SpaceX ha completato con successo la decima missione, chiamata Transporter-10, del programma Rideshare, rilasciando in orbita terrestre 53 satelliti. Il decollo del Falcon 9 è avvenuto alle 23:05 del 4 marzo, secondo il fuso orario italiano, dalla base militare di Vandenberg, in California.
L’intera missione è durata circa 2 ore e mezza, dato che i satelliti sono stati rilasciati su diversi piani orbitali e a diverse quote. Per fare ciò, il secondo stadio del Falcon 9 ha dovuto avviare per quattro volte il suo singolo motore Merlin ottimizzato per il vuoto. A causa della lunga permanenza in orbita, è stata aggiunta una protezione termica al serbatoio del secondo stadio, per evitare l’eccessivo raffreddamento del propellente RP-1.
Tramite il programma Rideshare, SpaceX è riuscita a portare in orbita quasi mille satelliti, realizzati da circa 130 diverse compagnie. Questo programma permette di condividere il Falcon 9 fra diversi clienti, abbattendo in questo modo i costi di lancio.
Un’azienda deve spendere 300 mila dollari per portare in orbita un carico con una massa non superiore a 50 kg. Se questa viene superata, bisogna aggiungere 6000 dollari per ogni kg aggiuntivo. Attualmente il programma Rideshare permette di volare con costanza, partendo ogni 4 mesi circa.
Grazie alla massa del carico non eccessiva, il primo stadio del Falcon 9 ha potuto fare ritorno sulla terraferma, per il primo utilizzo della Landing Zone 4 del 2024. Il booster utilizzato per Transporter-10 ha volato per la quinta volta.
Diversi satelliti che si trovavano a bordo del Falcon 9 fanno parte di costellazioni già esistenti. Tra questi vi sono, ad esempio, tre satelliti di Iceye per l’osservazione della Terra tramite tecnologia SAR (Radar ad Apertura Sintetica).
Il monitoraggio del nostro pianeta è tra gli obbiettivi primari di molte aziende. I satelliti BRO-12 e 13 saranno in grado di rilevare quasi in tempo reale il traffico marittimo. Il MethaneSAT, l’ultimo satellite rilasciato dal Falcon 9, avrà il compito di misurare l’inquinamento da metano, causato principalmente da impianti petroliferi. Questo satellite è stato realizzato da una sussidiaria dell’associazione non-profit Environmental Defense Fund, con tecnologie in grado di rilevare il metano con estrema precisione.
A bordo delle missioni Rideshare sono presenti spesso dimostratori tecnologici. È il caso dei due Pony Express, realizzati da Terran Orbital per conto di Lockheed Martin. L’azienda True Anomaly, fondata solo nel 2022, ha invece lanciato i suoi primi due satelliti per effettuare i primi test in orbita. Un satellite dovrà avvicinarsi all’altro e scattare delle foto, una capacità che in futuro potrà essere sfruttata per studiare le condizioni di diversi oggetti in orbita.
Un’azienda che sta acquisendo sempre più importanza nel settore spaziale è la tedesca Exolaunch, che produce dispositivi per il rilascio di satelliti. Il rilascio di 28 satelliti, dei 53 a bordo del Falcon 9, è stato gestito proprio da Exolaunch.
Sarebbe dovuto essere presente a bordo del Falcon 9 anche lo space tug di Momentus. L’azienda, a causa di problemi finanziari, ha deciso di rinviare la sua missione. Alla Securities and Exchange Commission ha dichiarato di avere dovuto licenziare il 20% del personale alla fine del 2023 per mantenere la propria liquidità.