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| On 2 anni ago

SpaceX ha lanciato il secondo satellite Eutelsat per i servizi televisivi

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Un giorno e 15 ore dopo l’incredibile lancio del Falcon Heavy SpaceX ha completato un’altra missione. Il lancio, denominato HOTBIRD 13G, è servito per portare in orbita l’omonimo satellite, il gemello dell’HOTBIRD 13F. Si tratta di una costellazione gestita da Eutelsat, utilizzata per fornire servizi di telecomunicazione su Europa, Nord Africa e Medio Oriente.

Principalmente questi servizi comprendono la trasmissione di canali televisivi. Il satellite era arrivato in Florida solamente due settimane prima della partenza, a bordo di un Beluga di Airbus. In breve tempo è stato integrato all’interno delle coperture del Falcon 9 e poi posizionato in cima al vettore.

Il decollo è avvenuto quando in Italia erano le 6:22 del 3 novembre, portando il numero di missioni completate nel 2022 a quota 51. La missione ha avuto luogo dal complesso di lancio numero 40 di Cape Canaveral. SpaceX non può ancora utilizzare il pad 39A per il lancio dei Falcon 9 in quanto, dopo il volo del Falcon Heavy, deve ancora essere riconfigurato. A questo ritmo SpaceX potrebbe anche raggiungere e superare quota 60 lanci in un solo anno.

La costellazione di Eutelsat

HOTBIRD 13G e 13F sono satelliti identici in tutto e per tutto. Eutelsat ha commissionato la loro costruzione ad Airbus Defence e Space, che ha utilizzato un nuovo bus satellitare per la loro realizzazione. Questo si chiama Eurostar Neo ed è frutto della collaborazione di Airbus con CNES, l’agenzia spaziale francese e l’ESA.

Ognuno dei due satelliti ha una massa di 4500 kg e il Falcon 9 li ha trasportati su un’orbita geostazionaria di trasferimento. Ciò significa che HOTBIRD 13G, una volta separato dal secondo stadio, utilizzerà il proprio sistema di propulsione elettrica per raggiungere l’orbita di destinazione. Per la precedente missione invece, USSF-44, SpaceX ha dovuto utilizzare il Falcon Heavy per trasportare un carico con una massa di “soli” 3700 kg. In quell’occasione però, il vettore ha dovuto rilasciare i satelliti direttamente sulla loro orbita finale. I questo modo i satelliti hanno potuto risparmiare carburante, allungando in questo modo la loro vita operativa.

I due satelliti di Eutelsat rimarranno in orbita per circa 15 anni e vanno a sostituire i vecchi HOTBIRD 8, 9 e 10, rinominati poi HOTBIRD 13 B, C e D. Il numero 13 indica che i satelliti si trovano in orbita geostazionaria posizionati a 13 gradi a est rispetto il meridiano di Greenwich. La costellazione di Eutelsat viene utilizzata per servizi televisivi come Sky o Tivùsat.

Questi due satelliti sarebbero dovuti arrivare in orbita a bordo del nuovo vettore Ariane 6 di Arianespace, ma i numerosi ritardi hanno portato Eutelsat a ripiegare sul Falcon 9. Ciò vale anche per il prossimo satellite che vedremo partire probabilmente entro la fine di novembre, ovvero l’Eutelsat 10B. A differenza dei precedenti, questo satellite è stato realizzato da Thales Alenia Space, che vedrà così l’arrivo in orbita per la prima volta del suo nuovo bus chiamato Spacebus Neo.

Verso i 60 lanci nel 2022

Con quest’ultima missione SpaceX abbassa ulteriormente la media dei giorni trascorsi tra un lancio e il successivo. Ora tale valore è arrivato a 6.01 giorni, il più basso dall’inizio dell’anno. Ciò indica quanto l’azienda di Musk stia lavorando fare in modo di riuscire a supportare molte missioni in breve tempo. A fine marzo Musk aveva dichiarato che SpaceX stava facendo grandi passi avanti e che puntavano alle 60 missioni per il 2022.

In quel momento risultava ancora difficile credere alle parole del magnate sudafricano, in quanto il ritmo dei lanci non era ancora quello attuale. Proprio a inizio anno si sono registrati i picchi più alti del valore della media tra giorni e missioni. Se ora SpaceX riuscirà a mantenere questo ritmo, potranno raggiungere e addirittura superare il traguardo che si erano prefissati.

Ciò è possibile grazie al riutilizzo dei Falcon 9. Anche con la missione HOTBIRD 13G, l’azienda ha sfruttano un booster che aveva volato sei volte. Si tratta del B1067, che ha così volato ed è successivamente atterrato per la settima volta. Le sue due prime missioni sono servite a portare in orbita due diverse capsule Dragon. La versione Cargo per CRS-22 e quella con a bordo l’equipaggio di Crew-3. Inoltre, è proprio con il Falcon 9 B1067 che Samantha Cristoforetti è partita per raggiungere la ISS, in quanto questo booster ha supportato anche Crew-4.

Il B1067 è atterrato con successo sulla chiatta Just Read The Instructions, utilizzata 16 volte nel corso di quest’anno nonostante nei primi due mesi stava subendo lavori di manutenzione.

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