Il 23 luglio 2025, T-Mobile ha ufficialmente lanciato il servizio T-Satellite, che sfrutta la costellazione Starlink di SpaceX per connettere direttamente i cellulari ai satelliti. Si tratta del primo servizio commerciale “cell-to-satellite” degli Stati Uniti, che non richiede un hardware dedicato per la connessione. Grazie alle loro antenne, infatti, gli Starlink sono in grado di simulare delle stazioni di terra, a cui poi si agganciano gli smartphone per trasmettere dati.
T-Satellite potrà essere utilizzato anche da utenti di altri operatori, come AT&T e Verizon, e avrà un costo iniziale di 10 dollari al mese. Al lancio, T-Satellite supporterà SMS su iOS e Android, MMS e brevi clip audio su Android, oltre al servizio di emergenza 911 via satellite. L’1 ottobre 2025, T-Mobile introdurrà i dati satellitari a bassa velocità per app ottimizzate come WhatsApp, X e AllTrails. Entro il 2026, l’azienda prevede di offrire chiamate vocali complete e servizi IoT via satellite.
Oltre agli Stati Uniti, il servizio Direct to Cell (DtC) si sta diffondendo anche in altre nazioni, come Nuova Zelanda, Giappone, Canada e Australia.
Niente più zone isolate
T-Mobile e SpaceX hanno annunciato per la prima volta il servizio Direct to Cell il 25 agosto 2022, con una conferenza tenutasi a Starbase. L’obiettivo è quello di creare una rete che possa eliminare le zone prive di connessione. Si tratta di un problema particolarmente sentito negli Stati Uniti, con un’area di circa 1 295 000 km2 (circa tre volte il territorio italiano) in cui non c’è copertura. Queste zone comprendono territori remoti dell’Alaska o delle Hawaii.
I primi Starlink dotati di modem eNodeB, che permette di simulare le stazioni radio base terrestri, sono arrivati in orbita a gennaio 2024. Da allora, SpaceX ha trasportato nello spazio 687 Starlink dotati di questo particolare apparato. L’intera costellazione, invece, conta attualmente 7014 satelliti operativi.
SpaceX ha dimostrato per la prima volta le potenzialità del Direct to Cell a ottobre 2024, quando l’uragano Helene ha colpito la Florida causando gravi danni. In quell’occasione, la Federal Communications Commission ha rilasciato un’autorizzazione temporanea per sfruttare la connessione a supporto della popolazione.
Due mesi più tardi, il 16 dicembre, SpaceX ha aperto ufficialmente la possibilità di iscriversi alla versione beta, consentendo così ad alcuni utenti di collaudare il servizio. Con l’aumento dei lanci e dei satelliti in orbita, miglioreranno anche le prestazioni del servizio, garantendo così maggiore stabilità e ulteriori funzionalità.










