SpaceX ha annunciato la data ufficiale per l’undicesimo volo di Starship, che segnerà l’ultimo utilizzo della versione Block 2. Questa variante, rivelatasi piuttosto sfortunata, è stata caratterizzata da diversi problemi tecnici e da esplosioni sia durante i test a terra sia in volo. Nonostante le difficoltà, la Block 2 ha fornito a SpaceX dati preziosi per comprendere meglio i limiti strutturali del veicolo, informazioni che saranno fondamentali per lo sviluppo della prossima generazione. Quest’ultima dovrebbe debuttare entro la fine dell’anno, a patto che i lavori di completamento del Pad 2 a Starbase procedano senza ritardi.
Il programma Starship si avvia dunque verso una fase di transizione. Dopo l’undicesimo lancio potrebbero trascorrere almeno due mesi prima di vedere un nuovo volo. Nel frattempo, però, Starbase resta estremamente attiva: i test sulle infrastrutture e sui componenti delle versioni future della Starship continuano a ritmo serrato.
In questo contesto, ripercorriamo le principali novità di settembre nella nuova puntata della rubrica “I progressi di Starship”.
Presto il volo 11
Il 30 settembre SpaceX ha annunciato che l’undicesimo volo di Starship è previsto nella notte italiana tra il 13 e il 14 ottobre. La finestra di lancio si aprirà quindi alle 01:15 del 14 ottobre e dovrebbe durare circa un’ora, basandoci su quanto accaduto in precedenza, poiché SpaceX non lo ha specificato.
Sia il Booster 15 che la Ship 38 hanno già completato con successo gli static fire test. Il Super Heavy ha acceso i suoi 33 Raptor il 7 settembre, mentre la Starship ha svolto la prova il 22 settembre. Come avvenuto con la Ship 37, anche la 38 ha collaudato i sei motori direttamente sul pad di lancio. Questa volta, però, SpaceX ha scelto di limitarsi a un solo test, evitando quello preliminare con un singolo Raptor.
Starship completes a full-duration static fire ahead of the eleventh flight test pic.twitter.com/lPXP9gQRAU
— SpaceX (@SpaceX) September 23, 2025
Il profilo di volo è il medesimo proposto per le precedenti missioni, quindi sia il Booster 15 che la Ship 38 eseguiranno un ammaraggio controllato. A seguito del successo ottenuto il 27 agosto, SpaceX ha modificato leggermente gli obiettivi previsti per il prossimo volo.
Il Booster 15 sarà il secondo Super Heavy riutilizzato, recuperato a marzo durante l’ottavo lancio, e monterà 24 Raptor che hanno già volato almeno una volta. Saranno quindi soltanto 9 i motori nuovi. Con il Booster 15 SpaceX testerà una nuova configurazione di utilizzo dei Raptor per l’ultima fase di rientro, che sarà poi implementata con la prossima generazione di Super Heavy.
Eseguito con successo il rientro in atmosfera, il Booster 15 dovrà avviare 13 Raptor, come accadeva anche in passato. Successivamente, però, la maggior parte di questi sarà spenta, continuando la discesa con 5 motori anziché 3, come nei rientri precedenti. SpaceX ha aumentato il numero di Raptor in questa fase per avere maggiore ridondanza e sicurezza nel controllo del Super Heavy. Questa fase serve per gli ultimi aggiustamenti della traiettoria e per dirigersi (in futuro) verso i bracci di Mechazilla. Il momento della cattura invece, come abbiamo visto anche durante i precedenti voli, avverrà con 3 Raptor.
È giusto ricordare infatti che anche questa volta non verrà tentato il rientro su mechazilla, ma cerchiamo anche di contestualizzarne il motivo. Innanzitutto, come dicevamo all’inizio, questo sarà l’ultimo volo di una Starship Block 2, un nome che indica la versione non solo della Ship, ma anche del Super Heavy. Quindi, SpaceX non ha nessun motivo pratico per recuperare il super heavy di una versione block 2, dato che non potrà essere riutilizzato con la block 3. Men che meno ha interesse a recuperare questo dato che è già al suo secondo volo.
