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Trovati più di 100 nuovi oggetti transnettuniani, è il 4% di tutti quelli conosciuti

Grazie ad un nuovo metodo di analisi dati sono stati trovati 300 oggetti transnettuniani, 140 dei quali non erano mai stati visti prima.

Stefano Piccin di Stefano Piccin
Marzo 12, 2020
in Astronomia e astrofisica, News, Scienza
Plutone e Caronte

Plutone e Caronte, i TNO più famosi, in collage di foto scattate dalla sonda New Horizon.

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In uno nuovo studio pubblicato su The Astrophysical Journal Supplement Series viene descritto un nuovo metodo per la scoperta di oggetti transnettuniani (TNO). Questi oggetti sono tutti quegli asteroidi o planetoidi che hanno un’orbita intorno al Sole che si trova completamente oltre quella di Nettuno, l’ultimo pianeta del sistema solare. Questo nuovo studio pubblicato da Pedro Bernardinelli e dai professori Gary Bernstein e Masao Sako ha osservato 300 oggetti TNO, 100 dei quali non erano mai stati visti.

Questa scoperta è stata possibile dallo studio dei dati raccolti dal Dark Energy Survey (DES), il cui scopo non era decisamente quello di scovare asteroidi. Il DES è un progetto di studio della materia oscura creato in collaborazione fra università di Stati Uniti, Brasile, Regno Unito, Germania, Spagna e Svizzera. Per questo progetto viene utilizzato il Victor M. Blanco Telescope da 4 metri situato all’osservatorio Cileno di Cerro Tololo (CTIO). 

La grande sfida di questo nuovo studio è stata appunto quella di trovare un nuovo metodo di indagine per convertire i dati di DES in dati per la ricerca di oggetti transnettuniani. Quello che hanno fatto i tre ricercatori è stato iniziare ad analizzare i primi quattro anni di osservazioni del DES. Questo equivaleva a più di 7 miliardi di osservazioni. Bernardinelli ha poi rimosso tutti gli oggetti che erano presenti in più notti, che erano quindi punti fissi. Queste erano le stelle fisse (stelle, galassie, supernove) che fra una notte e l’altra possono considerarsi ferme. Dopo questo passaggio rimanevano 22 milioni di punti luminosi.

Osservatorio di Cerro Tololo
Osservatorio di Cerro Tololo. Sulla destra il telescopio Victor M. Blanco Telescope. Foto di David walker

A questo punto è iniziato un lavoro di ricerca dettagliata di tutti quei punti che da una notte all’altra si muovevano di poco. In questo modo si è costruito un modello in grado di dire dove lo stesso punto sarebbe stato la notte successiva. Bernardinelli si è quindi ritrovato con 400 oggetti luminosi ed è ora che è iniziata la parte più difficile della ricerca. Questi 400 punti luminosi andavano infatti confermati come oggetti TNO.

Bernardinelli stesso ha creato un nuovo modo per sovrapporre più immagini in modo da creare una visione più nitida possibile dei vari punti e confermare così che un punto luminoso era veramente un oggetto transnettuniano. “La parte più difficile è stata proprio quella di confermare che stessimo trovando ciò che dovevamo trovare”, ha affermato Bernardinelli.

Alla fine dell’analisi di questi dati, nello studio pubblicato sono stati presentati 316 TNO confermati, 139 dei quali non erano mai stati osservati. Dato che fin adesso si conoscono circa 3000 oggetti transnettuniani questi nuovi 316 TNO rappresentano il 10% del catalogo totale. Questi nuovi oggetti hanno un’orbita ampia da 30 a 90 volte la distanza Terra-Sole. Per paragone, Plutone, l’oggetto transnettuniano più famoso ha un’orbita di 40 volte la distanza Terra-Sole.

Il potenziale di questo studio non è terminato all’osservazione di questi 300 oggetti. Una nuova analisi più completa, dei dati di DES prevede di arrivare all’osservazione di circa 500 TNO. Il nuovo metodo sviluppato dai tre ricercatori sarà inoltre applicabile a qualsiasi altro grande set di dati. In particolare si potrà applicare alle osservazioni del nuovo osservatorio Vera Rubin Observatory (Large Synoptic Survey Telescope) che dovrebbe iniziare le osservazioni proprio nel 2020. Lo studio rappresenta quindi un importante risultato astronomico ma anche un risultato scientifico per lo sviluppo di nuovi metodi di analisi dati.

Lo studio completo pubblicato su The Astrophysical Journal Supplement Series.

Tags: AsteroideasteroidiCerro TololoDESpianetitrasnettuniani

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