SpaceX non si ferma e porta a termine con successo la ventitreesima missione del 2020, stabilendo un nuovo record di riutilizzabilità. In soli 3 giorni, l’azienda di Musk fa partire due diversi Falcon 9, di cui l’ultimo utilizzato per 7 volte. Sentinel-6A è partita il 21 novembre alle 18:17 dalla base di Vandenberg, in California. Il 25 novembre, alle 3:13, sono arrivati in orbita altri 60 Starlink, aumentando ulteriormente il numero di satelliti che compongono la mega costellazione. Sale quindi a 953 il numero di Starlink che raggiungono l’orbita terrestre bassa.
Con l’inizio della beta pubblica del servizio Starlink, molti utenti hanno iniziato a riportare le loro esperienze di utilizzo, provando questa connessione in diverse condizioni. Durante una sessione di Q&A tenuto da ingegneri di SpaceX, sono emerse anche conferme e maggiori dettagli su dubbi sollevati dagli utenti. Nel video seguente un replay del lancio della missione Starlink-15.
Liftoff! pic.twitter.com/a9O2MqcsCV
— SpaceX (@SpaceX) November 25, 2020
I risultati di Starlink
Denominata “Better Than Nothing Beta”, la prima beta pubblica del servizio di connessione satellitare è inizia da circa un mese. Tale possibilità è stata concessa inizialmente agli abitanti del Nord America. Questo perché le latitudini maggiori (comprese tra 44.9°N e 51.1°N) sono quelle che dispongono di una copertura migliore da parte dei satelliti. Entro gennaio, la beta verrà estesa ad un pubblico più ampio.
Come dichiarato dalla stessa SpaceX, attualmente il servizio non garantisce ancora una connessione stabile. Molti Starlink lanciati di recente devono ancora raggiungere la loro orbita finale ed alcuni utenti non sono sempre raggiunti dal segnale in maniera ottimale. Questo comporta risultati di test con valori che oscillano molto.
Ad inizio settembre SpaceX dichiarò che la velocità di download superava i 100 Mbps. Gli utenti hanno confermato questo dato, sperimentando velocità anche di gran lunga maggiori.
La velocità massima registrata in download è di 208,63 Mbps, mentre quella in upload è di 47,72 Mbps. Il minimo valore di ping invece è di 15 millisecondi.
Alcuni utenti hanno verificato che il servizio funziona anche durante le bufere di neve, ma le prestazioni ne risentono molto, in base all’intensità della tormenta. Spesso la velocità di download però rimaneva comunque sopra i 100 Mbps. Proprio durante le nevicate è emersa una caratteristica della parabola mai pubblicizzata la SpaceX: il piatto riscaldato.

Diversi beta tester infatti hanno notato che la neve ed il ghiaccio sopra la parabola si scioglie. Gli ingegneri di SpaceX hanno poi confermato il fatto che l’antenna ha un sistema di riscaldamento, per evitare che il segnale venga bloccato dalla neve. Presto rilasceranno anche un aggiornamento per migliorare questo sistema. La parabola è stata certificata per essere utilizzata con temperature che vanno dai -30°C ai +40°C, ma i test si sono spinti anche a temperature che superavano questi estremi.
In caso di cielo sereno però, c’è stato chi voleva comunque mettere alla prova la parabola in condizioni avverse. Si possono trovare in rete video di persone che innaffiano l’antenna simulando un acquazzone o utilizzando un soffia foglia per fingere la presenza di forti venti.
Gli sviluppi futuri della parabola e dei satelliti Starlink
Una delle sfide più difficili e importanti per gli ingegneri di SpaceX è stata quella di rendere il servizio più facile e immediato possibile da usare. Ciò ha rappresentato una delle sfide più difficili da superare per gli ingegneri.
Puntare una parabola verso un satellite a volte può essere un’operazione lunga. Per questa ragione, l’antenna Starlink possiede diversi motori che le permettono di orientarsi verso i satelliti. Durante la prima accensione, la parabola è in grado di scandagliare il cielo in pochi millisecondi ed agganciarsi al satellite più vicino. Stabilita la connessione, scarica i dati con le posizione degli Starlink vicini per orientarsi successivamente verso il prossimo satellite che passerà sopra di esso. Siccome la costellazione si evolve molto velocemente, non è possibile caricare sul software della parabole le posizioni dei satelliti. Gli ingegneri quindi hanno sviluppato questa tecnica per facilitare la connessione.
