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La fine della cometa NeoWise. Intervista a Giovanni Bonini.

Stefano Piccin di Stefano Piccin
Agosto 1, 2020
NeoWise

La Cometa Neowise fotografata sopra il lago di Lone Pine nelle montagne della Sierra Nevada in California. La foto è stata scattata il 14 Luglio 2020. Credits: NASA.

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La cometa 2020 F3 NeoWise è stato uno degli eventi astronomici più importanti degli ultimi mesi. Scoperta solamente a fine Marzo, la cometa ha poi raggiunto la sua massima visibilità dal nostro paese nella seconda metà di Luglio. Per capire appieno cosa ha reso NeoWise un fenomeno mediatico e osservativo così incredibile, abbiamo contattato Giovanni Bonini per porgli alcune domande.

Giovanni Bonini, ingegnere, Project Manager (di cui se ne è occupato anche all’Agenzia Spaziale Europea) è anche un astrofilo e astrofotografo specializzato nello studio e nell’osservazione delle comete.

Come mai la cometa NeoWise è stata così inaspettata e chiamata poi con questo nome?

NeoWise è stata scoperta dal telescopio omonimo della NASA, dedicato alla ricerca di oggetti che potrebbero rappresentare minacce per la Terra, i famosi asteroidi che passano a breve distanza, o comunque con orbite che intersecano quella terrestre. Questo telescopio, durante le sue ricerche si è imbattuto in questo corpo celeste. 

Ai miei tempi, un nutrito gruppo di comete veniva invece scoperto dagli appassionati, che con i loro telescopi, sopratutto al tramonto e all’alba, scandagliavano il cielo. Ci sono astrofili che ne hanno scoperte parecchie. Bradfield, della Nuova Zelanda, ne ha scoperte quasi una ventina. 

Io la mia prima cometa, che osservai nel 1987, era la 1987 Bradfield, che si chiamava così proprio perchè da lui scoperta. Ora hanno invece cambiato il sistema di nomenclatura delle comete. Con i nuovi telescopi e i vari progetti per la ricerca di oggetti di questo tipo, ne hanno scoperte talmente tante che le lettere dell’alfabeto non bastavano più. Quindi c’è questo nuovo sistema di nomenclatura che considera l’anno di scoperta, quindi 2020 per la cometa NeoWise e poi F3, in quanto è stata scoperta nella terza quindicina del periodo di 15 giorni che corrisponde a fine marzo, e poi appunto NeoWise in quanto scoperta dal telescopio NeoWise.

E normale che questa cometa sia stata scoperta a fine Marzo e poi abbia raggiunto il suo picco di luminosità solo 3 mesi dopo, a Luglio? 

Diciamo che in passato abbiamo avuto comete che hanno fatto parlare di sé con congruo anticipo, è il caso ad esempio della cometa Hale-Bopp C/1995 O1, scoperta nel 1995 e diventata una grande cometa quasi due anni più tardi. In quel caso abbiamo avuto tutto il tempo per seguirla molto bene e studiarla. Ci sono anche dei casi nei quali scopriamo la cometa in ritardo, cioè quando ormai è prossima al passaggio al perielio. Scoprire la cometa tre mesi prima di vederla chiaramente, non è quindi una cosa così insolita, non ci deve stupire più di tanto. 

Più che altro NeoWise è passata in sordina perchè si pensava che ci fossero altre due comete, Swan e Atlas, destinate a dare veramente spettacolo. Varie persone avevano puntato su queste comete e c’erano grandi aspettative che almeno una di queste sarebbe diventata una grande cometa. Per grande cometa intendo un astro chiomato che raggiunge almeno una magnitudine 2 e con una coda di almeno 20°. Due  condizioni che devono essere soddisfatte contemporaneamente. Queste due comete non hanno invece fatto fronte alle aspettative. Nel caso di Atlas c’e addirittura stata la fissione del nucleo, la cometa si è cioè spaccata in tutta una serie di pezzi molti più piccoli. 

NeoWise
La Cometa Neowise fotografata da Giovanni Bonini il 19 luglio.

A cosa è dovuta questa divisione del nucleo di Atlas?

Tipicamente questi fenomeni di fissione sono legati alle forze di marea, quando si ha un passaggio a breve distanza dalla superficie solare o semplicemente all’azione della sollecitazione termica. 

Anche Neowise ha rischiato molto, in quanto il perielio era ubicato entro l’orbita di Mercurio, che non è propriamente il posto più freddo del nostro universo, vista la ridotta distanza dal Sole. 