Inoltre, dato che ora passeranno alla block 3, che partirà dalla seconda rampa, l’obbiettivo di SpaceX è quello di iniziare subito i lavori di ristrutturazione del primo pad dopo il volo 11. Se si dovesse danneggiare per un tentativo di recupero, sarebbe un problema. Per finire, il terzo motivo è cogliere l’occasione, con l’ultimo super heavy block 2, di acquisire più dati possibili portando ancora una volta il rientro in condizioni particolari, e pericolose, che in futuro potrebbero verificarsi anche in un volo con recupero del booster, ma che non dovranno comunque portare a un fallimento.
Anche per la Ship 38 gli obiettivi proposti saranno quasi identici a quelli raggiunti con la Ship 37. Durante l’undicesimo volo quindi potremmo assistere nuovamente al rilascio di 8 finti satelliti Starlink e all’accensione di un Raptor nello spazio, ma la parte più importante sarà il rientro.
Preparativi per la cattura al volo
Ciò che SpaceX ha modificato rispetto alla missione di agosto riguarda il rientro in atmosfera della Ship 38. La Ship 37 aveva il compito di eseguire un ammaraggio controllato a seguito di un ingresso in atmosfera con un angolo di attacco maggiore rispetto a un rientro nominale. Con quel volo SpaceX ha voluto testare i limiti strutturali della Starship, per ottenere dati riguardo a un possibile rientro anomalo.
La Ship 37 ha subito alcuni danni e, nonostante questo, ha mancato il bersaglio di soli tre metri. Il rientro della Ship 38 invece dovrebbe avvenire diversamente. Secondo quanto dichiarato da SpaceX, la Ship 38 dovrà “imitare il percorso che una Starship intraprenderà nei futuri voli di ritorno a Starbase”. Ciò significa che non dovrebbero eseguire nuovi test per stressare la struttura, ma che la Ship 38 seguirà un profilo di volo per i rientri nominali.
SpaceX però, durante l’ingresso in atmosfera, eseguirà comunque dei test con lo scudo termico. Per tale ragione sono state rimosse diverse piastrelle nelle aree in cui queste non sono attaccate meccanicamente ma tramite speciali colle. In tali punti, al di sotto delle piastrelle non è presente lo strato ablativo di protezione, ma direttamente la struttura in acciaio della Starship. SpaceX ha progettato appositamente questa prova per stressare le aree più vulnerabili della Ship 38, come alcune zone delle ali e in prossimità delle cerniere.
Durante l’ultima fase del rientro la Ship 38 eseguirà una manovra definita come “inclinazione dinamica”. SpaceX non ha fornito ulteriori dettagli a riguardo, quindi non conosciamo con precisione le manovre che dovrà effettuare la Starship. In quest’ultima fase inoltre, SpaceX avrà modo di collaudare algoritmi di guida subsonica, che consentiranno alla Ship 38 di raggiungere il punto di ammaraggio prestabilito nell’Oceano Indiano.
Questi test saranno fondamentali per i prossimi prototipi e per la prima cattura al volo di una Starship. Secondo quanto dichiarato da Elon Musk, questa dovrebbe avvenire tra la missione numero 13 e la 15.
Pad 2 verso il completamento
Il Pad 2 di Starbase ha iniziato a prendere vita con i primi test eseguiti per collaudare il sistema ad acqua di soppressione delle vibrazioni e del calore. Durante queste prove, avvenute anche in due giorni consecutivi, SpaceX ha utilizzato molta acqua, fornendoci così un importante indizio riguardo questo sistema.
Il Water Deluge System del Pad 1 infatti, una volta attivato per un lancio, ha bisogno di circa due giorni affinché i serbatoi che lo alimentano vengano nuovamente riforniti. Il Pad 2 invece è dotato di pompe di recupero che reimmettono nei serbatoi gran parte dell’acqua utilizzata, evitando la necessità di rifornimenti continui tramite autobotti. L’esperienza ottenuta dalla realizzazione del primo pad ha quindi permesso di sviluppare la nuova versione, che sarà già in grado di supportare lanci a breve distanza l’uno dall’altro.
