Dal giugno 2019 si conosce l’esistenza di una perdita di pressione all’interno della Stazione Spaziale Internazionale, ma rimanevano ignote le cause oltre che la posizione della falla (dovuta quasi sicuramente un piccolo foro).
Da allora gli equipaggi ospiti della Iss hanno dedicato molto tempo alla ricerca della perdita, ottenendo però scarsi risultati. I valori delle cadute di pressione sono modestissimi, e per quanto questo non influisca sulla sopravvivenza degli astronauti, è un ostacolo enorme per la ricerca della falla. I primi risultati incoraggianti arrivano dall’equipaggio attuale, composto dai cosmonauti russi Anatoly Ivanishin e Ivan Vagner e il comandante della stazione, l’astronauta della NASA Chris Cassidy.
Ad Agosto i valori di caduta della pressione sono aumentati particolarmente, raggiungendo un picco il 28 settembre. Nella notte, i controllori di volo hanno svegliato i membri della Expedition 63 per organizzare una nuova ispezione. Prima erano stati isolati ne segmento russo, in modo da controllare se la perdita fosse su quello americano. Durante l’indagine notturna del 28 settembre è emerso però che la perdita proveniva dal modulo di servizio (la parte di attracco) del segmento Zvezda.
L’incognita di Zvezda
Zvedza, terzo modulo in ordine di età, è stato lanciato in orbita nel lontano luglio 2000. Il suo uso è finalizzato al controllo e al sostentamento di tutti i supporti vitali primari del segmento russo della ISS, oltre che zona di ristoro e di lavoro per l’intero corpo cosmonauti a bordo. L’equipaggio ha chiuso i portelli di prua e di poppa del modulo Zvezda, i passaggi verso il modulo di attracco Pirs e il compartimento Poisk. In seguito, i tre hanno effettuando dei rilievi utilizzando un sensore a ultrasuoni, lavorando in stretta collaborazione con gli specialisti di missione statunitensi e russi sulla Terra.

Al termine dell’indagine è stato dichiarato che l’apparente aumento della perdita atmosferica era dovuto a un cambiamento di temperatura e che la quantità di pressione persa era effettivamente rimasta costante. Terminata l’ispezione i componenti della Expedition 63 hanno quindi riaperto i portelli del modulo Zvezda, e hanno ripreso le attività di routine a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.
La ricerca continua
Non è certo la prima volta che si verificano inconvenienti di questo tipo. Durante la lunga carriera della ISS, più volte si sono registrati problemi simili. Se pure non abbiano mai rappresentato un serio problema per le attività degli astronauti, le perdite sono estremamente controllate. Gli ingegneri a Terra e i membri dell’equipaggio si stanno infatti impegnando per localizzare con precisione il foro e chiuderlo in maniera definitiva. Il 2 Ottobre la perdita di aria sembra infatti essere aumentata parecchio.
Nei giorni precedenti si era osservata una caduta di pressione di circa 8 mmHg (equivalenti a 0.01 bar) al giorno. Il 2 ottobre si sono persi quasi 100 mmHg (0.13 bar) passando da 733 mmHg a 643 mmHg. La ricerca quindi è proseguita immediatamente.

L’impresa è però tutt’altro che semplice date le modestissime dimensioni del foro. Secondo Vladimir Soloviev, Direttore di volo del segmento russo della ISS, la perdita d’aria è “follemente piccola” e forse il foro o la fessura che l’ha causata, che si stima essere di 0,6-0,8 mm, non potrà mai essere trovato.
Non si può dire però che non ci stiano provando. Lo testimoniano i colloqui dell’equipaggio con la Terra, trasmessi dalla NASA. Il cosmonauta Yuri Gidzenko ha infatti contattato i colleghi russi a bordo della stazione per discutere l’utilizzo di speciali segnalatori e il posizionamento di due telecamere GoPro nella camera intermedia del modulo russo Zvezda, prima di chiudere i portelli.
Metodi “alternativi”
Gli speciali ‘segnalatori’ sono dei coriandoli ritagliati dagli astronauti. Si tratta di sottili strisce di carta e plastica, alcune delle quali sono state fissate alle pareti del modulo con una schiuma, altre vengono lasciate libere di fluttuare.
Una delle videocamere riprende il manometro per capire quanto velocemente la pressione nel compartimento diminuisce durante la prova. L’altra osserva il movimento dei segnalatori che, secondo la previsione degli specialisti, indicheranno dove si trova la perdita d’aria grazie al flusso d’aria creato dalla stessa.

Attualmente, al 4 ottobre 2020, il modulo di servizio di Zvezda avrebbe dovuto rimanere sigillato per tre giorni per effettuare queste prove. Nella notte fra Sabato 3 e Domenica 4 si è però deciso di aprirlo per installare nuovi rivelatori. Questi sono dei sacchetti di plastica incollati a diverse guarnizioni e punti dove si pensa ci sia la perdita. Se uno di questi inizierà a collassare, quindi a comprimersi, si saprà che la perdita sarà lì.
Attualmente la situazione è questa e nonostante non rappresenti ancora una perdita pericolosa per gli astronauti, l’aumento “improvviso” della caduta di pressione lascia intendere che potrebbe essere un danno non per forza trascurabile.
Sul canale telegram di Astrospace.it forniremo aggiornamenti in tempo reale selezionando le fonti dell’agenzia spaziale russa e dei vari osservatori specializzati. E’ bene notare che siamo senza dubbio di fronte ad una situazione in costante evoluzione.
Aggiornamento 04/10:
I due cosmonauti hanno provato ieri a controllare delle guarnizioni nella parte del portellone del modulo Zvezda dove è stata circoscritta la perdita. Hanno tentato di coprirle tutte ma la perdita oggi non è diminuita. Ora i cosmonauti hanno ipotizzato al centro di controllo a Terra di poter usare uno stetoscopio per cercare la perdita.
Aggiornamento 06/10:
L’ultima operazione che i due cosmonauti stavano provando due giorni fa era il controllo di alcune guarnizioni. Dopo il fallimento di quell’operazione hanno proceduto ad usare uno stetoscopio ma l’eperimento è fallito per il troppo rumore a bordo. Ora Ivan Vagner e Anatoly Ivanishin (i due cosmonauti a bordo della ISS) hanno controllato le immagini delle gopro piazzate la scorsa settimana. Queste sembra che abbiano evidenziato il movimento di alcune particelle di polvere. Da queste si potrebbe circoscrivere ancora di più la zona in cui si trova la perdita.
Aggiornamento 15/10:
La scorsa settimana era stata circoscritta la probabile origine della perdita d’aria a due diversi punti della zona di attracco del modulo Zvezda. A quanto pare sembra che uno dei due cosmonauti a bordo della ISS (da ieri, 14 ottobre sono in 4 i cosmonauti) abbia osservato una bustina di tè muoversi verso uno dei due punti sospetti. La zona sembra essere quella in cui si trovava l’apparecchiatura del sistema di comunicazione a banda larga.
Dalle comunicazioni con il centro controllo risulta che i tecnici a Terra hanno chiesto all’equipaggio di sigillare la zona con del nastro adesivo. Roscosmos ha affermato ufficialmente che la perdita è in fase di chiusura.
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