La startup californiana Astranis ha raccolto 250 milioni di dollari, portando la sua valutazione a 1.4 miliardi di dollari. Astranis è una startup fondata nel 2015 che commercializzare il proprio “bus” (o piattaforma satellitare) noto come MicroGEO. I satelliti MicroGEO, come suggerisce il nome, verrano immessi in orbita geostazionaria (GEO) che dista circa 35000km dalla superficie terrestre. L’innovazione di Astranis è la miniaturizzazione rispetto alle dimensioni degli attuali satelliti in GEO, la cui massa è solitamente compresa in un intervallo che parte dai 3000kg fino a superare i 7000kg, come nel caso dei Telstar 18V e 19V.
Con MicroGEO la massa dei satelliti di Astranis viene ridotta di un’ordine di grandezza, ossia 350kg. Ma oltre alla massa viene ridotto sensibilmente anche il tempo di produzione che per i normali satelliti di grandi dimensioni si attesta tra i 3 ed i 5 anni. La startup californiana promette infatti che i propri satelliti saranno pronti in 18-24 mesi a partire dalla data di ordine. La flessibilità di MicroGEO oltre alla caratteristiche sopra elencate si estende anche in fase di lancio. Infatti, essendo il bus di Astranis di modeste dimensioni, esso permette anche un riduzione del costo al lancio sfruttando le opportunità di rideshare con altri satelliti più grossi.
Un round importante
Con la chiusura del round da 250 milioni di dollari, Astranis ottiene un importante finanziamento per la produzione in serie dei MicroGEO e per lo sviluppo di progetti futuri. Più precisamente, i fondi ottenuti verrano impiegati per una nuova sede di circa 10000 metri quadri, necessaria per la produzione in serie di MicroGEO, la cui richiesta ha già superato la dozzina di satelliti, in base a quanto dichiarato dal CEO di Astranis John Gedmark.
Oltre alla nuova sede, Gedmark ha specificato che anche il numero di dipendenti crescerà sensibilmente rispetto agli attuali 120. Attualmente Astranis sta costruendo il primo MicroGEO per conto di Dataport Pacific, la quale mira a fornire una connessione internet all’Alaska di oltre 7.5 Gigabits per secondo. Il satellite verrà lanciato entro l’anno a bordo di un Falcon 9.
Un approccio opposto
L’obbiettivo finale di Astranis è quello di fornire una connessione internet, ma vuole farlo in maniera diversa e tradizionale allo stesso tempo. Fornire internet dai satelliti in GEO era fino ad oggi stata la norma, tutto è cambiato con l’avvento delle megacostellazioni che hanno puntato tutto sull’orbita bassa terrestre (LEO). Starlink in primis.
Nonostante le prestazioni in LEO siano decisamente superiori rispetto ai satelliti in GEO, la sfida logistica (ed i costi) nel costruire una megacostellazione sono enormi. In quest’ottica, la mossa di Astranis è allo stesso tempo tradizionale ma anche innovativa. Gedmark si è detto particolarmente ottimista, vedendo i concorrenti (SpaceX, Telesat, Onweb e Amazon) come parte complementare della sua startup. Infatti, dal suo punto di vista la domanda di internet nel mondo è talmente alta che nonostante tutte le megacostellazioni ci sarà sempre un mercato per i satelliti geostazionari. Inoltre, sempre per bocca di Gerdman, Astranis potrebbe offrire una delle soluzioni più convenienti sul mercato nonostante la maggiore latenza.
I satelliti in orbita Geostazionaria forniscono connessione anche con elevata larghezza di banda, ma non riusciranno mai a ridurre la latenza. Questo valore è infatti dovuto alla distanza alla quale si trovano. Applicazioni come la televisione satellitare, o le telecomunicazioni, potranno continuare ad usufruirne. Discorso opposto per tutti quei servizi che richiedono risposte immediate, come il gaming online o le chiamate in videoconferenza.
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