SpaceX si avvicina quindi al completamento del Pad 2, sebbene manchino ancora elementi importanti, come il Quick Disconnect Arm per la Starship. Questo braccio, installato direttamente sulla torre, avrà il compito di rifornire il secondo stadio, sganciandosi e ruotando verso una posizione più sicura al momento della partenza.
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— Starbase Surfer (@cnunezimages) September 30, 2025
Al sito di lancio procedono velocemente anche i lavori per la realizzazione del Megabunker. Si tratta di una struttura massiccia situata all’ingresso del sito, che potrebbe ospitare sistemi elettronici critici o aree di sicurezza per il personale.
Prosegue anche la costruzione della Gigabay al sito di assemblaggio, dove gli operai hanno ultimato le fondamenta dell’enorme edificio. Qui saranno impilate e assemblate tutte le sezioni dei prototipi realizzati all’interno della Starfactory. In Florida invece i lavori per la realizzazione di questo edificio sono in uno stato più avanzato, poiché gli operai hanno già iniziato a innalzare la struttura che servirà a realizzare il muro centrale.
Altri “pezzi di Starship” – Brevi novità e aggiornamenti
- Il 27 settembre, al complesso di lancio 39A del Kennedy Space Center, gli operai hanno effettuato un’importante operazione per la realizzazione del pad di Starship. Hanno installato le tubazioni dell’acqua all’interno del flame trench, lo stesso sistema collaudato a Starbase nei giorni scorsi. Il pad al 39A infatti sarà identico alla seconda rampa di lancio di Starbase, con le medesime soluzioni tecniche e l’Orbital Launch Mount (OLM) quadrato. Quest’ultimo è in fase di completamento a Roberts Road e, se saranno rispettate le tempistiche osservate durante la costruzione del Pad 2, SpaceX potrebbe installare l’OLM al 39A entro fine ottobre.
- Il 20 settembre, a Massey è giunto un serbatoio di test utilizzato per collaudare parte della struttura del Super Heavy Block 3. È classificato come B18.3 (o Test Tank, TT18.3) ed è un serbatoio alto circa 14 metri, sulla cui sommità è presente la nuova struttura fissa per la manovra di hot staging. SpaceX ha già effettuato tre diversi test di pressurizzazione con azoto per verificare la tenuta della nuova struttura della cupola superiore. Ultimate queste prove, probabilmente SpaceX eseguirà anche dei test di carico per la struttura dell’hot staging, sebbene il primo Super Heavy Block 3, il Booster 18, sia quasi completato.
- SpaceX dovrebbe essere riuscita a trovare una soluzione per impedire che il plasma si insinui nello spazio tra le piastrelle dello scudo termico. Hanno infatti progettato un ulteriore elemento, chiamato crunch wrap, che avvolge ogni piastrella come a impacchettarla. Si crea così uno spessore tra i bordi che sigilla lo spazio tra una piastrella e quelle adiacenti. Questa soluzione è già stata testata con la Ship 37 ed è stata implementata anche sulla Ship 38. SpaceX la utilizzerà su larga scala con il debutto della Starship di prossima generazione.
- In settimana è emersa la notizia che Blue Origin sta lavorando allo studio di un lander blue moon di piccole dimensioni, che potrebbe trasportare due astronauti americani sulla Luna prima della Cina. Se alla NASA e al governo USA dovesse piacere il progetto, potrebbero finanziarlo per Artemis III, spostando Starship alle missione successive. Questo mese infatti, una nuova analisi indipendente ha ribadito alla NASA che Starship non dovrebbe essere pronta per eseguire un allunaggio nel 2028. Anche di questa notizia abbiamo parlato nella nuova rubrica Weekly Launchpad, nella quale ogni settimana, di sabato mattina, discuteremo dei principali lanci spaziali della settimana, oltre che di tutte le notizie, aggiornamenti e annunci legati alle principali tecnologie e missioni spaziali.










