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SpaceX lancia i primi Starlink v1.5 verso l’orbita polare mentre il servizio sbarca in Giappone

Stefano Piccin di Stefano Piccin
Dicembre 23, 2021
in News, Space economy, SpaceX
La partenza del Falcon 9 fotografata da Oliver Pelham Burn nel momento in cui esce dalla coltre di nubi sopra la costa della California.

La partenza del Falcon 9 fotografata da Oliver Pelham Burn nel momento in cui esce dalla coltre di nubi sopra la costa della California.

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SpaceX ritorna al lancio di un gruppo di satelliti Starlink dopo diversi mesi di pausa. Questa volta il Falcon 9 ha portato in orbita 51 satelliti di SpaceX partendo dalla base di Vandenberg, in California. Dalla costa Ovest degli Stati Uniti SpaceX non lanciava da circa un anno, ed è la prima volta che da qui partono dei satelliti Starlink. Il motivo però è preciso, questo gruppo era composto esclusivamente di Starlink nella versione 1.5 che sono stati posti in’orbita quasi polare. Con questo lancio sono stati portati in orbita un totale di 1789 Starlink.

I satelliti della versione 1.5 sono dotati di collegamento laser, che permetterà velocità di trasmissioni dati fra satelliti molto più veloci dei precedenti collegamenti radio. In questo modo potrà essere alzata ancora di più la banda Internet offerta a Terra e diminuita ancora la latenza della connessione. Precedentemente erano già stati portati in orbita alcuni satelliti di questa versione, ma avevano scopo di test.

Inoltre, l’orbita di destinazione, prevista con una quota di 550 km e con inclinazione di 70° è più facilmente raggiungibile lanciando dalla costa Ovest che dalla costa Est. I rischi legati al lancio sono infatti minori dalla California, data la presenza dell’Oceano Pacifico sotto la traiettoria di lancio verso l’orbita polare. Con i satelliti in orbita polare, SpaceX sta iniziando a coprire le alte latitudini, comprensive delle alte zone dell’Europa, del Canada, dell’Alaska e soprattutto dei Poli.

Starlink arriva anche in Giappone

Il colosso giapponese delle telecomunicazioni KDDI ha annunciato formalmente il 13 settembre un accordo con SpaceX per utilizzare Starlink in Giappone. La società KDDI offrirà Starlink all’interno della propria offerta di collegamento, montando le parabole direttamente a bordo delle loro 1200 torri mobili. Questa offerta sarà dedicata a coprire con una connessione ad alta velocità le zone rurali del Giappone. Starlink fungerà anche come rete di backup nel caso le connessioni telefoniche siano interrotte da disastri naturali o altri incidenti.

KDDI attualmente copre il 90% del territorio giapponese con comunicazione 4G ma solo il 60% del territorio è coperto con connessioni più veloci. Secondo l’azienda giapponese circa 10000 persone in Giappone, sopratutto nelle isole più remote, è ancora senza nessun tipo di connessione stabile a internet. Softbank, azienda che in Giappone è la principale rivale di KDDI ha invece annunciato una partnership con OneWeb, il servizio di internet satellitare rivale di SpaceX, i dettagli non sono però ancora noti.

Confronto fra le due costellazioni OneWeb e Starlink aggiornato al 14 settembre, senza gli Starlink lanciati oggi. Credits: SatelliteMap.
Confronto fra le due costellazioni OneWeb e Starlink aggiornato al 14 settembre, senza gli Starlink lanciati oggi. Credits: SatelliteMap.

100 mila utenti e 5 mila parabole al giorno

SpaceX poche settimane fa ha inoltre annunciato di aver raggiunto la quota di 100000 utenti attivi sulla rete satellitare. Un numero importante dato che Starlink è ancora fornito solo come servizio in beta. Sono oltre mezzo milione i preordini già completati per il servizio satellitare.

SpaceX ha poi annunciato che sono riusciti a raggiungere un ritmo di produzione della parabola per connettersi alla rete satellitare di 5000 unità al giorno. La parabola è necessaria per collegarsi a Starlink, e ogni utente dovrà acquistarne una. Attualmente il costo del servizio, per quanto riguarda l’Italia, prevede oltre all’abbonamento l’acquisto della parabola per 499 euro. Questa cifra, secondo SpaceX sarà diminuita man mano che aumenterà la produzione in serie, ma anche l’azienda di Musk ha annunciato problemi nella fornitura di chip e componenti per produrre queste antenne. Il ritmo di 5000 unità al giorno dovrà essere aumentato presto, ma non sappiamo ancora quando e come questo risultato sarà ottenuto.

Un Falcon 9 al decimo volo

Il primo stadio del Falcon 9 utilizzato per questo lancio era al suo decimo volo. Il codice identificativo era B1049 e nella tabella seguente sono rappresentati tutti i precedenti voli. Anche le due coperture superiori avevano già volato. Una metà era già stata usata per un volo (NROL-108) mentre l’altra per due (GPS III-3, Turksat-5A). Il rientro è avvenuto correttamente circa otto minuti dopo il lancio sulla chiatta Off Course I Still Love You posta al largo della California.

Missione B1049

Data di lancio

Telstar 18V

10 settembre 2018

Iridium-8

11 gennaio 2019

Starlink-0

24 maggio 2019

Starlink-2

7 gennaio 2020

Starlink-7

4 giugno 2020

Starlink-10

18 agosto 2020

Starlink-15

25 novembre 2020

Starlink-17

4 marzo 2021

Starlink-25

4 maggio 2021

Starlink-2.1

14 settembre 2021

La partenza da Vandenberg ha rappresentato una prima volta anche per la chiatta Off Course I Still Love You, che per la prima volta ha gestito il rientro di un Falcon 9 nell’Oceano Pacifico. SpaceX nei prossimi mesi intende aumentare la frequenza di lancio da Vandenberg per questo la chiatta verrà tenuta su questa costa. In questo modo verranno tenute due chiatte in Florida (Just Read the Instructions  e A Shortfall of Gravitas). 

Foto di copertina di Oliver Pelham Burn.

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Tags: SpaceXstarlink

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