza del visibile piuttosto che altre.
Ad esempio, le piante delle forestre riflettono nel vicino infrarosso, e rilevando questa frequenza si può studiare meglio la crescita della vegetazione. I diversi colori nel visibile che appaiono nei laghi e negli oceani possono invece aiutare a capire il movimento e la fioritura di alghe potenzialmente dannose. Lo strumento OLI-2 è migliorato rispetto a quello di Landsat 8 sopratutto nell’osservazione delle regioni più scure come foreste e acque costiere. OLI-2 ha una risoluzione di 30 metri per pixel e ogni foto coprirà un’area di 185 km.
Questa mappa, chiamata Burned Area Emergency Response, è stata creata con le foto del Landsat 8 ed è usata per le fasi post-incendio. Questi studi hanno permesso alle agenzie federali americane di risparmiare quasi 8 milioni di dollari all’anno in costi di ripristino delle aree colpite da incendio. La prima immagine a sinistra raffigura l’area che sarà colpita dal Silver Fire del 2013 in Nuovo Messico. L’immagine al centro raffigura l’area durante l’incendio (il punto rosso al centro) e l’area bruciata (la zona rossiccia sottostante). L’immagine a destra mostra le aree colpite dall’incendio in base alla gravità: elevata (rosso), moderata (giallo) e bassa (verde).
Thermal Infrared Sensor 2 (TIRS-2)
Lo strumento TIRS-2 è invece in grado di rilevare le radiazioni termiche infrarosse. In pratica riesce a rilevare le variazioni di temperatura della superficie terrestre, con una precisione di un decimo di grado Celsius. I suoi rivelatori sono chiamati Quantum Well Infrared Photodetectors, o QWIP, e sono stati sviluppati al Goddard Space Flight Center della NASA. Funzionano in modo che una radiazione infrarossa, quando colpisce questi rilevatori ne eccita gli elettroni, che di conseguenza producono un segnale elettrico. Studiando questo segnale viene determinata la temperatura superficiale.
A bordo sono anche presenti diversi computer utilizzati per compensare i segnali di disturbo. L’umidità dell’atmosfera, come tutte le altre condizioni climatiche, possono infatti disturbare il segnale termico, portando a una rilevazione errata. TIRS-2 ha una risoluzione di 100 metri e un campo visivo di 185 km, come OLI-2. Al contrario del suo predecessore TIRS, montato su Landsat 8 che disponeva di tre anni di vita operativa, TIRS-2 è progettato per rimanere attivo 5 anni.
Nella seguente galleria sono state inserite alcune delle immagini più belle e significative realizzate dai satelliti Landsat.
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