Il satellite Cluster 2, chiamato anche “Salsa”, dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), è rientrato con successo nell’atmosfera terrestre l’8 settembre 2024, alle 20:47 italiane. È stato il primo rientro controllato e mirato mai realizzato con un satellite.
L’arrivo sulla Terra si è svolto sopra l’Oceano Pacifico meridionale, una regione scelta appositamente per minimizzare il rischio che frammenti del satellite potessero raggiungere la terraferma. Con questo rientro controllato, la missione Cluster è servita, dopo due decenni di risultati scientifici, anche per confermare l’impegno e la competenza dell’ESA nell’attenzione e nella gestione del problema dei rifiuti spaziali.
La missione Cluster, iniziata 24 anni fa, ha permesso di raccogliere dati fondamentali sull’interazione tra il vento solare e il campo magnetico terrestre, ma il rientro di “Salsa” aggiunge un nuovo capitolo alla sua storia.
A differenza di molte missioni degli anni ‘90, quando ancora non esistevano regolamenti stringenti sul rientro sicuro dei satelliti, l’ESA ha scelto di eseguire un rientro mirato per ridurre ulteriormente il rischio di impatto a terra, allineandosi all’approccio “Zero Debris”.
Cluster 2 si trovava su un’orbita altamente ellittica, che lo portava fino a 130 mila km dalla superficie terrestre all’apogeo. Questo permetteva di studiare il vento solare in una zona esterna al campo magnetico terrestre e ora ha permesso di realizzare un rientro molto preciso.
La missione Cluster era composta da 4 satelliti, che ora saranno fatti rientrare dall’ESA tutti entro il 2026. Questo permetterà di studiare come differenti condizioni del vento solare, ma anche condizioni meteo dell’atmosfera influenzano il rientro di satelliti strutturalmente uguali.
Il rientro
Il rientro è stato preceduto da una serie di operazioni di aggiustamento dell’orbita, iniziate nel gennaio 2024, quando la traiettoria di Cluster 2 è stata modificata per immettere il satellite in un’orbita adatta all’inserimento in orbita successivo.
L’ESA ha monitorato attentamente il satellite negli ultimi mesi, effettuando un’unica correzione della traiettoria per garantire un rientro controllato. Questa precisione operativa rappresenta un’importante evoluzione rispetto ai rientri non controllati, che avrebbero comportato incertezze maggiori sul luogo e sul momento del rientro.
Il rientro di “Salsa” è stato osservato da un aereo, e questa è stata anche la prima volta in cui il rientro di un satellite da un’orbita ad alta velocità è stato registrato in questo modo. Questa osservazione diretta offre dati preziosi per lo studio del comportamento dei satelliti durante il rientro nell’atmosfera, e migliora la comprensione dei processi di disintegrazione e delle dinamiche che ne regolano la caduta. Questo tipo di analisi sarà cruciale per rendere i futuri rientri ancora più sicuri.
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