Impulse Space ha proposto una nuova architettura di missione che combina il modulo di trasferimento Helios con un lander lunare progettato internamente per consegnare carichi medi sulla superficie della Luna. Helios è attualmente il progetto di punta dell’azienda, annunciato da Tom Muller nel 2025 e atteso per il primo lancio alla fine del 2026. Si tratta di un secondo stadio in grado di riaccendersi in orbita e rilasciare satelliti in diverse posizioni orbitali.
Impulse Space ha dichiarato che attualmente mancano trasporti affidabili per la Luna tra 0.5 e 13 tonnellate verso la Luna, un intervallo di massa che i progetti attuali non coprono pienamente. Con Helios lanciato su un razzo standard e il lander annesso, il sistema entrerebbe in orbita terrestre bassa (LEO), da dove Helios fungerebbe da stadio di trasferimento verso l’orbita lunare, in circa una settimana. Una volta in orbita lunare, il lander si separerebbe e scenderebbe fino alla superficie.
Secondo Impulse, questa configurazione evita la necessità di rifornimento in orbita, grazie all’elevato Δv di Helios. L’azienda stima di poter portare fino a 6 tonnellate di carico sul suolo lunare all’anno, distribuite su due missioni, a partire dal 2028. Ogni missione composta da Helios e dal lander potrà portare circa 3 tonnellate di carico sulla superficie lunare.
Consegnare carichi di massa media sulla Luna
Oggi esistono soluzioni per portare piccoli carichi sulla Luna, come quelle del programma CLPS della NASA, e progetti in fase di sviluppo per trasportare equipaggi umani, che richiedono mezzi molto più grandi e complessi. Tuttavia, manca ancora una vera alternativa per carichi di dimensioni intermedie.
È in questo spazio vuoto che Impulse vuole inserirsi, offrendo un sistema in grado di trasportare più massa rispetto ai lander attuali, ma più semplice e rapido da realizzare rispetto ai veicoli pensati per le missioni con astronauti. In realtà però, non è proprio un vuoto di mercato quello che ha visto Impulse, dato che sulla classe delle tonnellate sono già in sviluppo anche il lander Blue Moon Mk1 di Blue Origin, che trasporterà 3 tonnellate sulla superficie della Luna, e il lander europeo Argonaut, che ne trasporterà 1.5. Blue Moon è atteso sulla Luna già a metà del 2026, mentre Argonaut all’inizio del prossimo decennio.
Se Helios, già in sviluppo, riuscisse a gestire più voli annuali entro il 2028, come prevede Impulse, permetterebbe di trasportare sulla Luna elementi fondamentali per costruire la presenza stabile tanto voluta dal Programma Artemis, come moduli abitativi, pannelli solari, rover e sistemi di comunicazione. Impulse Space ha sottolineato infatti come un sistema di trasporto di questo tipo potrebbe facilitare lo sviluppo delle prime infrastrutture lunari, passo necessario per una presenza duratura sul nostro satellite naturale.

Architettura tecnica e vantaggi
Il sistema proposto da Impulse si basa su due elementi principali: Helios, che porta il carico dalla Terra fino all’orbita lunare, e un lander che completa il viaggio atterrando sulla superficie. In questo modo, gran parte del lavoro viene svolto da Helios, permettendo al lander di essere più leggero e ottimizzato solo per la fase finale della discesa.
Questo approccio non richiede rifornimenti in orbita e rende l’intera missione più semplice e meno costosa. Altri lander, come il Blue Moon di Blue Origin, o anche quelli del programma CLPS, ricevono la spinta finale dal secondo stadio del razzo in orbita terrestre, mentre tutte le manovre correttive fino all’orbita lunare sono demandate al lander stesso.
Il sistema è pensato per ridurre i rischi, sfruttando razzi già in uso, componenti che hanno già volato nello spazio e tecnologie sviluppate internamente da Impulse, sia per l’hardware che per il software. Impulse ha già iniziato a sviluppare il motore per il lander, che utilizzerà una combinazione di protossido di azoto ed etano come propellente. Secondo l’azienda, questa scelta permette di evitare la perdita di propellente durante le fasi più lunghe della missione e consente al motore di accendersi più volte anche nello spazio.










