Con un mese di anticipo rispetto al 2021, SpaceX porta a termine con successo la missione numero 10 dell’anno, denominata Starlink-4.10. La partenza è avvenuta alle 14:45 del 9 marzo, dal complesso di lancio numero 40 di Cape Canaveral.
Il Falcon 9 ha portato in orbita 48 Starlink, facendo così salire a 2280 il numero di satelliti lanciati. Il secondo stadio li ha rilasciati dopo poco più di un’ora e cinque minuti dal decollo, su un’orbita che va dai 305 km ai 317 km. Da qui poi gli Starlink utilizzeranno il proprio motore elettrico per raggiungere la quota operativa situata a 540 km di altezza.
Il decollo del Falcon 9 è stato preceduto da una frase del centro di controllo che fa il verso a una dichiarazione di Dmitry Rogozin. L’amministratore dell’agenzia spaziale russa infatti aveva definito i vettori americani “manici di scopa”. Per prendere in giro tale dichiarazione, il direttore di lancio ha annunciato:
“È ora di far volare il manico di scopa americano e ascoltare i suoni della libertà.”
Mentre la costellazione cresce e le missioni si susseguono emergono ulteriori dettagli riguardanti il supporto di SpaceX alla popolazione ucraina.
Le migliorie apportate sul campo
Da quando Musk ha risposto alla richiesta di Mykhailo Fedorov, Vice Ministro ucraino, di attivare il servizio nel suo paese gli ingegneri di SpaceX hanno dovuto affrontare diverse difficoltà.
Portare Starlink in Ucraina non è stata un’operazione così complessa, e lo si capisce dalle parole di Gwynne Shotwell. La COO di SpaceX ha dichiarato in una conferenza tenutasi il 7 marzo al California Institute of Technology, che l’azienda stava lavorando con il Governo Ucraino già un mese e mezzo prima dell’inizio del conflitto. Mancavano quindi solamente i permessi per attivare il servizio e, come affermato da Shotwell, il tweet di Fedorov è servito da autorizzazione all’uso di Starlink. Una volta che i primi kit di connessione sono arrivati nel Paese l’azienda ha iniziato a riscontrare le prime difficoltà. Da questa situazione inoltre è emerso quanto gli ingegneri di SpaceX possano modificare e aggiungere funzionalità alle parabole tramite aggiornamenti software.
La potenza degli aggiornamenti software
Per prima cosa i tecnici si sono concentrati sull’alimentazione, riducendo il consumo energetico di picco. In questo modo è possibile utilizzare più facilmente le parabole anche con piccoli generatori o perfino con l’accendisigari dell’auto. Proprio per la possibilità di utilizzare la connessione sui veicoli, SpaceX ha abilitato il mobile roaming. La parabola è in grado di mantenere e indirizzare meglio il segnale verso i satelliti anche quando questa è in movimento, garantendo una connessione continua.
Un problema riscontrato non solo dalle parabole ma da tutti i sistemi di comunicazione, riguarda i cosiddetti attacchi jamming. Si tratta di azioni di disturbo del segnale che impediscono quindi l’utilizzo. Sempre via software gli ingegneri di SpaceX hanno trovato una soluzione per aggirare questo tipo di disturbi.
Parte della forza lavoro dell’azienda è stata reindirizzata al miglioramento della cybersicurezza, tanto che Musk ha dichiarato che progetti come Starship e la nuova generazione di Starlink potrebbe subire ritardi. Si tratta però di una esagerazione, in quanto i due progetti non sono ancora strettamente collegati.
Sempre tramite un tweet Musk ha consigliato di non tenere sempre attiva la parabola, in quanto potrebbe essere rintracciata mettendo così in pericolo gli utilizzatori. Come tutti i dispositivi per le comunicazioni infatti, anche le parabole emettono onde radio che quindi possono essere utilizzate per triangolarne poi la posizione. Intercettare il segnale di una parabola Starlink non è però un’operazione semplice in quanto questa è in grado di indirizzare il segnale in modo preciso verso il satellite. Il segnale che si propaga nelle altre direzioni risulta molto debole.
10 missioni in 10 settimane
L’obbiettivo di SpaceX per questo 2022 è raggiungere i 50 lanci portati a termine con successo. Se l’azienda riesce a mantenere questo ritmo potrebbe tranquillamente ottenere tale risultato. Attualmente infatti l’azienda ha una media di 6,8 giorni trascorsi tra un lancio e il successivo. Lo scorso anno, raggiunte le 10 missioni, tale media aveva un valore pari a 11,7. Attualmente il 2021 detiene il record per il maggior numero di missioni effettuate, in quanto l’azienda ha raggiunto quota 31 partenze.
Mantenendo questo ritmo l’azienda di Musk potrebbe eguagliare questo record entro la fine di luglio. La maggior parte dei lanci ha l’obbiettivo di portare in orbita i satelliti Starlink. Sono ben 40 le missioni di questo tipo portate a termine, di cui sette nel 2022. Ciò è possibile anche all’incremento della produzione dei satelliti, dato che SpaceX riesce a costruirne 45 a settimana.
Un ulteriore elemento che consente all’azienda di Musk di ottenere questi risultati è il riutilizzo dei Falcon 9. Anche per Starlink-4.10 l’azienda ha sfruttato un booster che aveva già volato tre volte. Si tratta del primo stadio con numero di serie B1052, un booster molto particolare. Questo infatti è il primo che l’azienda riconverte da booster laterale del Falcon Heavy a vettore singolo. Il suo primo volo è avvenuto ad aprile del 2019, con la missione Arabsat-6A, per poi essere riutilizzato a maggio dello stesso anno durante STP-2.
Il B1052 è partito per la prima volta in solitaria l’1 febbraio 2022, portando in orbita il secondo satellite italiano COSMO-SkyMed di seconda generazione. Poco meno di 9 minuti dalla partenza il booster è atterrato con successo sulla chiatta A Shortfall Of Gravitas. Per questo particolare Falcon 9 è il primo atterraggio in mezzo al mare.
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