Continuano i test sugli elementi e le componenti dello Space Rider, lo spazioplano automatizzato europeo (in gran parte italiano). In Sardegna Thales Alenia Space ha completato i test di rilascio e atterraggio, mentre in Campania, al Centro Italiano Ricerche Aerospaziali (CIRA) sono stati completati i test sul nose cone dello scudo termico.
A giugno 2025, presso il poligono interforze di Salto di Quirra (PISQ), il team guidato da Thales Alenia Space, in collaborazione con partner industriali come Sener CIMSA, TESEO e Meteomatics, ha condotto una serie di prove di rilascio in volo. A differenza dei test precedenti, la campagna di quest’anno ha verificato la capacità del veicolo di gestire in modo autonomo la fase di discesa e atterraggio.
Il modello a bassa fedeltà di Space Rider è stato sganciato da un elicottero CH-47F dell’Aeronautica Militare Italiana a circa 2500 metri di quota. Grazie al sistema di parafoil, il velivolo ha mantenuto una discesa controllata a 4 m/s, atterrando con una velocità di 2 m/s. Le manovre, inclusa la gestione dei waypoint e la fase finale di flare per l’atterraggio, sono state completate con precisione, nonostante condizioni di vento variabili fino a 12 m/s.
Questa tappa è cruciale per validare il sistema di guida, navigazione e controllo (GNC) del parafoil, componente essenziale per garantire il recupero sicuro del modulo di rientro. Il successo dei test riduce i rischi in vista della prossima fase, prevista entro fine 2025: il system drop test, che verificherà l’integrazione di tutti i sottosistemi in un mock-up a grandezza reale dotato di carrello di atterraggio operativo.
Al Centro Italiano Ricerche Aerospaziali (CIRA) di Capua si è svolto invece un altro test fondamentale per lo sviluppo dello scudo termico dello Space Rider. Nelle scorse settimane, il nose del veicolo ha superato la campagna di qualifica strutturale dinamica. Questa componente, la parte più delicata dello scudo termico, è stata sviluppata in partnership con Petroceramics: deve proteggere la parte frontale dello Space Rider durante le fasi di rientro atmosferico ipersonico, gesendo temperature fino a 1650 °C e mantenendo deformazioni inferiori al millimetro per assicurare la stabilità aerodinamica.
Il nose integra circa 1200 elementi ed è realizzato attorno a una calotta monolitica in ISiComp®, un materiale ceramico fibrorinforzato. Con un diametro di 130 cm, rappresenta il più grande componente mai realizzato in Europa con la tecnica di Liquid Silicon Infiltration (LSI).
Durante i test, svolti nel Laboratorio di Qualifica Spaziale del CIRA, la struttura è stata sottoposta a carichi vibrazionali equivalenti a quelli che si verificano durante il decollo.
Il programma Space Rider nasce come evoluzione del dimostratore IXV del 2015 e si inserisce nel quadro più ampio dei progetti ESA per la riusabilità (di cui fanno parte anche il dimostratore Themis e il motore Prometheus). A regime, Space Rider opererà come laboratorio robotico in orbita bassa, in grado di restare nello spazio fino a due mesi trasportando esperimenti scientifici e tecnologici.
Tra i primi payload confermati, ci sarà un esperimento dell’Università di Coimbra selezionato con il supporto dell’Agenzia Spaziale Portoghese. L’obiettivo è offrire una piattaforma europea per ricerche in microgravità e dimostrazioni tecnologiche, riducendo la dipendenza da soluzioni esterne come la capsula Dragon di SpaceX.
A bordo del primo volo sono anche confermati due payload medici: BIORIDER ed EXPO, sviluppati rispettivamente per ASI ed ESA dall’azienda italiana Kayser Italia srl. BIORIDER è una piattaforma riutilizzabile dedicata ad esperimenti di biologia in microgravità e nel volo inaugurale ospiterà studi su cianobatteri, pesci killfish e nanovescicole vegetali, proposti da istituti di ricerca italiani.
EXPO, invece, consente di esporre campioni a condizioni spaziali estreme: raggiunta l’orbita, un portello dedicato li lascia interagire direttamente con l’ambiente esterno. Tra i primi esperimenti, OREOCUBE valuterà la resistenza di molecole organiche alla radiazione solare. Entrambi i payload, una volta rientrati, restituiscono i campioni per le analisi a terra e vengono preparati per nuove missioni, consolidando l’approccio riutilizzabile di Space Rider.
Il lancio inaugurale dello Space Rider è previsto per il 2027.