Si è conclusa con successo Starlink-12, la nuova missione di SpaceX che ha portato altri 60 satelliti Starlink in orbita. Si tratta del dodicesimo lancio in cui l’azienda di Musk riesce a portare nello spazio i propri satelliti nella loro versione 1.0. Sono così 773 gli Starlink che hanno raggiunto lo spazio, anche se questo non rappresenta il numero di satelliti attualmente in orbita.
I primi 60 Starlink, i V0.9 lanciati a maggio 2019, stanno infatti deorbitando un po’ alla volta, distruggendosi completamente nell’impatto contro l’atmosfera. SpaceX ha utilizzato quei satelliti per effettuare i primi test e ricavare dati sul loro comportamento, in modo da migliorare poi le versioni successive. Sono circa 37 gli Starlink deorbitati, di questi solo 5 sono nella versione 1.0. SpaceX ha progettato i propri satelliti in modo da poter essere facilmente rimpiazzati ed avere quindi operativi sempre quelli di ultima generazione.
Grazie all’elevato numero di satelliti in orbita, il servizio di connessione ad internet inizia ad avere prestazioni elevate. La velocità massima in download ha superato i 100 Mbps, con un ping inferiore a 20 millisecondi. La connessione però non è ancora stabile, poiché la costellazione non ha ancora raggiunto il numero di satelliti necessario per avere una copertura continua. SpaceX è riuscita finalmente a far partire il Falcon 9 B1058, dopo molti problemi. Il lancio è stato rinviato diverse volte sia a causa del meteo poco favorevole che per un problema con i sistemi di terra.
Prima prova sul campo e l’ipotesi della quotazione in borsa
Quest’estate l’America è stata gravemente colpita da diversi incendi, che hanno coinvolto in particolare la costa Ovest, dalla California allo Stato di Washington. Per aiutare a gestire l’emergenza, SpaceX ha messo a disposizione del Washington Emergency Management 7 antenne Starlink da utilizzare in particolare nella cittadina di Malden, completamente distrutta dalle fiamme.
Grazie a questi terminali, soccorritori e cittadini hanno potuto collegarsi con i satelliti ed avere accesso ad internet. La connessione era prima impossibile, poiché le fiamme hanno distrutto gran parte della rete elettrica e delle telecomunicazioni. La connessione Starlink è stata utilizzata per coordinare le operazione di soccorso ma ha anche permesso ai bambini di seguire le prime lezioni online.

Richard Hall, emergency telecommunications leader della divisione IT del Washington State Military Department, ha raccontato alla CNBC la sua esperienza con questo nuovo sistema. Hall ha utilizzato diversi sistemi di comunicazione satellitare e tutti richiedevano una complessa installazione, a volte lunga diverse ore. Per configurare le antenne Starlink ha dichiarato che sono necessari dai 5 ai 10 minuti. Anche la velocità di connessione è maggiore rispetto alle altre connessioni satellitari. Il punto di forza di Starlink è anche il basso ping, meno di 20 millisecondi.
Il design delle antenne è stato modificato rispetto a quello delle versioni beta. La base dell’antenna sarà costituito da un treppiede, per facilitarne il posizionamento.
Oltre ai test effettuati dai dipendenti di SpaceX e Tesla, questo è il primo utilizzo della connessione sul campo, in una situazione di emergenza.Musk ha dichiarato di essere contento che SpaceX sia di aiuto in queste condizioni. Nel seguente video la partenza di Starlink-12:
Liftoff! pic.twitter.com/b33QAIP7Mo
— SpaceX (@SpaceX) October 6, 2020
Starlink quotata in borsa
Con un altro tweet poi ha comunicato quello che potrebbe essere il futuro di Starlink. Quando il servizio entrerà in funzione regolarmente, tra qualche anno, è possibile che decideranno di quotare in borsa Starlink. Con questa dichiarazione, possiamo affermare ce Musk abbia cambiato idea sul futuro di questo servizio, dato che aveva più volte affermato di non voler portare Starlink in borsa.
