Martedì 4 agosto, alle 17:08 (ora italiana) si è verificata una doppia esplosione nel porto di Beirut, la capitale del Libano. La seconda, di portata ben maggiore della prima, sembra essersi originata da un deposito di più di 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, stoccato in un edificio del porto. L’esplosione ha causato decine di morti, attualmente (6 Agosto 2020) accertati in 135, e più di 5000 feriti. L’esplosione è stata così potente che il Servizio Geologico degli Stati Uniti l’ha registrata come un terremoto di magnitudo 3.3.
Le operazioni di soccorso sono immediatamente iniziate e hanno coinvolto migliaia di volontari, arrivati da ogni parte del Libano. Con grande tempestività sono state anche attivati molti sistemi satellitari per osservare l’area, sia europei, sia americani. Anche l’Agenzia Spaziale Russa è riuscita a fotografare l’area. Queste osservazioni sono particolarmente importanti per comprendere appieno l’entità dell’esplosione ma anche per fornire supporto alle squadre a terra. In questo articolo abbiamo raccolto tutti le foto rese pubbliche, scattate dai vari sistemi satellitari.
In queste prime foto, realizzate dai satelliti di Maxar, è possibile vedere la zona dell’esplosione fotografata il 5 giugno, e per confronto il 5 agosto. Maxar ha deciso di pubblicare queste e altre foto dei loro satelliti all’interno di un programma Open Data, quindi sotto la licenza Creative Commons. In questo modo potrebbero aiutare a sviluppare applicazioni e servizi di analisi dell’esplosione.
L’azienda Planet ha realizzato delle foto molto simili grazie alla rete di microsatelliti SkySat. Questi satelliti pesano 110 kg l’uno, e sono in grado di scattare immagini con una risoluzione massima di 50 cm per pixel. La foto prima dell’esplosione questa volta è stata scattata il 31 maggio 2020. I satelliti SkySat sono una microcostellazione utilizzata anche da Google per il suo servizio di mappe e si trovano ad una quota di circa 500 Km.
Anche il satellite europeo Sentinel-1 è riuscito a sorvolare l’area di Beirut. Questo fa parte del programma di osservazione della Terra Copernicus, gestito e finanziato dalla Commissione Europea. La seguente foto è stata elaborata da E-Geos, un’azienda italiana (Asi e Telespazio) specializzata nell’analisi dati e nella loro commercializzazione. In questa immagine, realizzata con la tecnica della multi-coerenza, sono state unite 4 foto ed evidenziate le zone (in rosso) maggiormente colpite. L’analisi copre un’area di circa 4 km2

Un’altra foto della zona del porto è stata realizzata dall’Agenzia Spaziale Francese con l’utilizzo dei satelliti Pleiades. Questi sono due, lanciati nel 2011 e costruiti da Airbus. Il loro scopo è duale, sia civile che militare. Riescono a fotografare una zona di circa 800 km di larghezza con una risoluzione di 70 cm. Essendo che questi due satelliti si trovano su un’orbita piuttosto bassa, a 695 km, non sono fissi su una sola zona. Riescono a coprire all’incirca 1 milione di km2 ogni giorno.

Utilizzando i dati di Airbus, Orbital Insight ha inoltre realizzato delle analisi sulla zona di esplosione e sul raggio della stessa. Studiando gli edifici danneggiati (in rosso) si è potuto infatti individuare con precisione un raggio entro il quale l’esplosione ha creato danni. Sempre dai dati satellitari, sono poi state individuate e identificate molte imbarcazioni all’interno di quest’area. Questi dati saranno poi richiesti da molte agenzie assicurative per gestire i vari risarcimenti.

In vicinanza dell’esplosione era anche ormeggiata la nave da crociera Orient Queen, che si è poi ribaltata su un lato per la forza dell’onda d’urto. In questa immagine, scattata dal satellite WorldView-2 dell’Agenzia Spaziale Europea è possibile vedere uno zoom sulla nave da crociera accasciata su un lato. La stessa si può vedere nella parte opposta all’esplosione del porto.

Un team della NASA chiamato ARIA (Advanced Rapid Imaging and Analysis) ha collaborato insieme all’osservatorio terrestre di Singapore per analizzare i dati forniti dai satelliti Sentinel della rete Copernicus Europea. Grazie a queste analisi hanno realizzato la seguente mappa dei danni dell’esplosione di Beirut.

I punti rosso scuro rappresentano le zone distrutte durante l’esplosione, quelle in arancione le zone danneggiate e quelle gialle le zone solo danneggiate dall’esplosione. Come si vede dall’immagine, la distribuzione dei danno non è solamente dipesa dalla distanza dall’esplosione ma anche dal tipo di edificio e dalla sua posizione. Questi parametri sono rilevabili dalle osservazioni radar dei satelliti Sentinel e dal confronto con le osservazioni precedenti all’esplosione.
Questi dati sono particolarmente importanti in quanto possono permettere alle squadre di sicurezza di muoversi prima nelle zone maggiormente danneggiate.
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