Approfondimento
| On 4 anni ago

Sempre più vicini al primo volo. I progressi di Starship

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Da oggi il giorno 5 di ogni mese uscirà il nostro aggiornamento chiamato I progressi di Starship sullo stato dei lavori al nuovo mezzo di SpaceX. Qui trovate la prima puntata. 

Potrà sembrare assurdo dopo i continui rinvii ma presto potremmo vedere finalmente il primo volo della nuova astronave di SpaceX: la Starship. L’azienda di Musk ha infatti da poco presentato alla FCC una richiesta per un volo di prova durante il quale la Starship dovrebbe raggiungere i 20 km di altezza.

Come si può leggere nel comunicato, durante il volo, che verrà effettuato dalla base di Boca Chica, verranno testate tutte le manovre: dalla partenza al rientro. La richiesta copre una finestra di lancio di 6 mesi: dal 16 marzo al 16 settembre 2020, quindi difficilmente vedremo il primo volo già dal prossimo mese ma è un’indicazione di quanto i lavori stiano procedendo velocemente.

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Nuovi anelli con nuove tecniche

Durante la costruzione della prima Starship, la Mk 1 mostrata durante la conferenza di Musk il 29 settembre scorso, abbiamo potuto osservare che la struttura esterna è formata da anelli realizzati in acciaio inossidabile. Gli anelli erano formati da diverse lastre di acciaio saldate insieme e questo rendeva la struttura più pesante e soggetta a rotture.

Il processo di fabbricazione degli anelli è stato totalmente modificato e ora ogni sezione è realizzata con una singola lastra di acciaio. Questo richiede solamente una saldatura per fissare le due estremità e altre due per unirle alle sezioni superiori ed inferiori. Per le saldature viene utilizzato il procedimento TIG (Tungsten Inert Gas), come dichiarato da Musk e come si è potuto vedere nelle ricerche delle posizioni di lavoro.

Gli anelli costruiti con questa nuova tecnica permetteranno di avere una struttura più resistente e più leggera del 20% rispetto al procedimento precedente. All’interno dei capannoni hanno iniziato ad impilare e saldare tra loro gli anelli e presto prenderà forma una nuova Starship, la SN 1.

Gli anelli realizzati con le nuove tecniche produttive e che formeranno la Starship SN 1

Un nuovo Bopper distrutto

Il Bopper, termine inventato da chi sta seguendo i lavori a Boca Chica, è il serbatoio che servirà per contenere i propellenti della Starship. L’astronave quindi ne avrà due: uno per il metano e uno per l’ossigeno liquido. Durante il test del primo Bopper è stata utilizzata dell’acqua per pressurizzare il serbatoio e la struttura ha ceduto una volta raggiunti i 7,1 bar.

Grazie ai dati ricavati da quel primo test gli operai hanno costruito un secondo Bopper, grazie anche all’aiuto di Musk che si è recato a Boca Chica proprio per verificare il processo produttivo e aiutare a migliorarlo. Il Bopper 2 è stato portato sul pad per i test e pressurizzato, mostrando perdite a 7,5 bar. Il test quindi è stato interrotto per riparare i punti critici ed effettuare una seconda prova.

A differenza del primo, il Bopper 2 è stato pressurizzato utilizzando azoto per verificare anche la tenuta a temperature criogeniche. Il serbatoio è esploso appena raggiunti gli 8,5 bar.

Musk ha dichiarato che durante il volo i serbatoi raggiungeranno pressioni di circa 6 bar, inoltre per il volo umano la NASA richiede che i componenti cedano raggiunte pressioni 1,4 volte maggiori rispetto al normale utilizzo. I processi produttivi utilizzati pre il Bopper 2 quindi, indicano che potrebbe essere pronto al volo umano.

Anche l’header tank distrutto nei test

La Starship avrà due tipi di serbatoi: i Bopper e gli header tank. Questi ultimi saranno più piccoli e serviranno solamente per contenere il carburante da utilizzare nelle fasi di rientro. Hanno una forma sferica e si troveranno nella parte alta della Starship, chiamata nose cone.

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Insieme al Bopper 2, è stato testato anche uno di questi serbatoi, utilizzando sempre azoto, che ha raffreddato la struttura facendo in modo che si ricoprisse di ghiaccio. Come per gli altri serbatoi, anche questo è stato testato fino alla rottura, ma Musk non ci ha informato sulla pressione alla quale la struttura ha ceduto.

Nel frattempo, all’interno dei capannoni si è intravisto un nuovo header tank e la struttura di un nuovo nose cone.

L’header tank e il nose cone prima e dopo il test. Si può notare la formazione di ghiaccio a causa delle basse temperature.

Un VAB anche a Boca Chica

Una struttura celebre del Kennedy Space Center è il VAB (Vehicle Assembly Building), un edificio alto circa circa 160 metri utilizzato per la costruzione del Saturn V e per agganciare lo Space Shuttle al serbatoio esterno. A Boca Chica hanno iniziato a costruire una struttura simile, che una volta completata verrà utilizzata per ultimare la costruzione della Starship.

Durante la realizzazione della Mk 1 infatti, gli operai hanno avuto parecchie difficoltà a causa del mal tempo, e del vento forte. A gennaio dello scorso anno forti raffiche di vento avevano fatto ribaltare il nose cone che gli operai avrebbero dovuto montare sullo StarHopper. Fu a causa di quell’incidente che poi il prototipo rimase con quella forma.

Proprio per evitare problemi di questo tipo e avere una struttura più pulita, presto vedremo un VAB anche a Boca Chica.

La struttura in costruzione che verrà utilizzata da VAB.

Una base anche a Los Angeles per Starship

Inizialmente la base di costruzione della Starship, allora chiamato ancora BFR, doveva trovarsi nel porto di Los Angeles ma successivamente si è deciso di optare per Boca Chica. Dalle dichiarazioni fatte da Joe Buscaino, consigliere comunale di Los Angeles, sembrerebbe che SpaceX potrebbe tornare a costruire la nuova astronave anche Los Angeles.

Si tratterebbe di un punto molto strategico per SpaceX. In questo modo l’azienda avrebbe un facile accesso al mare e sarebbe più facile trasportare l’astronave, rispetto all’utilizzo delle strade.

Foto scattata ad aprile 2018 degli edifici di SpaceX in costruzione nel porto di Los Angeles.

Gli operai e ingegneri di SpaceX stanno lavorando giorno e notte per completare la Starship SN 1 e potrebbe essere vicino il giorno in cui finalmente la vedremo volare. Vi ricordo che gli uomini di SpaceX impiegarono “solamente” 9 mesi per costruire e far volare lo StarHopper. SpaceX ormai ci ha abituato a rendere possibili imprese incedibili.

Immagine di copertina da Gravitation Innovation.

I progressi di Starship è una rubrica progettata e scritta da Andrea D’Urso.