Il Senato Italiano ha approvato l’11 giugno il disegno di legge sull’economia dello spazio, o Legge “Disposizioni in materia di economia dello spazio”. Con questa legge l’Italia si dota per la prima volta di un quadro normativo nazionale dedicato alle attività spaziali. Il provvedimento, di iniziativa del Governo, istituisce un regime di autorizzazione per le imprese che intendono condurre missioni spaziali, sia dall’Italia che all’estero, e definisce le responsabilità giuridiche in caso di danni derivanti da oggetti spaziali. La Legge è stata approvata con 76 voti favorevoli e 57 contrari.
Uno degli obiettivi principali del testo è colmare il vuoto normativo che, fino a oggi, aveva caratterizzato l’Italia. La Legge armonizza l’ordinamento italiano con i principali trattati in materia, come il Trattato sullo spazio extra-atmosferico del 1967, e si allinea a normative già in vigore in Stati come Francia, Germania e Stati Uniti, dove da tempo esistono procedure regolatorie per le attività spaziali private.
Un nuovo ruolo per l’Agenzia Spaziale Italiana
Il testo affida all’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) un ruolo centrale come autorità tecnica di vigilanza e regolazione. L’ASI avrà competenze in materia di autorizzazione, monitoraggio e sanzioni per le attività spaziali, secondo criteri di sicurezza, sostenibilità e per salvaguardare gli interessi strategici nazionali.
Il processo prevede che ogni richiesta venga valutata dall’ASI, e successivamente trasmessa al Ministero delle Imprese e del Made in Italy e al Comitato interministeriale per le politiche spaziali, cui spetta la decisione finale. Le imprese dovranno inoltre versare un contributo economico allo Stato, con modalità da definire tramite successivi decreti della Presidenza del Consiglio.
È inoltre istituito un fondo per l’economia dello spazio, con l’obiettivo di incentivare investimenti, promuovere l’innovazione tecnologica e sostenere l’accesso delle PMI e delle startup al comparto spaziale.
Il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana Teodoro Valente ha così commentato l’approvazione di questa legge:
“La nuova legge sullo spazio segna un passaggio epocale per il settore italiano e per l’Agenzia Spaziale Italiana. L’approvazione della legge “Disposizioni in materia di economia dello spazio”, è uno strumento essenziale che dota l’Italia di un quadro normativo all’avanguardia che permetterà all’intero ecosistema nazionale del settore di confermare la sua leadership internazionale […].”
“[…]Le nuove norme avranno un determinante impatto positivo sulle attività spaziali, confermando e ampliando i compiti dell’ASI nel settore aerospaziale. L’Agenzia avrà un ruolo di garante per lo sviluppo regolato, sostenibile e allineato con le priorità strategiche del Paese. La legge conferisce all’Agenzia Spaziale Italiana il compito di autorità nazionale per la regolazione tecnica delle attività spaziali con poteri di autorizzazione, vigilanza e sanzione. Si riempie, in questo modo, il vuoto normativo riguardante la regolamentazione delle autorizzazioni per lo svolgimento delle attività spaziali.[…]”
Una legge discussa ma necessaria
La Legge italiana sullo spazio, in discussione da inizio 2024, ha raccolto molti commenti, sia entusiasti che dubbi, dal settore spaziale. Qui avevamo ad esempio ascoltato il commento di David Avino, AD di Argotec.
Uno degli aspetti più discussi è l’articolo 25 della Legge, che prevede la creazione di una “riserva di capacità trasmissiva nazionale”, una rete satellitare destinata a garantire la continuità delle comunicazioni istituzionali in caso di emergenze. La norma apre la gestione di questa rete anche a operatori privati appartenenti a Paesi membri dell’Unione Europea o della NATO.
L’opposizione ha espresso preoccupazioni circa il possibile coinvolgimento di aziende extraeuropee, in particolare SpaceX, nella gestione di comunicazioni governative sensibili. In risposta, il governo ha approvato due emendamenti condivisi dall’opposizione: uno che vincola l’affidamento del servizio al rispetto della sicurezza nazionale, l’altro che impone un ritorno industriale per il sistema produttivo italiano. Tuttavia, la legge non esclude esplicitamente la partecipazione di operatori esterni all’UE.
Il provvedimento si inserisce in un contesto di crescita della space economy italiana, che oggi conta oltre 220 aziende attive e un fatturato annuo stimato tra 1.6 e 2.9 miliardi di Euro.