I progressi di Starship: 5 giugno 2025.
Il mese di maggio è stato ricco di novità per quanto riguarda il progetto Starship. SpaceX ha pubblicato le indagini relative al lancio di marzo, abbiamo assistito al nono volo e Musk ha tenuto una conferenza sui piani per raggiungere Marte. Nonostante alcuni “piccoli” progressi, SpaceX sembra aver incontrato uno scoglio molto difficile da superare, che sta causando rallentamenti significativi.
Durante il nono volo, infatti, avvenuto il 28 maggio, SpaceX ha perso il controllo della Ship 35 pochi istanti dopo la separazione dal Booster 14. Nonostante i problemi con la Starship, SpaceX ha comunque potuto festeggiare il primo riutilizzo di Super Heavy.
Ora l’azienda dovrà cercare di riprendersi dal terzo fallimento consecutivo di una Starship, se vuole continuare a sperare di partire per Marte nel 2026. Questo è uno dei traguardi annunciati da Musk, sebbene anche lo stesso imprenditore si sia mostrato scettico sul rispetto di questa scadenza.
Ecco quindi cosa è accaduto nel mese di maggio, in questo nuovo articolo della rubrica “I progressi di Starship”.
Il 22 maggio, SpaceX ha pubblicato sulla propria pagina le analisi relative all’ottavo volo di Starship, avvenuto il 7 marzo. In quell’occasione abbiamo assistito all’esplosione della Ship 34 pochi minuti dopo la separazione dal Booster 15. La dinamica dell’incidente sembrava molto simile a quella del lancio di gennaio, in cui SpaceX perse la Ship 33 a causa di una risposta armonica eccessiva, che portò alla rottura di diverse componenti.
SpaceX ha specificato che le modifiche apportate alla Ship 34 per risolvere quel particolare problema si erano rivelate efficaci. Ciò che ha causato l’esplosione della Starship è stato un guasto di natura molto diversa. SpaceX ha infatti spiegato che a determinare la perdita del prototipo è stato un problema con uno dei motori Raptor centrali.
Dopo circa cinque minuti e mezzo, i tecnici hanno osservato un lampo nel vano motori della Ship 34 e, poco dopo, un’esplosione. Questa ha causato la perdita prima di uno dei Raptor centrali e, subito dopo, degli altri due motori, a cui si è aggiunto anche un Raptor per il vuoto.
La Starship, quindi, non era più in grado di controllare l’assetto e ha iniziato a roteare senza possibilità di recupero. SpaceX ha perso definitivamente i contatti con la Ship 34 dopo circa nove minuti e mezzo dalla partenza. Dalle analisi è emerso che i computer di bordo hanno attivato il Flight Termination System, facendo esplodere la Starship.
A seguito dell’analisi, i tecnici sono riusciti a identificare l’origine del problema: una perdita di propellente da una delle giunzioni di un Raptor centrale. Il propellente, una volta miscelatosi, ha quindi generato un’esplosione.
Per risolvere questo problema, SpaceX ha dichiarato che applicherà un carico maggiore alle giunzioni più critiche dei motori. Inoltre, installerà un sistema di spurgo dell’azoto, migliorando anche il sistema di scarico del propellente.
Per la terza volta consecutiva, SpaceX ha riscontrato evidenti problemi nella gestione della Starship Block 2. La Ship 35 è riuscita dove i prototipi precedenti avevano fallito, ovvero a superare la fase di hot staging e a raggiungere lo spegnimento dei suoi sei motori. È proprio a questo punto, però, che sembrerebbero essere emersi i primi problemi.
Immediatamente dopo lo spegnimento dei Raptor, infatti, è stato possibile notare un utilizzo molto prolungato di almeno uno dei propulsori del Reaction Control System (RCS), posto a metà altezza della Ship 35. Dall’infografica, inoltre, si notava come la Starship puntasse verso il basso. Le oscillazioni sono durate per tutto il tempo del volo, intensificandosi sempre di più verso le fasi finali, soprattutto quando il sistema RCS ha smesso di attivarsi e SpaceX ha definitivamente dichiarato fuori controllo la Ship 35.
Con la Ship 35, SpaceX avrebbe dovuto rilasciare otto finti satelliti Starlink, in modo da collaudare il meccanismo di distribuzione. A causa di un malfunzionamento, però, il portellone non si è aperto e il test non ha avuto luogo. Attualmente, non sappiamo se l’anomalia sia dovuta all’assetto anomalo della Starship oppure se fosse un problema del tutto scollegato. Una prova annullata esplicitamente per l’incontrollabilità della Ship 35 è stata quella dell’accensione di un Raptor nello spazio.
Ancora una volta, quindi, SpaceX non è riuscita a collaudare pienamente la struttura della nuova Starship Block 2. Sembrerebbe, inoltre, che a portare alla perdita della Ship 35 sia stato un problema ancora diverso rispetto ai voli precedenti. Secondo quanto dichiarato da Musk si è trattato di una perdita di propellente dai serbatoi, ma non è dato sapere in quale precisa zona. Anche questa volta quindi, la causa potrebbe risiedere all’interno della zona motori.