Le operazioni automatizzate sono alla base di tutto l’ecosistema Starlink, dalle parabole ai satelliti. Questi ultimi infatti sono dotati di sistema automatico anti collisioni. Le operazioni svolte dal piccolo team che gestisce Starlink risultano in questo modo ridotte. Devono comunicare ai satelliti le orbite finali che dovranno raggiungere e caricare i dati sui passaggi ravvicinati con altri satelliti, operazione compiuta più volte al giorno.

Per migliorare la connessione, SpaceX ha anche testato la comunicazione laser tra due satelliti Starlink. Questa permette di inviare un grande quantitativo di dati in poco tempo, grazie al fatto che la luce viaggia molto più velocemente nel vuoto. Durante i test hanno raggiunto velocità di gigabit al secondo. Tale sistema garantirà una connessione veloce anche nelle aree lontane dai gateway, le stazioni di terra che comunicano con i satelliti.
Gli ingegneri stanno lavorando su aggiornamenti software che garantiranno prestazioni migliori, anche a livello di dispendio energetico per la parabola. SpaceX rilascerà tali aggiornamenti regolarmente, seguendo come modello ciò che accade con Tesla, cercando di ascoltare il più possibile le diverse esperienze degli utenti.
Attenzione a Tibro
Starlink dovrebbe entrare ufficialmente in commercio nel 2021, stando alle ultime dichiarazioni, divenendo disponibile anche in altre zone del mondo. SpaceX però ha dovuto muoversi in anticipo per poter ottenere i permessi per operare su diversi territori oltre a quello americano. L’azienda di Musk però ha agito in incognito, creando delle compagnie sparse per il mondo chiamate Tibro, nome che letto al contrario significa orbita. I piani di SpaceX sono stati scoperti analizzando quanto successo in Australia.
Una volta creata la compagnia Tibro Australia PTY LTD, questa ha ottenuto dalla ACMA (Australian Communications and Media Authority) la licenza ad operare nelle telecomunicazioni. Successivamente, il nome di Tibro è stato cambiato in Starlink Australia PTY LTD.
SpaceX ha fondato altre Tibro, tra cui una in Francia, dove di recente ha ottenuto i permessi per la realizzazione di 3 stazioni gateway.
🇫🇷 @Arcep authorized @SpaceX #Starlink gateways in 3 municipalities covering much of Western Europe:
– Gravelines https://t.co/hVtWulIAf5
– Villenave-d'Ornon https://t.co/SJQPUN3G2y
– Belin-Béliet https://t.co/SAbJcHfWh6No coordinates in @anfr data yet: https://t.co/niu2tAbu5o pic.twitter.com/06K0Q1uZA4
— Megaconstellations 🌍📡🛰️🛰️🛰️🛰️🛰️🛰️ (@Megaconstellati) October 21, 2020
Presto quindi, Starlink diventerà accessibile in tutto il mondo, permettendo a molte più persone di avere una buona connessione ad internet. Il prezzo del servizio e soprattutto dell’antenna caleranno rispetto a quelli emersi il mese scorso.
Un settimo lancio storico
Per completare questa missione, SpaceX ha utilizzato per la prima volta un Falcon 9 al settimo riutilizzo. Il razzo, con numero di serie B1049, è partito senza problemi dal complesso di lancio numero 40 di Cape Canaveral, per poi tornare sulla chiatta Of Course I Still Love You.
Falcon 9’s first stage lands on the Of Course I Still Love You droneship! pic.twitter.com/RZGbgzDBwf
— SpaceX (@SpaceX) November 25, 2020
L’azienda di Musk raggiunge un altro importante traguardo per quanto riguarda la riutilizzabilità, dimostrando anche l’affidabilità dei propri razzi. Il B1049 ha volato per la prima volta il 10 settembre 2018, con la missione Telstar 18V. La seconda ed ultima missione per conto di un’azienda esterna è stata Iridium-8, l’11 gennaio 2019. SpaceX ha quindi utilizzato successivamente questo booster per la prima missione Starlink e per quelle successive, le numero: 2, 7 e 10. Si aggiunge alla lista quindi il lancio Starlink-15.
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