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Ancora da chiarire la causa del danno alla Soyuz MS-22

Stefano Piccin di Stefano Piccin
Dicembre 29, 2022
in Agenzie Spaziali, ISS, NASA
Il braccio robotico ERA esteso per visualizzare la perdita sulla Soyuz.

Il braccio robotico ERA esteso per visualizzare la perdita sulla Soyuz.

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Il 27 dicembre l’Agenzia Spaziale Russa Roscosmos ha concluso le prime analisi legate al danno alla Soyuz MS-22, che il 15 dicembre ha portato alla fuoriuscita del refrigerante dalla capsula. Questo ha comportato un problema nella gestione del flusso di calore della capsula, creando del dubbio sulla sua utilizzabilità per il rientro a terra degli astronauti Frank Rubio, Sergey Prokopyev e Dmitri Petelin.

Roscosmos ha però annunciato un rinvio al 2023 di qualsiasi decisione relativa alle sorti della capsula. Durante la copertura video di una attività extraveicolare americana svoltasi il 22 dicembre, è però stato confermato che la capsula Soyuz MS-23 potrebbe essere lanciata prematuramente, senza equipaggio a bordo per essere usata come veicolo di rientro invece della Soyuz MS-22. Roscosmos ha dichiarato che la nuova Soyuz potrebbe partire massimo tre settimane prima della sua data prevista, a marzo 2023.

Nel frattempo però, la NASA ha richiesto, secondo una fonte di Reuters, maggiori informazioni a SpaceX sulla possibilità di usare la Dragon come capsula di rientro di emergenza. Utilizzare la Dragon per tre astronauti non saliti sulla ISS con essa, potrebbe essere però particolarmente difficile.

 

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Le cause del danno

Prima di Natale erano avanzate diverse ipotesi sulla causa del danno alla Soyuz. In particolare era avanzata l’ipotesi, da parte russa, che un micrometeorite dello sciame delle Geminidi, particolarmente attive a metà dicembre, avrebbe potuto colpire la capsula. Questa ipotesi è stata smentita in particolare per la posizione del foro, opposta alla direzione di un eventuale sciame micrometeritico che avesse colpito la ISS in quei giorni.

La dichiarazione di Roscosmos del 27 dicembre, giunta al termine di una indagine preliminare di due gruppi di tecnici interni, ha confermato però che la causa è un “danno meccanico esterno” [Traduzione letterale]. Non è chiaro cosa venga inteso con questa dicitura. Nel caso si trattasse di un rifiuto spaziale artificiale, questo della Soyuz MS-22 diventerebbe un caso importante ed evidente del problema dei detriti spaziali.

Si può usare la Dragon come scialuppa di salvataggio?

La Dragon di SpaceX è in grado di eseguire tutte le manovre in maniera autonoma, dall’arrivo alla ISS all’ammaraggio. Inoltre, anche tutte le Dragon in versione cargo viaggiano utilizzando esclusivamente i loro computer di bordo. Quando si tratta di sicurezza per l’equipaggio però, non è possibile affidarsi esclusivamente ai sistemi automatizzati.

È necessario un addestramento, che dura diversi mesi, per apprendere non solo le diverse procedure di emergenza ma anche come passare al controllo manuale della Dragon. Sebbene i tre touch screen della Dragon mostrino in modo chiaro lo stato della capsula e consentano di manovrarla in modo molto intuitivo, si tratta comunque di un mezzo estremamente complesso. Per questo motivo far volare degli astronauti e cosmonauti con una capsula diversa da quella utilizzata è una operazione parecchio rischiosa. 

Una possibile soluzione potrebbe essere quella d’inviare una Dragon con un solo astronauta che abbia già volato con questa capsula. In questo modo potrebbe assistere l’equipaggio della MS22 durante tutta la fase di rientro.

dragon freedom crew-4
La Dragon Freedom di Crew-4

Un ulteriore problema è rappresentato dalle tute. Queste sono realizzate su misura e sono necessarie per fornire supporto vitale agli astronauti in caso di problemi di pressione in cabina. Non è possibile quindi utilizzare le tute della Soyuz su una Dragon e viceversa, poiché entrambe devono collegarsi alla propria capsula.

Rimane anche il problema di quale delle tre Dragon utilizzare. Endeavour è ritornata sulla Terra ad aprile, ma ha già supportato tre missioni e sarebbe la prima capsula a raggiungere i quattro lanci. Resilience sarà utilizzata con Polaris Dawn, una particolare missione che non prevede l’attracco alla ISS, quindi la Dragon è sprovvista di sistema di aggancio. Infine c’è Freedom, la Dragon utilizzata da Samantha Cristoforetti e ritornata sulla Terra a ottobre. Dovendo eseguire controlli e lavori di manutenzione, Freedom potrebbe ripartire verso marzo e non prima.

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