La Ship 35 ha eseguito un ingresso in orbita con un assetto errato e ciò ha portato al danneggiamento di diverse componenti. SpaceX ha perso i collegamenti con la Starship dopo circa 46 minuti dalla partenza, quando la Ship si trovava a circa 59.3 km di quota.
Con il nono volo di Starship, però, SpaceX ha potuto comunque festeggiare un importante traguardo: il riutilizzo di un Super Heavy. Il Booster 14, infatti, ha volato per la seconda volta, dopo la sua prima missione avvenuta a gennaio. SpaceX ha impiegato solamente 132 giorni per effettuare i dovuti controlli e farlo partire nuovamente.
Probabilmente SpaceX avrebbe potuto impiegare anche meno tempo, poiché il lancio ha subito dei ritardi a causa di problemi emersi durante uno static fire con la Ship 35.
Dei 33 Raptor del Booster 14, solamente quattro erano nuovi. Inoltre, il Super Heavy montava anche il motore numero 314, che ha così volato per la terza volta. Si tratta quindi di un importante risultato per SpaceX, che dimostra quanto stiano progredendo nello sviluppo del primo stadio di Starship.
Sfruttando un Super Heavy riutilizzato, SpaceX ha colto l’occasione per effettuare alcuni test, al fine di studiare un profilo di volo che consenta al primo stadio di risparmiare carburante.
Per la prima volta, con il nono volo SpaceX ha utilizzato un anello per l’hot staging con alcuni fori sigillati. Questo ha permesso al Super Heavy di sfruttare al meglio la spinta generata dai gas di scarico della Ship 35, che hanno avviato una rotazione verso la direzione corretta. In precedenza, questa rotazione avveniva in una direzione casuale.
A seguito della separazione, il Booster 14 ha iniziato a rientrare sulla Terra con un angolo di attacco maggiore. Tale posizione permette al Super Heavy di sfruttare maggiormente l’attrito con l’aria per rallentare la discesa.
Dopo circa sei minuti dalla partenza, SpaceX ha perso i contatti con il Booster 14, nel momento in cui venivano avviati i motori per eseguire un ammaraggio controllato nel Golfo del Messico. L’obiettivo di SpaceX era proprio quello di studiare i limiti strutturali del Super Heavy, e la sua eventuale perdita era stata preventivata.
Lo stesso giorno del nono volo di Starship, non sappiamo con esattezza se prima o dopo, Elon Musk ha tenuto una conferenza all’interno della Starfactory. Il tema principale della presentazione riguardava i piani di SpaceX per raggiungere Marte.
Musk ha annunciato ufficialmente che uno dei principali obiettivi per partire verso il pianeta rosso, ovvero il rifornimento in orbita, non sarà raggiunto nel 2025, come inizialmente programmato. Ora SpaceX punta a eseguire il primo trasferimento di propellente tra due Starship nel 2026.
Musk ha inoltre rivelato ulteriori informazioni riguardo a un elemento fondamentale per l’architettura Starship: i Raptor 3. Secondo gli attuali piani dell’azienda, i primi prototipi che adotteranno questi nuovi motori dovrebbero volare entro la fine dell’anno. Questi permetteranno di risolvere molti dei problemi riscontrati con le ultime Starship Block 2. Inoltre, la particolare struttura dei Raptor 3 consentirà a SpaceX di evitare l’installazione di protezioni termiche sui prototipi di prossima generazione. Il principale vantaggio riguarda la riduzione della massa di Starship e Super Heavy. Inoltre, i nuovi motori permetteranno di gestire in maniera più efficiente i malfunzionamenti e le eventuali perdite.
Musk ha dichiarato che puntano a effettuare i primi voli verso Marte alla fine del 2026, con l’apertura della prossima finestra di lancio. Si tratta di un obiettivo molto ambizioso, soprattutto a causa dei problemi che stanno riscontrando con la Starship. Lo stesso Musk ha affermato che SpaceX ha una probabilità del 50% di essere pronta a partire per Marte nel prossimo anno.
Nonostante siano stati mostrati i piani fino al 2033, Musk non ha parlato esplicitamente di voli con esseri umani verso Marte, anche se ha lasciato intendere di prevederli nel 2031, né ha mai citato il programma Artemis. Di grande importanza, infatti, è anche ciò che Musk non ha detto, poiché non ha menzionato la Starship per il trasporto umano, una versione di cui non sappiamo ancora nulla. Lo sviluppo di questa Starship, attualmente ancora una priorità del Programma Artemis, potrebbe cambiare significativamente i piani di SpaceX.
Se infatti gli americani vogliono arrivare sulla Luna prima della Cina, devono riuscire ad avere la Starship lunare pronta entro la fine del decennio, e questo obiettivo potrebbe spingere diversi politici, se non addirittura il presidente Trump, a fare pressioni su SpaceX. Pressioni che, ora che Musk non è più attivo nel governo americano, potrebbero essere più forti e forse con sfumature di ritorsione.