Si è quindi passati da un eccessivo ottimismo, per le prime due, ad un atteggiamento più prudente per Neowise. Prima di fare tutta una serie di dichiarazioni, si è aspettato proprio il passaggio al perielio, in modo tale da capire se questo nucleo, che è stato poi stimato in 5 km di diametro, quindi non piccolissimo per un oggetto di questo tipo, avrebbe consentito alla cometa di sopravvivere. Con un nucleo più piccolo anche NeoWise avrebbe fatto la fine di Atlas, frammentandosi in una pluralità di oggetti più piccoli. 

Quando osservavamo NeoWise vedevamo due code distinte. A cosa sono dovute ed è una caratteristica normale per le comete?

Più che un’eccezione è una regola. Le comete tipicamente hanno infatti sempre due code distinte. Può capitare che per ragioni prospettiche queste due code possono essere sovrapposte e quindi noi ne vediamo una. Può anche succedere che queste due code non siano troppo pronunciate e quindi facciamo fatica a distinguere la coda di gas dalla coda di polveri. 

Le due code si creano perchè i gas sono spinti dalla radiazione solare, mentre le particelle di polvere hanno dimensioni più grandi e variabili e tendono a disporsi e disperdersi, lungo l’orbita della cometa. Ecco perchè la coda di polveri appare ricurva mentre quella di gas è dritta. 

Quando è avvenuto il momento di massima visibilità di NeoWise?

Nel caso della cometa NeoWise, il periodo di maggiore visibilità è stato proprio dal passaggio al Perielio fino al momento in cui si è trovata alla minima distanza dalla Terra, cioè il 23 Luglio.

Giovanni Bonini.

Poi la luminosità è andata via via scemando. Il fatto che NeoWise abbia prodotto molte polveri, ha creato la sua coda molto luminosa che l’ha resa visibile ad occhio nudo anche da siti con forte inquinamento luminoso. NeoWise è stato quindi un oggetto molto bello, il cui periodo di migliore visibilità era nella fase mattutina. Dopo aver raggiunto la distanza minima dalla Terra si sta dirigendo verso il sistema solare esterno e quindi è normale che abbia una luminosità che si affievolisce. 

L’orbita di questa cometa è sul piano del sistema solare come gli altri pianeti o inclinata? 

No, la cometa NeoWise ha un’orbita con un’inclinazione molto pronunciata, data la sua provenienza dalla Nube di Oort che è appunto sferica. Per un certo periodo è stata anche circumpolare, il che non vuol dire per forza che fosse ben visibile per tutta la notte, in quanto era molto bassa sul nostro orizzonte. 

Su questa cometa, lei ha appena pubblicato un libro giusto? Di che testo si tratta?

E’ stato un libro preparato in tempi record. Io per lavoro mi occupo di Project management, di cui me ne sono occupato anche all’Agenzia Spaziale Europea. L’idea di questo libro è nata ad inizio Luglio e siamo riusciti a completarlo e stamparlo entro la fine del mese. Il libro è stato pubblicato con quella che ormai sento come la mia casa editrice: Editoriale Delfino. 

La prefazione di questo libro l’ha scritta Andrea Accomazzo, che nell’ambito delle comete è forse uno dei nomi più noti. E’ stato direttore di volo della missione Rosetta, che ha visitato la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. 

In questo libro, oltre alla sua prefazione ci sono anche immagini della NeoWise che provengono da varie parti del mondo. Ho scritto questo testo proprio con lo scopo di avvicinare le persone al cielo. Grazie alla cometa abbiamo un po’ riscoperto l’astronomia e questo libro è un po’ come un souvenir spaziale. Ovviamente il testo spiega cos’è una cometa, come osservarle, come fotografarle, quando le vediamo, perchè e per come, ma è anche un testo che racconta, come fosse un diario, l’apparizione di questa cometa e contiene alcune delle più belle foto scattate a NeoWise. 

NeoWise

Ho infatti dedicato un capitolo alle osservazioni fatte da alcuni dei migliori astrofotografi del mondo. Alcune me le ha fornite ad esempio James Whitney Young, che ha passato 47 anni al JPL della NASA, ha scoperto 256 asteroidi e ha fatto delle foto veramente spettacolari. 

Ho quindi cercato di creare un souvenir spaziale della cometa che fosse anche piacevole e bello da avere fra le mani. Per questo anche tutta la parte grafica e la qualità di stampa l’abbiamo curata moltissimo. 

Stefano Piccin

Stefano Piccin

Ho studiato fisica all'università di Trento. Ho una passione sfrenata e piuttosto insensata per gli ascensori. Sono un accanito e patologico lettore e collezionista di libri. Nel 2021 ho preso un master in storia moderna cinese. Fondatore di Astrospace.it Mi occupo principalmente di esplorazione lunare, del programma Artemis, di spazio cinese e di Space Economy. Mi potete scrivere a stefano@astrospace.it

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