La Colorado University e Lockheed Martin collaborano per raggiungere e osservare da vicino due coppie di asteroidi binari. Per la prima volta saranno disponibili immagini e informazioni dettagliate su alcuni degli ospiti più misteriosi dello spazio. Il 3 settembre la NASA ha dato il via libera ufficiale alla missione Janus, a cui lavorerà la Colorado University al fianco della Lockheed Martin. Due gli obiettivi principali: riuscire a scoprire di più sul processo di formazione ed evoluzione di un sistema binario di asteroidi e aggiornare le tecniche di previsione delle orbite di tali corpi celesti.
La missione Janus, che prende il nome dal dio bifronte romano Giano, è risultata vincitrice tra altre 12 proposte nell’ambito del programma Simplex della Nasa. Essa si propone di realizzare per la prima volta un’osservazione ravvicinata di due coppie di asteroidi binari: 1996 FG3 sistema di classe S, cioè con evoluzione della sua orbita caotica, e 1991 VH di classe C.
Gli asteroidi binari sono per definizione un sistema di due asteroidi che orbitano attorno a un centro di massa comune. Si stima che circa il 15% degli asteroidi del sistema solare appartenga a questa categoria; se questo non bastasse a rendenderli interessanti agli occhi dei ricercatori, una delle loro caratteristiche più affascinanti è l’imprevedibilità. Essendo oggetti di massa relativamente ridotta sono molto suscettibili (come la maggior parte dei detriti spaziali) all’effetto dell’attrazione gravitazionale di altri corpi celesti. Basta veramente poco a far deviare un sistema binario di asteroidi dalla propria traiettoria e questo complica non poco le attività di studio e previsione delle orbite.
Fino ad ora ci si è limitati a studiarli da terra, ma l’osservazione di oggetti di modeste dimensioni da grandi distanze non può di sicuro rispondere con sufficiente accuratezza alle mille domande che attanagliano i ricercatori.
La missione
La missione prenderà concretamente il via nell’agosto 2022 con il lancio di due sonde identiche, e avrà una durata stimata di circa quattro anni. Di contro il flyby durerà appena qualche mese. Il motivo? Le due sonde dovranno percorrere moltissima strada prima di incontrare i loro obiettivi. I due sistemi binari appartengono infatti al gruppo degli asteroidi definiti “Apollo”, nome derivante dal primo corpo di questo tipo osservato nel 1932. Gli asteroidi Apollo hanno un’orbita con perielio inferiore all’unità astronomica (1 UA=distanza media terra-sole) e un semiasse variabile anche fino a 2.5 UA. Il volo si comporrà di tre fasi: la prima sarà un’orbita intorno al Sole, poi le due navicelle gemelle torneranno verso la Terra per ricevere la spinta gravitazionale dal nostro pianeta e faranno rotta verso i due sistemi binari. Il flyby inizierà solo nei primi mesi del 2026 ed entro un anno verranno elaborati i dati raccolti.
La missione Janus, il cui costo si aggira intorno ai 55 milioni di dollari, sarà guidata dall’Università del Colorado che si occuperà anche dell’analisi scientifica di immagini e dati per la missione. Lockheed Martin gestirà, costruirà e farà funzionare il veicolo spaziale.
A bordo delle due navicelle gemelle, oltre a tutta la strumentazione per il volo, una suite di telecamere ad alta risoluzione e visione ad infrarossi; tutto in poco più di 36 Kg. Proprio grazie a questi dispositivi sarà possibile ottenere immagini e informazioni ad una qualità mai vista prima e impossibile da ottenere da Terra.
A capo della missione Daniel Scheeres, professore presso il Dipartimento di scienze ingegneristiche aerospaziali Ann e HJ Smead presso la Colorado University, non di certo alla prima esperienza in questo campo. Ha infatti collaborato nella missione OSIRIS-REx della NASA, che è attualmente in orbita attorno all’asteroide Bennu. Da parte sua assoluta fiducia nell’importanza della missione “Una volta che li vedremo da vicino, ci saranno molte domande a cui possiamo rispondere, ma anche queste solleveranno nuove domande” ha detto. “Pensiamo che Janus motiverà missioni aggiuntive su asteroidi binari “.
La storia è fatta dai pionieri
Janus sarà una missione unica nel suo genere nonché la prima in grado di fornire informazioni su alcuni degli ospiti più misteriosi del sistema solare.
Ma non è tutto, Janus sarà un concentrato di scienza e nanotecnologia. Le navicelle infatti avranno dimensioni ridottissime. Saranno grandi quasi come una valigia, ma conterranno strumentazioni di ultima generazione in grado di fornire dati di indiscutibile e inedita qualità. In questo, Scheeres e la Lockheed Martin fanno parte della più brillante avanguardia.
Si sta inaugurando una nuova era nell’esplorazione spaziale. Lo sviluppo tecnologico strettamente collegato alla capacità di minimizzare gli spazi necessari (e quindi il peso) permettono di spingere sempre più lontano la nostra indagine sul Sistema Solare e Janus si promette di essere un ottimo pioniere.
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