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L’uragano Zeta colpisce anche l’SLS, mentre spuntano i primi problemi tecnici

Stefano Piccin di Stefano Piccin
Novembre 2, 2020
in Agenzie Spaziali, Boeing, NASA, News, Space economy
L'Uragano Zeta fotografato dallo spazio il 26 ottobre poco prima di dirigersi verso la Luisiana e l'Alabama.

L'Uragano Zeta fotografato dallo spazio il 26 ottobre poco prima di dirigersi verso la Luisiana e l'Alabama.

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Negli ultimi giorni di ottobre si è abbattuto sullo Stannis Space Center l’Uragano Zeta, costringendo a uno stop completo dei test al nuovo Space Launch System. Il vettore della NASA che porterà sulla Luna le prime missioni Artemis sta eseguendo attualmente il Green Run Test. Questi sono una serie di test che porteranno ad un’accensione statica di bene 8 minuti dei 4 motori RS-25. Prima che l’uragano colpisse lo stabilimento l’SLS aveva completato la terzultima fase dei test, ma dalle prime analisi dei risultati si erano osservati anche dei problemi tecnici. I ritardi potrebbero quindi essere più grandi del previsto e non solo dovuti all’uragano Zeta.

Zeta è stato il sesto evento metereologico ad interrompere i test all’SLS durante questo 2020, ma sicuramente anche il più preoccupante. Inizialmente, mentre la tempesta si trovava ancora in mare rispettava appieno i modelli, ma poi è aumentata più del previsto, colpendo il New Orleans e la Louisiana a Categoria 2. Quando l’uragano Zeta ha colpito l’area dello Stannis Space Center, si sono registrati venti a circa 150 kilometri all’ora.

SLS
La scaletta di tutti i test del Green Run Test. Attualmente (2 novembre 2020) mancano solamente gli ultimi due. Credits: NASA.

Almeno una settimana di ritardi

Boeing, costruttore dello stadio centrale dell’SLS e NASA sono allora stati costretti ad interrompere i test, smontare le impalcature e le piattaforme e mettere in sicurezza il core stage del vettore. Essendo che viene testato in un banco all’aperto, in questa fase il primo stadio è particolarmente soggetto al meteo. Tutte queste operazioni di protezione durano all’incirca tre giorni, e altrettanti ne servono solitamente per far ripartire le attività.

Difficile sapere ora se questa volta basteranno tre giorni, sempre sperando che Zeta non abbia fatto danni. Quello che possiamo aspettarci è sicuramente un rinvio almeno di una settimana sulla data di fine novembre inizialmente prevista per lo Static Fire Test.

I primi problemi tecnici

Come ha lasciato intendere la NASA stessa, è molto probabile che emergano piccoli problemi e cose da sistemare dopo l’ultimo dei Green Run Test. D’altronde, a questo servono i test. Se però verranno trovati problemi di un certo livello ai motori, è possibile che vedremo rimandata la missione Artemis 1, attualmente prevista per la fine del 2021, al 2022.

Per ora sono invece emersi alcuni problemi minori durante il quinto test, dedicato al controllo della direzione di spinta e dei sistemi idraulici. Le prestazioni del thrust vector control (TVC), non sono risultate ottimali. Durante questo test il sistema TVC è stato alimentato prima dall’esterno e poi direttamente dal core stage del razzo. La prova consisteva nel muovere singolarmente un motore RS-25, e poi tutte e quattro contemporaneamente. Attualmente si stanno ancora studiando i dati, per comprendere più a fondo la natura di questo problema e come inciderà sulle prossime prove.

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