Questo non sorprende, dato che il tipo di servizio offerto dalla rete satellitare. Essendo un bene di consumo rivolto potenzialmente a centinaia di milioni di utenti, la quotazione in borsa sarebbe un passo scontato. Musk ha comunque messo le mani avanti, dichiarando che questo passaggio avverrà solamente quando il servizio sarà stabile. In queste osservazioni risiede forse la sua avversione per gli investitori in borsa, che spesso non riescono a comprendere progetti e idee a lungo termine.
Quando Starlink sarà quotata in borsa verrà quindi a crearsi formalmente una nuova azienda. Un’altra cosa che Musk dovrà risolvere sarà sarà quindi la sua partecipazione e quella di SpaceX all’interno della nuova società. Starlink e SpaceX saranno infatti spesso legate, in particolare per quanto riguarda il lancio di satelliti. Se la quotazione avverrà fra qualche anno (come detto da Musk), quando la maggior parte dei satelliti sarà già in orbita e il servizio attivo, un’opzione potrà essere che l’azienda satellitare sia semplicemente un cliente speciale di SpaceX.
Continuano le missioni del Falcon 9 marchiato NASA
Il Falcon 9 utilizzato per questa missione è il B1058 che ha completato con successo la sua terza missione. Il suo primo volo è stato con Demo-2, grazie al qual Bob Behnken e Doug Hurley hanno raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale.

Proprio per questo motivo, su un lato di questo razzo è presente il logo della NASA, nel caratteristico stile denominato “worm”. SpaceX non ha perso tempo e risorse nel riverniciare il Falcon ma ha adottato una strategia più semplice: posizionarlo in rampa in modo che il logo non si veda. Con il secondo lancio di questo booster, ANASIS-2 per conto della Corea del Sud, l’azienda di Musk aveva utilizzato proprio questo trucco.
Dopo circa 8 minuti e mezzo, il B1058 è atterrato perfettamente sulla chiatta Of Course I Still Love You, posizionata a circa 633 km da Cape Canaveral. Rientra quindi per la terza volta anche questo Falcon 9 un po’ diverso dagli altri per via del logo della NASA.
Il successo di questa missione segna anche il terzo lancio di fila senza che venga eseguito lo static fire test. Solitamente SpaceX, qualche giorno prima del lancio, effettua una prova per verificare il corretto funzionamento dei sistemi del razzo. Per fare ciò, il Falcon 9 accende i motori Merlin per qualche secondo rimandando ancorato a terra. È probabile che questo serva a SpaceX per testare il rapido riutilizzo dei propri razzi, dato che tutte le verifiche vengono eseguite comunque prima del lancio.
Non solo il primo stadio, ma anche una delle due coperture che proteggono i satelliti ha volato per la terza volta. Si tratta di un nuovo primato per SpaceX, che riesce a riutilizzare con successo una componente che da sola ha un costo di circa 3 milioni di dollari. La copertura ha volato per la prima volta con il lancio degli Starlink V0.9 e successivamente a marzo 2020, con la missione Starlink-5.
Aggiornamento: Presa al volo uno dei due fairing (coperture superiori). SpaceX stabilisce un nuovo record anche questa volta dato che è stata recuperata proprio la copertura che aveva già volato 2 volte prima di oggi.
Ms. Tree caught the fairing half that flew in support of two previous missions! pic.twitter.com/p61bdBrdRP
— SpaceX (@SpaceX) October 6, 2020
SpaceX ha mostrato il momento del rilascio dei satelliti, nel quale abbiamo potuto osservare la separazione del montante che tiene i satelliti compatti. Subito dopo la separazione, gli Starlink hanno aperto il parasole, che servirà a ridurre la luminosità dei satelliti.
Deployment of 60 Starlink satellites confirmed pic.twitter.com/x83OvjB4Pa
— SpaceX (@SpaceX) October 6, 2020
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