Secondo uno scoop pubblicato il 17 aprile da Reuters, SpaceX in collaborazione con le aziende americane Palantir e Anduril, sono fra i principali candidati per sviluppare le componenti del “Golden Dome”, il nuovo scudo missilistico voluto dal presidente Trump. Questo sistema sarà costruito con l’obbiettivo di proteggere gli Stati Uniti da minacce come missili balistici intercontinentali (ICBM) e armi ipersoniche, attraverso una rete di satelliti per la rilevazione e l’intercettazione dei missili.
Le tre aziende che secondo Reuters sono fra le favorite hanno costituito a fine 2024 un consorzio proprio per prendere parte a progetti governativi della Difesa, cercando di scardinare il monopolio delle precedenti corporazione, come Boeing, Loockeed Martin e Northrop Grumman.
Il progetto per il Golden Dome pensato da queste tre aziende, prevede il lancio di una costellazione di 400-1000 satelliti per la rilevazione e il tracciamento dei missili, con ulteriori 200 satelliti armati, incaricati dell’intercettazione tramite missili o laser. SpaceX si concentrerebbe sulla “custody layer”, ovvero la rete di sorveglianza orbitale, stimando un costo tra i 6 e i 10 miliardi di dollari per la progettazione e l’ingegnerizzazione preliminare.
Secondo le fonti di Reuters però, il progetto del Golden Dome è ancora in una fase preliminare e l’assegnazione finale potrebbe essere diversa da quella immaginata ora.
Un modello di abbonamento per la Difesa
In un approccio particolare (per la Difesa), SpaceX ha proposto un modello “subscription service” per il Golden Dome, in cui il governo pagherebbe per l’accesso alla tecnologia piuttosto che possedere il sistema. Lo stesso approccio seguito dalla NASA con i servizi di SpaceX, ma anche dal DoD stesso per Starlink. Questo modello potrebbe accelerare l’implementazione, ma solleva preoccupazioni al Pentagono riguardo al controllo e ai costi a lungo termine.
Si tratta di un approccio particolare per questo progetto, che attualmente sta attirando esso stesso diverse critiche. Il Golden Dome infatti, si pone al limite di uno dei capisaldi del trattato extratmosferico del 1967, che viete di portare nello spazio armamenti. Allo stesso tempo però, sia Cina che Russia stanno accelerando molto nell’utilizzo di tecnologie militari nello spazio. Il Times, proprio il 13 aprile citava la necessità che gli USA guidino una Artemis Alliance sulla difesa spaziale, citando il noto Programma Artemis di esplorazione lunare.
Con oltre 180 aziende interessate al Golden Dome e un budget stimato di centinaia di miliardi di dollari, questo progetto è destinato a ridefinire il panorama della difesa spaziale. Il Pentagono ha stabilito scadenze per le capacità iniziali a partire dal 2026, con piena operatività prevista dopo il 2030.