Emisfero sud di Giove fotografato dalla missione Juno della NASA nel 2019. Credits: NASA/JPl-Caltech/SwRI/MSSS/Kevin M. Gill
Un team di scienziati dell’Università di Reading ha studiato per la prima volta come una raffica di vento solare abbia compresso la magnetosfera di Giove, creando una vasta area di riscaldamento atmosferico. Questo fenomeno, registrato nel 2017, ha portato a temperature superiori a 500°C, ben oltre i 350°C tipici dell’atmosfera gioviana.
La magnetosfera di Giove, una bolla protettiva generata dal campo magnetico del pianeta, ne sarebbe risultata “schiacciata”. Questa compressione ha intensificato il riscaldamento aurorale ai poli, causando l’espansione dell’atmosfera superiore e la diffusione di gas caldo verso l’equatore.
Il risultato è stata una regione super-riscaldata che copre metà della circonferenza del pianeta.
Le potenti aurore di Giove rilasciano grandi quantità di energia nell’atmosfera superiore del pianeta, principalmente nelle regioni polari. Normalmente, le temperature diminuiscono gradualmente verso l’equatore, riflettendo come l’energia aurorale viene ridistribuita in tutto il pianeta. Tuttavia, i dati analizzati dal team hanno mostrato una vasta regione ad alta temperatura lontana dalle aurore, che interrompe questo tipico schema.
I risultati delle analisi indicano che i forti venti solari probabilmente hanno compresso il campo magnetico di Giove diverse ore prima che questa regione calda apparisse. Questa compressione potrebbe aver intensificato il riscaldamento aurorale, allontanando la regione calda dalla zona aurorale. In alternativa, la regione avrebbe potuto essere riscaldata da un processo ancora sconosciuto. In entrambi i casi, l’attività precedente del vento solare sembra proprio essere stata l’innesco.
La zona riscaldata si sarebbe estesa ben oltre i poli, attraversando latitudini più basse fino a raggiungere l’equatore. A renderlo possibile sarebbe stata la rapida espansione dell’atmosfera superiore, alimentata da un aumento localizzato dell’energia.
Questo fenomeno è stato ricostruito combinando osservazioni effettuate dal telescopio Keck alle Hawaii, misurazioni della sonda Juno della NASA in orbita attorno al pianeta, e modelli numerici del vento solare. Il risultato dimostra come Giove reagisca alle perturbazioni solari in maniera più dinamica e globale di quanto ipotizzato finora.
I risultati ottenuti non sono rilevanti solo per la meteorologia di Giove, ma hanno implicazioni più ampie per lo studio dell’interazione Sole-pianeti in tutto il Sistema Solare. Il vento solare colpisce frequentemente i pianeti dotati di magnetosfera, come la Terra. Tuttavia, finora non era mai stata osservata una risposta atmosferica di queste dimensioni su un pianeta esterno.
Giove, con la sua atmosfera estesa e il campo magnetico più potente del Sistema Solare, si configura così come un laboratorio ideale per testare i modelli di interazione tra attività solare e ambienti planetari. Secondo gli autori dello studio, eventi di questo tipo potrebbero verificarsi su Giove fino a due o tre volte al mese.
Comprendere meglio questi meccanismi aiuta a raffinare i modelli di previsione del meteo spaziale, con ricadute dirette anche sulla capacità di proteggere infrastrutture terrestri sensibili, come reti elettriche e sistemi satellitari, dagli effetti delle tempeste solari.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters, è reperibile qui.
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